V secolo
Visse al tempo della dominazione vandalica in Sicilia. Fu l'ottavo vescovo di Palermo. Venne esiliato in Africa verso il 450 assieme ai suoi compagni cristiani. Riscattato dalla pietà di alcuni fedeli o di qualche vescovo Africano, passò in Sardegna e quindi nell’isola di Montecristo e, infine, in quella del Giglio, dove morì. Fondò diversi monasteri, qualcuno anche per monache eremite tra le quali ricordiamo i nomi di Ninfa e forse Oliva. Una parte delle sue reliquie furono portate a Roma nella chiesa di S. Maria in Monticelli e, un secolo dopo, anche a Spoleto.
Emblema: Drago
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Mamiliano (o Massimiliano) di nazionalità incerta, visse nel secolo V (dal 440 al 480); la cronotassi dei Vescovi di Palermo vuole che sia stato l’ottavo (455-479).
Durante la persecuzione Vandalica (verso l’anno 450) in seguito ad una persecuzione religiosa per opera degli Ariani (o di qualche vescovo ariano) fu mandato in esilio in Africa, forse a Cartagine.
Di là riscattato, o dalla pietà dei fedeli o da qualche vescovo africano (S. Paolino da Nola ?), si ritirò in Sardegna e poi in una delle Isole dell’Arcipelago Toscano, ove visse una vita eremitica e dove pare abbia fondato parecchi monasteri, anche per monache eremite tra le quali si ricordano Ninfa e forse anche Oliva (Cala d’Oliva all’Asinara, nda).
Ebbe parecchi compagni di esilio che vissero con lui la vita eremitica, tra cui la tradizione ricorda: Senzio, presbitero, Eustochio, Procolo, Golbodeo, a cui nella schiavitù africana si aggiunsero Lustro, Vindemio, Teodosio, Aurelio, Rustico, detti tutti Monaci. Il Martirologio dei Basiliani d’Italia e la Bibliotheca Sanctorum li vogliono dell’Ordine di San Basilio.
Morì nell’Isola di Monte Giove (detta poi di Montecristo), in un famoso Monastero o Abbazia.
Il culto del santo sacerdote, presentato come Vescovo e Martire da leggende assai posteriori è intimamente connesso con la diffusione del Vangelo nell'Arcipelago toscano e nella bassa Maremma.
E’ stato uno dei primi evangelizzatori della Toscana ed ancora oggi il suo culto è diffuso tra i marinai dell’Arcipelago Toscano, specialmente all’Elba ed al Giglio, ove è festeggiato al 15 settembre.
E' il Patrono principale della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello (GR).
Le sue Reliquie furono trasportate in tempi diversi a Sovana nella Concattedrale, a Spoleto, a Roma (in S. Maria in Monticelli) e parte della testa, nel 1658, nella Cattedrale di Palermo.
Nella Diocesi di Palermo è celebrato al 16 giugno, data della prima Invenzione delle Reliquie a Sovana (per un errore del Mongitore). Dal 1976 è il Patrono Secondario dell’Arcidiocesi di Palermo, dopo essere stato celebrato come Patrono principale dal 1625 circa.
Autore: Ugo Russo
Note:
La Diocesi di Palermo lo festeggia il 16 giugno.
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