Il nome di questo santo abate della celebre abbazia di Montevergine in Irpinia, compare nella lista degli abati e governò dal 1206 al 1219. Si dimostrò un attivissimo Superiore Generale della Congregazione Verginiana, fondata da S. Guglielmo da Vercelli; saggio amministratore dei beni feudali dell’abbazia, allargò il campo di azione dei monaci verginiani, con nuove fondazioni alle dipendenze della Casa madre, non solo nell’Italia Meridionale, ma anche in Sicilia, dove fondò il monastero della Roccella presso Collesano (Palermo). Per la sua oculata amministrazione, si guadagnò largamente la stima ed il favore dell’imperatore Federico II, il quale elargì all’abbazia di Montevergine, grazie, privilegi ed esenzioni. Un’antica tradizione narra che dopo la sua morte, avvenuta nel 1219, il corpo fu trasportato nella città di Acerno (Salerno), suo paese d’origine. E in questa cittadina fin dal ‘500 se ne celebrava la festa ‘ab immemorabili’ con il titolo di santo, nella seconda domenica di luglio, poi soppressa nel 1836; a Montevergine invece giacché non c’era il corpo, non se ne celebrava la memoria. È abbinato nella celebrazione con altri abati di Montevergine, Berardo, Marco, Pascasio ed il monaco Giodaco, al 13 novembre, ma le notizie che li riguardano sono incertissime e scarse; di essi Donato è l’unico noto nella storia dell’Abbazia.
Autore: Antonio Borrelli
|