Nacque a Napoli in una famiglia profondamente cristiana, il 24 luglio 1663, figlio del magistrato Federico Cavalieri e di donna Elena d’Avenia di nobiltà spagnola; sua sorella Anna Cavalieri fu degna madre di s. Alfonso Maria de’ Liguori, stella di prima grandezza della Chiesa cattolica. Dopo aver intrapreso gli studi giuridici per desiderio del padre, Emilio Giacomo dopo un certo tempo assecondando la sua inclinazione alla vita religiosa, li lasciò ed entrò nella Congregazione dei Pii Operai fondata dal venerabile Carlo Carafa nel 1602 a Napoli; fu ammesso alla ”Oblazione” il 28 giugno 1684, partecipando da subito alle missioni popolari, tenute un po’ dovunque dai Pii Operai, specie nelle zone rurali. Ben presto fu nominato maestro delle sacre cerimonie e prefetto di sacrestia; a 24 anni fu ordinato sacerdote dal cardinale Antonio Pignatelli arcivescovo di Napoli, pugliese di origine, il quale divenuto papa con il nome di Innocenzo XII, lo volle presso di sé a Roma e nel 1694 resosi vacante da diocesi di Troia, che allora comprendeva anche Foggia, lo nominò vescovo della città, aveva quasi 31 anni. Governò per 32 anni, vivendo intensamente ed eroicamente tutte le virtù che concorrono alla formazione dei grandi santi. La sua santità si manifestò oltre che nella vita intima, nelle opere ed iniziative pastorali. Attuò nella diocesi i decreti del Concilio di Trento, istituì il seminario, dando particolare cura alla formazione e santificazione del clero; si adoperò per la restaurazione della disciplina della vita religiosa e fondò nuovi conventi maschili e femminili; favorì le Confraternite e ne creò altre, per avere un laicato impegnato nella chiesa e nella società civile. Fondò a Foggia un orfanotrofio femminile e iniziò la costruzione di una biblioteca aperta al pubblico; arricchì la diocesi di opere d’arte, alcune ancora esistenti, come i due Crocifissi in legno di Troia e di Foggia; iniziò un Istituto per la vita in comune del clero diocesano; favorì il sorgere della Congregazione dei Passionisti, come guida ed aiuto a s. Paolo della Croce il fondatore, chiamato dal vescovo Cavalieri a Troia; istituì un Conservatorio per le ‘pentite’ a Foggia. Le sue grandi passioni: Gesù Crocifisso, il Ss. Sacramento e la Vergine addolorata, sono ancora oggi ricordate nella diocesi con manifestazioni religiose da lui volute. Consumato dalle penitenze anche fisiche che si infliggeva, dalle lunghe ore in cattedrale in assorta preghiera, dalle molte amarezze ricevute, dalla estenuante fatica pastorale, morì a Troia l’11 agosto 1726 a 63 anni, dopo serena agonia e con il crocifisso sulle labbra. Il cordoglio per la sua morte fu unanime, i suoi resti mortali si conservano tuttora nella cappella dell’Assunta della cattedrale di Troia, in un bellissimo monumento funebre. Dopo la sua morte, la fama di santità si diffuse rapidamente, molte grazie si ottennero per sua intercessione, ma la causa per la sua beatificazione fu ostacolata dal terremoto del 1731, che distrusse completamente Foggia, danneggiando gravemente tutta la diocesi e poi dalla decadenza della Congregazione dei Pii Operai e dalla limitatezza della diocesi di Troia. La causa è stata introdotta ufficialmente il 3 marzo 1983, dalla nuova Congregazione dei “Pii Operai Catechisti Rurali (Missionari Ardorini)” nata dalla fusione nel 1943, degli antichi Pii Operai con i Catechisti Rurali (Missionari Ardorini) fondati dal servo di Dio don Gaetano Mauro a Montalto Uffugo (Cosenza) nel 1928.
Autore: Antonio Borrelli
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