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† Spagna, luglio-ottobre 1936
Don Pedro Ruiz de los Paños e i suoi otto compagni erano tutti formatori di futuri sacerdoti, secondo le finalità della Fraternità dei Sacerdoti Operai del Cuore di Gesù, fondata nel 1881 da don Manuel Domingo y Sol (beatificato nel 1987). Educatori in vari Seminari, cercavano di farsi amare dagli allievi restando al loro fianco e creando, come insegnava il fondatore, un ambiente familiare negli anni della loro formazione. Pur essendo consapevoli della situazione politica in corso in Spagna e delle sempre più pressanti azioni persecutorie contro la Chiesa, rimasero ai loro posti finché fu possibile. Dopo aver cercato di mettere in salvo i seminaristi, provarono a rifugiarsi in case di amici, ma vennero arrestati e fucilati in varie località. Furono beatificati il 1° ottobre 1995 dal Papa san Giovanni Paolo II, i primi riconosciuti come martiri tra i trenta Sacerdoti Operai uccisi durante la medesima persecuzione (gli altri furono beatificati nel 2013, nel 2017 e nel 2021). La loro memoria liturgica cade il 23 luglio, giorno della nascita al Cielo dei primi due, don Pedro Ruiz de los Paños (identificato come capo del gruppo) e don José Sala Picó. I loro resti mortali sono venerati nel mausoleo dei martiri del Tempio della Riparazione di Tortosa, tranne quelli di don Pedro, custoditi a Valladolid, nella cappella della casa centrale delle suore Discepole di Gesù, da lui fondate.
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Don Pedro Ruiz de los Paños e i suoi otto compagni erano tutti formatori di futuri sacerdoti, secondo le finalità della Fraternità dei Sacerdoti Operai del Cuore di Gesù, fondata nel 1881 da don Manuel Domingo y Sol (beatificato nel 1987).
Formare nuovi pastori è un gesto profetico, è anticipare il futuro della Chiesa: questo fu il loro denominatore comune dal punto di vista ministeriale, che li vide spendere la propria vita tra le mura di vari Seminari.
Non limitavano la formazione alla disciplina: amavano e si facevano amare dagli allievi. La presenza tra di loro era continua, caratterizzata, secondo testimoni, da una «carità quasi materna verso i seminaristi», con il contatto personale con ogni studente e la preziosa attenzione prestata ai malati.
Conoscevano non solo i seminaristi, ma anche le loro famiglie e i sacerdoti delle parrocchie di provenienza. In loro risaltava la dedizione esclusiva al Seminario, a scapito di tutte le altre occupazioni e persino di offerte di lavoro umanamente più allettanti.
Sebbene dotati di tanti titoli nel campo dell’insegnamento, in teologia, nelle lingue, essi vennero ricordati dagli studenti per la loro bontà, pazienza e umiltà. Si adoperarono per creare anzitutto un ambiente familiare nella comunità del proprio Seminario. Si preoccuparono della formazione liturgica e musicale dei seminaristi, ottenendo ottimi risultati. Inoltre si sforzarono d’innalzare il livello accademico e la qualità della vita comunitaria ed ebbero grande attenzione e sollecitudine per le vocazioni sacerdotali.
Pur consapevoli della tragedia che incombeva sulla Spagna, a causa della guerra civile, essi rimasero ai loro posti fino all’ultimo, infondendo agli altri sacerdoti e seminaristi lo spirito del martirio. Molti di loro accettarono così, in pace, la suprema prova.
Solo negli ultimissimi giorni, dopo aver tentato di mettere in salvo le comunità dei seminaristi loro affidati, da soli o a gruppetti, lasciarono i Seminari cercando di nascondersi in case di sacerdoti o amici, ma poi furono presi dai rivoluzionari e uccisi, quasi sempre in prossimità dei cimiteri delle città.
Il gruppo dei nove martiri è capeggiato da don Pedro Ruiz de los Paños, che tentò anche di avviare la fondazione di una congregazione femminile, le Discepole di Gesù, che proseguirono il loro cammino anche dopo il suo martirio.
Furono beatificati il 1° ottobre 1995 dal Papa san Giovanni Paolo II. Il Martirologio Romano li commemora singolarmente nei giorni delle loro nascite al Cielo, ma la loro memoria liturgica di gruppo ricorre il 23 luglio, data in cui vennero assassinati don Pedro e don José Sala Picó.
Alla loro beatificazione seguirono quelle di altri venti Sacerdoti Operai morti nella medesima persecuzione: don Joaquin Jovaní Marín e quattordici compagni (13 ottobre 2013); don Agustín Sabater Paulo e don Ángel Alonso Escribano (25 marzo 2017); don Francisco Cástor Sojo López e quattro compagni (30 ottobre 2021).
L’elenco
91462 - Pedro Ruiz de los Paños, 54 anni
93970 - José Sala Picó, 47 anni
† 23 luglio 1936 a Toledo, Paseo del Transito
65810 - Guillermo Plaza Hernández, 28 anni
† 9 agosto 1936 ad Arges, Toledo
75070 - Recaredo Centelles Abad, 32 anni
† 25 ottobre 1936 a Nules, Castellón
66590 - Martín Martínez Pascual, 25 anni
† 18 agosto 1936 a Valdealgorfa
66010 - Antonio Perulles Estivill, 44 anni
† 12 agosto 1936 a Marsá, Tarragona
69070 - José Pascual Carda Saporta, 42 anni
† 4 settembre 1936 a Oropesa, Castellón
95734 - Isidoro Bover Oliver, 46 anni
† 2 ottobre 1936 a Castellón
66160 - José Peris Polo, 46 anni
† 15 agosto 1936 ad Almazora, Castellón
Autore: Antonio Borrelli
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