Civita d’Antino, L'Aquila, 1034 ca.– Sezze, Latina, 1118
E' con san Carlo da Sezze il patrono della cittadina laziale in provincia di Latina. Nato ad Antena, oggi Civita d’Antino (L’Aquila) intorno al 1026, giunse a Sezze nel 1046 e vi edificò il monastero benedettino di Santa Cecilia, di cui divenne abate. Con i suoi monaci si dedicò alla bonifica del territorio paludoso del comprensorio monastico, che si estendeva tra la città e i territori del ducato di Sermoneta. San Lidano morì nel 1118. La sua opera fu distrutta da Federico II. In seguito Gregorio IX nel 1232 trasferì i restanti beni del monastero al convento Florense di Anagni. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Sezze nel Lazio, san Lidano, abate e fondatore del monastero del luogo, che cercò di bonificare il terreno dei monaci dalla malsana palude circostante.
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Il santo abate nacque nel terzo decennio dell’XI secolo a ‘Civitas Antena’, attuale Civita d’Antino, provincia de L’Aquila; a nove anni entrò a far parte del monastero di Montecassino.
Giunto nella maggiore età, una parte del suo patrimonio ereditato dalla famiglia, venne destinato, con il consenso dell’abate Richerio I (1038-1055) di Montecassino, alla costruzione di un monastero con annessa chiesa, alle falde del monte Antoniano, nel cuore delle paludi Pontine, diocesi di Sezze.
La zona conserva ancora il nome di Quarto S. Lidano, infatti egli visse per settantadue anni in questo monastero, di cui era divenuto abate.
Lidano morì nel 1118 e venne sepolto nella chiesa del suo cenobio, restò lì fino alla distruzione della chiesa, avvenuta durante la lotta tra l’imperatore Federico II (1194-1250) e il papato; le reliquie furono traslate nella cattedrale di Sezze, per volontà del vescovo Drusino.
Altri Atti ufficiali ci ricordano il culto tributatogli nella zona pontina; nel 1312 la più grande delle campane della cattedrale, tuttora esistente, venne dedicata a s. Lidano e nel 1473, il magistrato della città, s’impegnò con atto notarile ad offrire in onore del santo, un calice d’argento ogni due anni.
Papa Leone X (1475-1521) ne confermò il culto e disciplinò la festa stabilita dagli Statuti della città setina (Sezze); nel 1606 ci fu la ricognizione delle reliquie, con la costruzione di un nuovo altare, completato nel 1672, con una tribuna in legno dorato.
San Carlo da Sezze francescano del 1670, portava sempre con sé una reliquia del santo e con essa benedisse, l’ammalato papa Clemente IX.
Pio VI il 9 aprile 1791, concesse l’ufficio proprio e la solenne festività del 2 luglio. Un codice del secolo XIV, conservato nell’Archivio capitolare di Sezze, contiene la più antica immagine di Lidano con la narrazione della sua vita, egli è raffigurato con abiti monacali benedettini, con nelle mani il libro della Regola ed il pastorale di abate.
Autore: Antonio Borrelli
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