m. Pavia, 17 luglio 521
Magno Felice Ennodio, di origine gallica, rimase orfano e trascorse la fanciullezza a Ticinum (Pavia), prima presso una zia e poi, morta questa, presso una famiglia. Nel 493, dopo un breve fidanzamento, fu accolto dal vescovo sant'Epifanio nel clero pavese. Nel 514, morto il vescovo Massimo, gli successe sulla cattedra episcopale di Pavia. Per incarico di Papa Ormisda si recò due volte a Costantinopoli, cercando di ricomporre lo scisma acaciano. Morì a Pavia nel 521. Le reliquie sono custodite nella basilica di San Michele. Numerosi i suoi scritti, che per erudizione e profondità ne fanno un Padre della Chiesa. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Pavia, sant’Ennodio, vescovo, che nei suoi inni esaltò la memoria e le chiese dei santi e fu generoso dispensatore di beni.
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Sant’Ennodio o meglio Ennodio Magno Felice (questi è il nome corretto) è una figura assai importante del secolo V, vescovo ma anche poeta e retore latino, senza ombra di dubbio una personalità di altissimo valore culturale e spirituale di quel secolo oscuro e frammentato per certi versi; l’alta stima generale verso la sua persona e la sua opera gli meritarono l’appellativo di confessore della fede e padre della Chiesa.
Originario della Gallia, nacque nel 473 o 474, probabilmente ad Arles da una famiglia dell'aristocrazia locale imparentata con la più alta nobiltà di Roma, si pensa potesse discendere da quel Felice Ennodio che fu proconsole d'Africa tra il 408 e il 423. Il padre sembra si chiamasse Firmino, lo stesso Ennodio difatti cita questo nome, accanto a quello di Geronzio, come uno dei due nonni di suo nipote Lupicino, sappiamo inoltre dell’esistenza di due sorelle e due nipoti: una, Euprepia, era madre di Lupicino, l'altra, di cui non conosciamo il nome, era madre di Partenio. Ennodio rimasto orfano in tenera età fu allevato dalla zia paterna nell'Italia settentrionale e piu precisamente a Pavia, città a cui legherà in modo particolare il suo nome e la sua opera, soprattutto più avanti come Vescovo. All'età di sedici anni, dunque verso il 489-490, perse la zia e si ritrovò solo in una regione che all'epoca era preda delle miserie conseguenti agli scontri armati tra Teodorico e Odoacre, tuttavia trovò rifugio presso una famiglia pia e facoltosa e si fidanzò con la figlia, ma per ragioni non troppo chiare (un'ipotesi e che la famiglia andasse in rovina a causa della guerra) il matrimonio non ebbe luogo. Verso il 493 sappiamo che entrò nel clero di Pavia, il cui vescovo era Epifanio, morto quest'ultimo il 21 gennaio del 496 (o 498), passò come diacono alla Chiesa di Milano, il cui vescovo Lorenzo (490-512) era suo parente ed è proprio al periodo milanese che risale la parte essenziale delle sue opere. Noto per il suo talento letterario, fu indotto a scrivere in difesa di papa Simmaco in occasione del lungo conflitto che oppose quest'ultimo al diacono Lorenzo. Questo sarà l’inizio di una visibilità sempre più forte nell’intera chiesa cattolica e occasione per ammirare la sua eloquenza ed erudizione dottrinale. Nel luglio del 511 fu colpito da una grave forma febbrile da cui sarebbe guarito per intercessione di s. Vittore, proprio a questa malattia si accompagnò una crisi morale che lo portò alla rinuncia delle futilità letterarie che sino allora aveva praticato con troppo compiacimento e ad una maturità di fede nel vivere con maggiore determinazione la sua vocazione. Nel 514 divenne vescovo di Pavia, trattandosi della città sede del Regno tutto lascia pensare che a questa nomina non fosse stato estraneo Teodorico, la sua opera di pastore fu intensa e contrassegnata dalla carità e dalla necessità di confermare nella retta dottrina clero e popolo. Nel 515 e nel 517, insieme con altri vescovi italiani, Ennodio prese parte ad alcune missioni inviate da papa Ormisda in Oriente per tentare di regolare il conflitto tra le due Chiese, questo sarà l’apice della sua operazione di diplomazia ecclesiastica a servizio del Papa e per il bene della Chiesa intera. Pochi anni dopo morì e come riporta il suo epitaffio fu inumato il 17 luglio 521.
Di Ennodio si conservano 9 libri di Epistole e Opuscoli, una raccolta di scritti in prosa e in versi di argomento vario, fra cui inni, descrizioni di viaggi, epigrammi, un panegirico a Teodorico (del507) e la biografia del suo predecessore Epifanio.
Autore: Don Luca Roveda
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