Saverdun, Francia, XIII secolo – Avignone, Francia, 25 aprile 1342
(Papa dal 08/01/1335 al 25/04/1342) Nato da una famiglia modesta della Contea di Foix, divenne un monaco cistercense a Boulbonne e in seguito a Fontfroide da suo zio, Arnaud Nouvel, che lo inviò a studiare a Parigi al collegio Saint-Bernard. Maestro di teologia, successe a suo zio come abate di Fontfroide nel 1311. Vescovo di Pamiers nel 1317, portò avanti attivamente la lotta contro i seguaci del Catarismo. Nel 1326, diventa vescovo di Mirepoix e cardinale della sede di Santa Prisca nel 1327. Soprannominato il cardinale bianco - poiché aveva mantenuto la sua veste da cistercense - fu un uomo austero e ardente, che intervenne con autorità in tutti i dibattiti teologici del momento: povertà evangelica, fraticelli, visione beatifica. Su quest'ultimo punto, fisserà la dottrina nella sua "Benedictus Deus" del 1336. Eletto Papa il 20 dicembre 1334 alla morte di Papa Giovanni XXII, fece pace con l'Imperatore Luigi che era stato precedentemente scomunicato e per quanto possibile scese a patti con l'Ordine Francescano, che era all'epoca in contrasto con la sede romana. Tentato di riportare la sede pontificia a Roma nel 1335, alla fine si accontenterà di dimorare ad Avignone, dove costruirà il primo palazzo pontificio, la cui austerità architettonica ben riflette la personalità di Benedetto XII. Non rifiuterà comunque di dare un certo decoro all'edificio, motivo per cui chiamerà presso di se il pittore senese Simone Martini. Metterà ordine nel sistema di collazione dei benefici e di conseguenza il fisco pontificio. Presso i Cistercensi è stato considerato sin dal secolo XV quale Beato e l’agiografo Saussay nel suo ‘Martyrologium Gallicanum’ lo pone al 25 aprile. Non risulta essere mai stata aperta la causa per ottenenrne dalla Santa Sede la conferma di culto. Il suo corpo riposa ancora oggi nella momumentale tomba posta nella navata sinistra della Cattedrale di Avignone.
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E’ il terzo papa del periodo avignonese; presso i Cistercensi ha avuto sin dal secolo XV un culto come beato e l’agiografo Saussay nel suo ‘Martyrologium Gallicanum’ lo pone al 25 aprile; ma pur essendo catalogato come beato nella ‘Bibliotheca Sanctorum’, non risulta un culto ufficiale, quindi è da considerare una venerabile figura di testimone della fede, del suo tempo.
Il suo nome era Giacomo Fournier ed era nato nel XIII secolo a Saverdun nella diocesi di Pamiers, il padre era mugnaio e la madre proveniva da umile famiglia.
Giovanissimo entrò nell’abbazia cistercense di Boulbonne, proseguì gli studi a Parigi nel collegio dei ‘Bernardini’, dove si laureò in teologia; poi andò nell’abbazia di Font-Froide, dove nel 1311 ne divenne abate. Sei anni dopo fu fatto vescovo di Pamiers e nel 1326 vescovo di Mirepoix; nelle due diocesi dimostrò grande zelo contro gli Albigesi ed i Valdesi.
Il 18 dicembre 1327 fu elevato alla dignità cardinalizia da papa Giovanni XXII (1316-1334) e quando lo stesso papa morì ad Avignone il 20 dicembre 1334, Giacomo Fournier venne eletto a succedergli dai cardinali presenti ad Avignone; venne incoronato nella chiesa dei Domenicani l’8 gennaio 1335.
Brillò, nel suo pontificato, per sapienza, santità di vita e fortezza nel governare la Chiesa, austero nei costumi, si preoccupò di eliminare gli abusi della corte pontificia, obbligando i vescovi di risiedere nelle diocesi di cui avevano la cura delle anime; vietò il cumulo dei benefici, soppresse i privilegi concessi dai suoi predecessori, diede regole rigorose ai monaci rilassati, riformò gli Ordini Benedettino, Francescano e Domenicano, condannò il movimento dei “Fraticelli”.
(I ‘Fraticelli’ furono dichiarati eretici da papa Giovanni XXII nel 1317; essi erano religiosi dell’Ordine Francescano, fautori di un rigido rispetto della Regola della povertà assoluta e raccolti in una setta eterodossa e scismatica; si ricollegavano al movimento degli ‘Spirituali’, furono in un primo tempo autorizzati da papa Celestino V nel 1294, ma poi questo privilegio fu soppresso dal 1295 da papa Bonifacio VIII. Il loro estremismo li portò a dichiarare eretici e decaduti sia papa Giovanni XXII, sia i vescovi che l’appoggiavano; proclamando alcuni gruppi di essi, un proprio papa e propri vescovi; fuori dall’Italia presero forma nei movimenti laicali dei ‘bizzochi’ o ‘beghini’).
Papa Benedetto XII definì, a seguito di discussioni sulla visione beatifica di Dio di quel periodo, che le anime dei bambini battezzati e le anime dei giusti, sono ammesse subito alla visione dell’Eterno.
Come sovrano dello Stato Pontificio, assoggettò Bologna, ebbe buoni rapporti con i principi d’Europa, Filippo VI re di Francia, l’obbligò a vivere in Francia; gli viene rimproverato per questo di aver fatto costruire il palazzo pontificio ad Avignone, rendendo più problematico un’eventuale futuro ritorno a Roma; ad ogni modo le turbolenze esistenti nella Città Capitolina, rendevano inopportuno il ritorno del papa, anche il tentativo di portare la Curia papale almeno nell’Italia Settentrionale, risultò inattuabile.
Fece il rifacimento dei tetti della Basilica di S. Pietro, riordinò il governo civile di Roma; contrario al nepotismo, non favorì i parenti, solo suo nipote Giovanni di Cardone, persona da tutti stimata, fu promosso vescovo di Arles nel 1341.
Per la sua austerità si fece parecchi nemici, che lo denigrarono con contumelie anche scritte, ma Benedetto XII non raffreddò il suo zelo; nella vita privata riprendeva le vesti monastiche cistercensi, osservando il regime del chiostro.
Morì ad Avignone il 25 aprile 1342, dopo sette anni di intenso pontificato e venne sepolto nella cattedrale cittadina.
Autore: Antonio Borrelli
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