Ispica, Ragusa, 30 gennaio 1877 - Santa Marinella, Roma, 4 luglio 1957
Rosa Curcio nacque a Ispica, in provincia di Ragusa e diocesi di Noto, il 30 gennaio 1877. A undici anni lesse la vita di santa Teresa di Gesù: due anni dopo, a fatica, ottenne il consenso per iscriversi al Terz’Ordine Carmelitano. Dopo la morte del padre, entrò a venticinque anni tra le Domenicane del suo paese. La sua permanenza fu di poco tempo: Rosa, infatti, era persuasa di dover far rifiorire il Carmelo a partire da Ispica. Fece una prima esperienza di vita comune con alcune compagne, ma dovette trasferirsi con loro a Ragusa. Grazie all’intervento di padre Lorenzo van den Eerenbeemt, carmelitano, riuscì ad avviare la sua fondazione, le Suore Carmelitane di Santa Teresa di Gesù Bambino. Madre Maria Crocifissa (era lo stesso nome che aveva assunto diventando terziaria carmelitana) guidò la congregazione nell’espansione missionaria e nell’amore verso i poveri. Morì il 4 luglio 1957. È stata beatificata il 13 novembre 2005 nella Basilica di San Pietro, sotto il pontificato di papa Benedetto XVI, insieme a fratel Charles de Foucauld e a madre Maria Pia Mastena. I suoi resti mortali, traslati il 16 giugno 1991, sono venerati nella cappella a lei dedicata presso la Casa madre delle Suore Carmelitane di Santa Teresa di Gesù Bambino a Santa Marinella, in via del Carmelo 3.
La sua memoria liturgica cade il 4 luglio, giorno anniversario della sua nascita al Cielo.
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Settima di dieci figli, Rosa nasce nel 1877 a Ispica, nella Sicilia sud-orientale, in una famiglia di solidi principi ma di antico stampo, che non può concepire per la donna una realizzazione diversa se non nell’ambito familiare.
È per questo che papà non le permette di andare oltre la sesta elementare, anche se a detta di tutti avrebbe intelligenza e memoria per proseguire gli studi. Ed è anche per questo che nessuno in famiglia vede di buon occhio la sua religiosità e il suo desiderio di partecipare alle funzioni nella vicina chiesa parrocchiale, perché questo la porterebbe troppo spesso fuori casa.
Figurarsi, poi, accettare la vocazione religiosa, che lei sente nascere sempre più prepotentemente in cuore. Perché a 11 anni Rosa, leggendo casualmente la vita di Santa Teresa di Gesù, impara a conoscere ed amare il Carmelo ed inizia a pensare seriamente alla vita religiosa. A 13 anni riesce a strappare a papà il permesso di iscriversi al Terz’Ordine Carmelitano, ma prima di poter fare anche solo una breve esperienza in convento deve aspettare che questi chiuda gli occhi.
Eccola a 25 anni tra le suore Domenicane del suo paese, dove però si ferma poco perché “sente” che la sua missione specifica è «far rifiorire il Carmelo» a Ispica e non solo. Pur di averla vicina e sotto controllo, i fratelli le concedono alcuni locali nella casa paterna, dove Rosa fa una prima esperienza di vita comune con alcune amiche, ma il loro fervore religioso finisce per disturbare tutto il vicinato.
Così, con il suo piccolo seguito, Rosa si trasferisce a Modica, per assumere la gestione di un ospizio che offre assistenza a ragazze orfane o comunque bisognose, mentre cerca di dare forma ad una nuova famiglia religiosa. Progetto non condiviso dal nuovo vescovo di Noto, che vorrebbe farle confluire in una congregazione domenicana già esistente in diocesi, e così per Rosa cominciano i primi contrasti e le prime incomprensioni.
Che non sia questa la sua strada lei se ne accorge a 47 anni, quando finalmente incontra un carmelitano, padre Lorenzo van den Eerenbeemt, che sta cercando un gruppo di carmelitane pronte ad andare in Indonesia e che vede in lei la stoffa della fondatrice di una congregazione nuova con vocazione missionaria.
Trova “casa” a Santa Marinella, sulla costa laziale a nord di Roma, e nel 1925 si gettano le fondamenta della congregazione delle Suore Carmelitane di Santa Teresa di Gesù Bambino. «Non dimenticare i poveri» e «portare anime a Dio» diventano gli obiettivi che Madre Maria Crocifissa (nuovo nome che Rosa ha assunto) assegna alle sue suore, che crescono di numero e si spargono nel mondo: nel 1947 raggiungono il Brasile, ma negli anni successivi andranno anche in Canada, Tanzania e nelle Filippine.
In un intenso colloquio con Dio, con frequenti esperienze mistiche, in un crescendo di amore all’Eucaristia e di devozione alla Madonna del Carmine, madre Maria Crocifissa Curcio si prepara all’incontro definitivo con il suo Signore, che avviene il 4 luglio 1957.
La sua beatificazione, prevista ad aprile 2005 e rinviata per la morte di Giovanni Paolo II, è avvenuta nella basilica di San Pietro il 13 novembre dello stesso anno. A presiederla, come delegato del Santo Padre, il cardinal José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Autore: Gianpiero Pettiti
Maria Crocifissa Curcio, al secolo Rosa, nasce a Ispica (Rg) il 30 gennaio 1877, da famiglia agiata e viene battezzata con il nome di Rosa. Dopo la sesta elementare, nonostante sia ben riuscita negli studi, il padre le impone di dedicarsi ai lavori femminili sotto la guida materna.
Avida di conoscenze, trova conforto tra i libri della ben nutrita biblioteca familiare, nella quale s’imbatte casualmente nella Vita di Santa Teresa di Gesù. Così conosce e ama la vista spirituale e il Carmelo, aprendola allo “studio delle cose celesti”.
Il padre e la maggioranza dei parenti la ostacolano costantemente nella frequenza ai sacramenti e in ogni altro impegno di vita cristiana. Nel 1890, all’età di tredici anni, ottiene il permesso di iscriversi al Terz’ordine Carmelitano, recentemente rifondato in paese da un sacerdote diocesano, e attraverso la conoscenza della spiritualità carmelitana comprende meglio i progetti di Dio su di lei. Assume qui il nome di sr M. Crocifissa. Da Maria, la “tenera madre del Carmelo”, comprende di avere “la missione di far rifiorire il Carmelo nel suo paese e in molti altri” e di doverla realizzare “riunendosi con altre compagne” (Ricordi) .
A quest’epoca risale la sua prima esperienza mistica: «Mentre ero intenta ad un'occupazione mi sembrò di vedere il Cuore di Gesù, e chiamandomi col mio nome di Rosa del mio cuore, mi scoprì il suo Divin Cuore e lessi questa espressione scritta a caratteri d'oro» (Ricordi) .
Dopo la morte del padre, trascorre un breve periodo di esperienza presso le suore Domenicane residenti in paese, con la benedizione e la guida di mons. Giovanni Blandini, vescovo di Noto, raccoglie attorno a sé alcune giovani Terziarie Carmelitane, con le quali conduce vita comune nella casa paterna, dedicandosi alla preghiera, alla penitenza, all’accoglienza di ragazze alle quali insegna il ricamo e bambini che istruisce nella dottrina cristiana.
Costretta a trasferirsi a Modica nel 1912, con le compagne assume la gestione del “conservatorio ‘Carmela Polara’ ”, per accogliere orfane ed educande. Mentre segue l’iter per il riconoscimento diocesano, il vescovo Blandini muore e il suo successore, mons. Giuseppe Vizzini, cerca di convincere sr M. Crocifissa a entrare in una congregazione diocesana di spiritualità domenicana. Il rifiuto di “cambiare vocazione” provoca la reazione del prelato e la conseguente impossibilità di ricevere il riconoscimento ecclesiastico. Trascorrono lunghi anni di sofferenza silenziosa in un ambiente ecclesiale che si fa gradualmente sempre più difficile per sr M. Crocifissa e le sue compagne. Ella chiede aiuto molte volte a religiosi e vescovi carmelitani per via epistolare, ma tutto sembra inutile.
Nel giugno del 1924 una delle sue lettere viene consegnata a un religioso carmelitano olandese residente a Roma: padre Lorenzo van den Eerenbeemt, delegato per le missioni della sua provincia e professore di sacra Scrittura al collegio internazionale “S. Alberto”. Egli sta cercando una congregazione di Carmelitane disposte a prestare collaborazione ai Carmelitani operanti nell’isola indonesiana di Giava e, perciò, si mette subito in contatto con sr M. Crocifissa.
Dopo un tentativo fallito di fondazione a Napoli, questa giunge a Roma il 17 maggio 1925 per la canonizzazione di s. Teresa di Gesù bambino e il giorno seguente, accompagnata da lui, che ormai ne condivide in pieno l’ideale missionario, visita S. Marinella, sulla costa laziale a nord di Roma, e vi scopre il luogo dove poter finalmente realizzare i disegni di Dio.
Il 3 luglio 1925 vi si stabilisce definitivamente con alcune compagne e il 16 seguente riceve il tanto desiderato sigillo dell’appartenenza al Carmelo con l’affiliazione all’Ordine Carmelitano.
Nel 1930, anche se sofferenze e croci continuano a colpire, il suo piccolo nucleo di religiose ottiene il riconoscimento della Chiesa con l’approvazione dall’Ordinario della Diocesi di Porto S. Rufina. Nel frattempo, padre Lorenzo ha dovuto farsi incardinare nella diocesi e viene incaricato della cura pastorale della zona “Pirgus” di Santa Marinella, che poi sarà una parrocchia affidata ai Frati Carmelitani.
Gradualmente, il piccolo istituto cresce in Italia e all’ estero. Nel dicembre 1947, poco dopo la fine della guerra, madre M. Crocifissa realizza il sogno di una missione in terre lontane e invia le prime figlie in Brasile: «Va’, figlia dei miei sogni giovanili, io sono vecchia e non posso andare: mando te per me e non dimenticare i poveri».
”Portare anime a Dio” è l’unico obiettivo che anima le sue molteplici iniziative e attività spirituali e di conduzione della congregazione. Scrive nel diario spirituale: «Padre mio, Gesù ha bisogno di queste anime restauratrici della povera umanità, me lo ripete sempre con diverse e mille espressioni sempre nuove, il Cuore di Gesù Eucaristico. È una delle importanti Missioni che ci ha affidato in questa novella Istituzione. Ecco perché ci ha portato in questo paese che vive nell'indifferenza, non sente nessun bisogno di Dio, non pensa che ha un'anima da salvare» (3/12/1925). Il corrispettivo si trova nelle lettere che scrive a una figlia: « Nel Cuore SS. di Gesù abbandoniamoci e viviamo in questo Oceano di fuoco d’amore, per avere la luce, la forza nelle nostre azioni, per comunicare tale luce d’amore alle anime a noi affidate, con la carità, con la dolcezza e umiltà della Sorgente Eucaristica. Beata l’anima che vive con questo intimo segreto dei Santi, sforziamoci di raggiungere anche noi questo grado d’Amore che è il segreto della perfezione religiosa che abbiamo giurato di raggiungere, farci sante! Nella vita attiva è di sostegno l’intimità con Dio e si deve acquistare a qualunque sforzo perché è essenziale per i disegni divini su ciascuna di noi, far del bene alle anime è la nostra Missione , ma questa attività dovrà finire in noi la perfezione, l’Amore verso Colui che ci ama infinitamente» (14/6/1939) .
Il 4 luglio 1957 in S. Marinella si ricongiunge per sempre al Cristo suo Sposo, lasciando nel cuore di tutti un vivo ricordo della sua santità.
Il suo corpo riposa nella Casa madre della congregazione dal 16 giugno 1991 e lo si può venerare nella cappella a lei dedicata in via del Carmelo, 3 a Santa Marinella, Roma.
Il 12 febbraio 1989 il vescovo della diocesi Portuense, mons. Diego Bona ha avviato il processo per la sua Beatificazione che si è concluso presso la Congregazione per le Cause dei Santi il 19 ottobre 2004.
E' stata beatificata in San Pietro il 13 novembre 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI.
Autore: Suor M. Nerina de Simone
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