Visse la sua lunga vita di 92 anni sempre nella città di Napoli, dove era nato il 1° giugno 1761; popolare figura di sacerdote dei quartieri più poveri di Napoli, ma nel contempo ricercato come direttore spirituale da cardinali e vescovi. Fece parte del clero diocesano fino a 60 anni, poi divenne religioso barnabita, entrando nell’Ordine fondato nel XVI secolo da s. Antonio Maria Zaccaria; contribuì molto al ristabilimento dei barnabiti in Napoli, dopo la soppressione napoleonica degli Ordini religiosi. Fece la professione nel 1823 e addetto subito alla formazione dei novizi; tenne questo compito per 15 anni, preparando nella Congregazione uomini di grande valore, i quali portarono nella provincia barnabita di Napoli, una grande vitalità. Nel 1838 divenne superiore del collegio di S. Giuseppe a Pontecorvo, sede di un fiorente convitto giovanile; poi venne trasferito nella centralissima chiesa di S. Maria di Caravaggio in Piazza Dante. Ormai in età avanzata, divenne un modello per i confratelli per puntualità, pazienza, serenità, unione con Dio; continuando un apostolato attivo fra la povera gente dei Quartieri Spagnoli, posti alle spalle della chiesa, che aiutava spiritualmente e materialmente. Fu ammirato da tutti, nonostante cercasse di vivere nel nascondimento, negli ultimi tre anni di vita, sopportò con pazienza e rassegnazione penosissime malattie. Morì a Resina (attuale Ercolano) dove era per qualche giorno, il 17 giugno 1853; per le pressioni popolari, le Autorità civili permisero che venisse sepolto nei sotterranei della chiesa di Napoli in Piazza Dante, nonostante le leggi vigenti contrarie; qui iniziò un continuo pellegrinaggio di devoti cittadini ed è tuttora in questa cripta. Il processo per la sua beatificazione fu aperto il 7 gennaio 1930.
Autore: Antonio Borrelli
|