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Beata Maria Candida dell’Eucaristia (Maria Barba) Carmelitana Scalza

Festa: 12 giugno

Catanzaro, 16 gennaio 1884 - Ragusa, 12 giugno 1949

Nata il 16 gennaio 1884 a Catanzaro, Maria Barba visse poi a Palermo. A 14 anni, come consuetudine per le ragazze dell’epoca, interruppe gli studi. Un anno dopo iniziò il suo cambiamento e la sua profonda venerazione per l’Eucaristia, arrivata fino all’estasi. Rimase però in famiglia per altri vent’anni, divenendone il sostegno. A 35 anni, finalmente, su consiglio dell’arcivescovo di Palermo, cardinale Lualdi, entrò nel monastero delle Carmelitane Scalze di Ragusa. Aveva maturato quella scelta dopo la lettura della «Storia di un’anima» di santa Teresa di Lisieux. Il distacco dalla famiglia fu straziante; i fratelli non andarono neppure a salutarla. Diventata suor Maria Candida dell’Eucaristia, fu priora del monastero dal 1924 al 1947, eccettuato il triennio 1930-‘33. Restaurò tre antichi monasteri in Sicilia e fu l’artefice del ritorno dei Carmelitani Scalzi sull’isola nel 1946. Incaricata di fondare un nuovo Carmelo a Siracusa, non vide l’opera completa. Morì, infatti, il 12 giugno del 1949. È stata beatificata dal Papa san Giovanni Paolo II il 21 marzo 2004. I suoi resti mortali sono venerati nella chiesa del monastero delle Carmelitane Scalze a Ragusa, sotto l’altare maggiore.

Martirologio Romano: A Ragusa, beata Maria Candida dell’Eucaristia Barba, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, che, dando prova di profonda osservanza della vita consacrata e della regola, si dedicò attivamente alla costruzione di nuovi monasteri.


Famiglia e primi anni
I genitori le avevano programmato una vita assolutamente normale, in sintonia con la mentalità sicula di fine Ottocento. E la vita di Maria Barba per 35 anni è normalissima e nascosta, come quella di Cristo a Nazaret.
Nasce a Catanzaro il 16 gennaio 1884, in una famiglia borghese. Viene battezzata tre giorni dopo la nascita. Suo padre, Pietro, è consigliere della Corte d’Appello. Sua madre, Giovanna Florena, si prende invece cura dei numerosi figli: ne ha avuti dodici (Maria è la penultima), ma cinque sono morti in tenera età.
Tornata con la famiglia a Palermo, bambina sveglia e vivace, vorrebbe bruciare le tappe per poter ricevere Gesù e aspetta il ritorno della mamma da messa per ricevere da lei un bacio o un respiro che le “trasmetta” Gesù: un amore per l’Eucaristia che nessuno le ha insegnato o inculcato, ma che sembra nato con lei.

La “prima conversione” di Maria
A 15 anni la prima svolta, quella che lei chiamerà la «prima conversione». La ragazzina avviata ad una brillante vita sociale sente per la prima volta il fortissimo desiderio di essere «tutta di Gesù», per realizzare in pieno la sua «vocazione per l’Eucaristia» con l’aiuto della spiritualità carmelitana che ha conosciuto grazie alla «Storia di un’anima» di santa Teresa di Gesù Bambino.
La famiglia non accetta e non si lascia neanche sfiorare dall’idea che lei possa farsi suora e questo si trasforma in aperta opposizione quando, morti entrambi i genitori, sono i suoi fratelli a sentirsi responsabili di lei.
Giudicano eccessivi certi suoi slanci spirituali, le sue preghiere e le sue devozioni e arrivano a limitare anche la sua partecipazione alle funzioni religiose perché non le permettono di uscire sola da casa. «Croce ben grande e tormentosa» diventa in quel periodo non poter ricevere la Comunione con la frequenza cui è abituata.

Nel Carmelo di Ragusa
Maria, in silenzio e carità, accetta questa incomprensione familiare e per 20 anni si prende cura della casa. Il 13 novembre 1911, quasi clandestinamente, riceve il Sacramento della Cresima.
Ferma e risoluta, a 35 anni riesce ad entrare nel poverissimo convento delle Carmelitane Scalze di Ragusa. Alla partenza i fratelli si rifiutano di salutarla e da quel giorno manterranno con lei un inspiegabile silenzio. Il 16 aprile 1920 inizia il noviziato, con il nuovo nome di suor Maria Candida dell’Eucaristia. Un anno dopo emette i primi voti e, il 23 aprile 1924, quelli solenni.

Priora per cinque volte
Benché siano passati solo pochi mesi dai voti, viene eletta priora con una speciale dispensa il 10 novembre 1924. Viene confermata nella carica nel 1927, 1933, 1937, 1940, 1944. Nel triennio 1930-‘33, l’unico in cui non è priora, è invece sacrestana e maestra delle novizie.
Durante il suo mandato, fa restaurare tre antichi monasteri in Sicilia e ottiene del ritorno dei padri Carmelitani Scalzi nell’isola, nel 1946. Viene anche incaricata di fondare un nuovo Carmelo a Siracusa, ma non riesce a vedere l’opera completata.

Mistica dell’Eucaristia
Suor Maria Candida dona un’impronta eucaristica a tutta la vita del convento. Resta eco della sua spiritualità in ricchissime pagine autobiografiche che fanno di lei un’autentica “mistica dell’Eucaristia”.
Il primo manoscritto che lei stende è “Salita: primi passi”. Lo scrive a partire dal 16 giugno 1922, in obbedienza alla sua seconda maestra delle novizie, madre Maria Evangelista di San Luca. Contiene il racconto della sua vocazione e del suo arrivo al Carmelo. È seguito da “Il Canto sulla Montagna”, iniziato il 5 novembre 1926 e richiesto dal suo direttore spirituale, don Giorgio La Perla.
Quello che forse è il suo capolavoro è, però, costituito dai “Colloqui Eucaristici”, nati nel 1933. In occasione dell’Anno Santo della Redenzione, la priora, madre Maria Teresa di Gesù, le aveva dato l’ordine di comporre delle riflessioni sul Sacro Cuore. Nel giro di due anni, madre Maria Candida completa l’opera, che viene pubblicata nel 1979 col titolo “L’Eucaristia”.
La sua ultima fatica è “Perfezione carmelitana”, dedicata alle consorelle e iniziata nel 1947, dopo il termine del suo mandato come priora.
Madre Maria Candida vive nello stupore sempre nuovo di questo «modo così tenero per donarsi e per lasciarsi possedere interamente» che Gesù ha trovato e chiede a Gesù di «metterla a custodia di tutti i tabernacoli del mondo, fino alla fine dei tempi».
Diceva di essere «rinvenuta» quando aveva trovato e scoperto il mistero dell’Eucaristia. Così lodava il Signore: «Tu solo mi hai fatto felice; ora so dov’è la gioia, il sorriso. Vorrei additarti al mondo intero, o fonte di felicità, o paradiso. Vorrei trascorrere la vita ai tuoi piedi, vorrei vederti assediata o divina Eucaristia, da tanti cuori».

La malattia e la morte

Due anni dopo aver terminato il suo ultimo mandato, nel 1949, madre Maria Candida viene colpita da un carcinoma al fegato. Sopporta la lunga sofferenza con nobiltà d’animo, rassegnazione alla volontà di Dio e raccolto silenzio. Diventa quindi un esempio dell’oblazione amorosa delle sofferenze, donate a Dio per la Chiesa e per le anime tribolate, come insegnava santa Teresa di Gesù, la riformatrice del Carmelo.
Invita perciò le religiose che l’assistono a ringraziare Gesù per quel che le è accaduto: per lei è una «carezza della misericordia infinita», di cui non si sente degna. Si dichiara «beatissima, felicissima» del suo dolore.
Negli ultimi giorni, quasi agonizzante, vuole «immolarsi a Gesù con tutta felicità», affermando con serenità: «Non mi pento d’essermi data a Gesù». Muore quindi consumata dalla malattia il 12 giugno 1949, nel suo convento di Ragusa.
Le sue ultime parole sono un’invocazione alla Vergine Maria, che in vita ringraziava considerando: «Da te ho avuto l’Eucaristia». Avrebbe voluto dire a tutto il mondo la sua esperienza interiore: «L’amore a Maria vi darà l’amore a Gesù».
La sua particolare adesione allo spirito carmelitano teresiano le ha procurato, sia in vita che dopo morta, una fama di santità eccezionale, unita a numerose grazie attribuite alla sua intercessione. Già il giorno dei suoi funerali, il 14 giugno, la chiesa del Carmelo di Ragusa era affollata di persone che la definivano “santa”. Anche la sua sepoltura, nella tomba del suo direttore spirituale presso il cimitero di Ragusa, è stata seguita da molti fedeli. I resti mortali, il 12 novembre 1970, sono stati traslati da lì alla chiesa del Carmelo di Ragusa.

La causa di beatificazione fino al decreto sulle virtù eroiche
Il processo informativo diocesano per l’accertamento delle virtù eroiche di madre Maria Candida si svolse nella diocesi di Ragusa dal 5 marzo 1956 al 28 giugno 1962. Dopo il decreto sul “non culto”, iniziò la fase romana, col decreto sull’introduzione della causa, del 15 ottobre 1981.
Gli atti dei processi informativo e apostolico furono convalidati il 31 maggio 1991. La sua “Positio super virtutibus” fu consegnata il 9 novembre 1992 e accettata il 25 marzo 1993.
I consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, il 28 aprile 2000, si pronunciarono affermativamente circa l’esercizio in grado eroico delle virtù cristiane da parte della Serva di Dio. I cardinali e i vescovi della stessa Congregazione, nella sessione plenaria del 17 ottobre 2000, ebbero uguale parere positivo.
Il 18 dicembre 2000 il Papa san Giovanni Paolo II autorizzò quindi la promulgazione del decreto con cui madre Maria Candida dell’Eucaristia veniva dichiarata Venerabile.

Il miracolo per la beatificazione

Come possibile miracolo per ottenere la sua beatificazione è stato esaminato quanto accaduto durante la notte tra il 12 e il 13 giugno 1949, nel Carmelo di Ragusa, poche ore dopo la morte di madre Maria Candida.
Suor Maria Margherita del SS. Sacramento, al secolo Teresa Occhipinti, si affidò alla sua intercessione: guarì improvvisamente da un gravissimo eczema al piede destro che l'affliggeva da molti anni e che i medici avevano giudicato incurabile. Morì poi nel 1967, per cause estranee alla precedente malattia.
L’inchiesta diocesana su tale asserito miracolo si è svolta nella diocesi di Ragusa dal 12 giugno 1986 al 9 dicembre dello stesso anno. La commissione medica della Congregazione delle Cause dei Santi, il 23 maggio 2002, si è pronunciata a favore dell’inspiegabilità scientifica dell’accaduto. I consultori teologi, invece, il 13 dicembre 2002 hanno confermato il nesso tra la guarigione e l’intercessione della Venerabile. Anche i cardinali e i vescovi della stessa Congregazione, il 4 marzo 2003, hanno emesso uguale parere positivo.
Infine, il 12 aprile 2003, il Papa san Giovanni Paolo II ha promulgato il decreto con cui la guarigione di suor Maria Margherita del SS. Sacramento veniva dichiarata inspiegabile, completa, duratura e avvenuta per intercessione della Venerabile Maria Candida dell’Eucaristia.
Lo stesso Pontefice ha celebrato la sua beatificazione il 21 marzo 2004 in piazza San Pietro a Roma, fissando la sua memoria liturgica, per l’Ordine dei Carmelitani Scalzi, al 14 giugno, giorno anniversario dei suoi funerali. Il Martirologio Romano, invece, la ricorda il 12 giugno, giorno della sua nascita al Cielo.

Un secondo miracolo in esame per la canonizzazione
Per ottenere la sua canonizzazione è stato preso in esame un altro evento prodigioso. Come riferisce il sito «Il Carmelo di Sicilia», il 15 gennaio 2007 un sacerdote della Comunità dei Figli di Dio, insieme a un gruppo di fedeli della stessa Comunità, andò a celebrare la Messa nel Carmelo di Ragusa, al posto del cappellano abituale.
La monaca sacrestana, nel pomeriggio del 14 gennaio, controllò, insieme alla madre priora, se ci fossero nel Tabernacolo sufficienti particole. La pisside ne conteneva una ventina, per cui pose, sulla patena del celebrante, altre quattro particole. Tuttavia, all’inizio della celebrazione, le monache si accorsero che c’erano più fedeli rispetto al solito: sapevano del cambio di celebrante, ma non che sarebbe stato accompagnato da altre persone.
A quel punto, la sacrestana e la priora si rivolsero alla Beata Maria Candida, affinché ottenesse da Dio che tutti potessero ricevere la Comunione. Anche l’accolito istituito, un uomo di 57 anni, medico di professione, fece lo stesso, appena scoperchiò la pisside. Il celebrante cominciò a distribuire le Ostie consacrate, che erano meno di trenta. Alla fine, tutti poterono ricevere un’Ostia intera, anzi, ne avanzarono circa cinquanta.
Questo asserito miracolo è stato indagato nell’inchiesta diocesana relativa, aperta il 29 giugno 2007 e conclusa il 19 giugno 2008.


Autore:
Gianpiero Pettiti ed Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2018-06-01

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