Uno dei primi discepoli che affiancarono s. Alfonso Maria de’ Liguori e altra splendente figura della Congregazione del SS. Redentore. Nacque a Mola di Bari il 19 giugno 1701, ma trascorse la prima giovinezza a Putignano, dove il padre era medico condotto. Nel 1716 si trasferì a Napoli per studiare ed ebbe come compagno di studi ed amico il marchese de Marco, che successivamente diverrà ministro per molto tempo del re Ferdinando IV di Borbone. Si laureò nel 1725 divenendo brillante avvocato e procuratore del marchese del Vasto, intanto in lui si maturavano quei germogli di perfezione cristiana, inculcatigli dalla madre Barbara Pavia, morta poi in concetto di santità, fra le Terziarie Domenicane. Curò il sorgere della Congregazione dei medici, che aveva come fine, l’assistenza con spirito di carità, negli ospedali, negli ospizi e nei ricoveri per poveri; scelse come direttore spirituale padre Tommaso Falcone dei Pii Operai, che sarà poi vescovo di Castellammare di Stabia, dal 1730 al 1743 e direttore spirituale di s. Alfonso e del suo nascente Istituto. Tramite padre Falcone, Cesare Sportelli conobbe i progetti di s. Alfonso, con slancio generoso, distribuì i suoi beni in opere di rieducazione della gioventù e andò ad arruolarsi tra le fila dei compagni del santo, rimanendogli poi sempre fedele, anche quando altri disertarono. Fu ordinato sacerdote il 5 maggio 1737 e nonostante le cagionevoli condizioni di salute, percorse con le missioni popolari e gli esercizi al clero, buona parte della Campania e dell’Irpinia, operando conversioni con la parola e con l’esempio. Fu ascoltatissimo consultore dello stesso s. Alfonso; presiedette i Capitoli generali del 1743 e del 1746; fondò i collegi di Pagani e di Materdomini, che diresse con maestria, pur tra privazioni di ogni sorta. Morì a Pagani il 19 aprile 1750, a 49 anni “in gran concetto di santità”, come dichiarò lo stesso s. Alfonso, che iniziò a raccogliere le prime documentazioni, per introdurre il processo canonico per la beatificazione di questo suo primo collaboratore. Invece la sua causa si aprì solo nel 1893 e fu introdotta a Roma nel 1899; i processi proseguirono nel 1907 e dal 1934 è presso la Congregazione dei Riti.
Autore: Antonio Borrelli
|