Scillium (Africa) - † Barcellona, inizio IV secolo
Martirologio Romano: A Barcellona in Spagna, san Cucufáte, martire, che, trafitto con la spada durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, salì vincitore al cielo.
|
San Cucufate o Cugat è uno dei santi più venerati in Spagna, ma tutto quanto la storia ha conservato di lui, è contenuto in un carme di Aurelio Prudenzio (poeta latino cristiano di origine spagnola, 348-405) il quale gli dedica questa breve espressione: “Barcinon claro Cucufate freta/surget”. Non si ha la certezza del tempo del suo martirio, avvenuto comunque durante la persecuzione di Diocleziano (243-313) e collocandolo all’inizio del IV secolo. Un anonimo autore compilò gli ‘Atti’ del martirio, nel secolo VIII, non presentando però elementi storici. Cucufate e Felice, originari di Scillium in Africa, ambedue nobili e ricchi, iniziati alla cultura letteraria a Cesarea di Mauritania, saputo delle persecuzioni scoppiate nelle province orientali, fuggirono in Occidente con alcune navi, adducendo motivi commerciali. Ma sbarcati a Barcellona si resero conto che anche lì era prossima la persecuzione, quindi da cristiani qual’erano, offrirono i loro beni ai poveri, dedicandosi alle opere di misericordia ed alla diffusione della fede cristiana. Felice si spostò a Gerona in Catalogna, mentre Cucufate si trattenne a Barcellona, dedicandosi apertamente alla predicazione, che fu accompagnata da numerosi prodigi. Venne arrestato per ordine del proconsole Galerio e fu torturato tanto selvaggiamente che gli fuoriuscirono gli intestini, mentre lui invocava Dio; la ‘passio’ continua dicendo, che i dodici soldati che lo torturavano vennero accecati da un bagliore di fuoco, mentre Galerio fu bruciato insieme agli idoli; Cucufate invece si ritrovò improvvisamente guarito. Al posto di Galerio subentrò il preside Massimiano, infliggendogli vari ed inauditi tormenti, ma ancora miracolosamente venne risanato; allora intervenne un ufficiale del prefetto Daciano, certo Rufino il quale lo fece decapitare. Il suo corpo venne raccolto dai cristiani e sepolto un 25 luglio di un anno e luogo imprecisati. Fin qui la ‘passio’, poi verso la metà del secolo VIII, l’abate di S. Dionigi nei pressi di Parigi, Fulrado († 784), riuscì a procurarsi le reliquie di s. Cucufate, portandole nel priorato di Lièvre in Alsazia (Francia) dove furono deposte, insieme a quelle di s. Alessandro, nella cella di s. Fulrado. Nell’835 le reliquie o una parte di esse, furono portate a S. Dionigi per disposizione dell’abate Ilduino e sistemate nella cripta della chiesa abbaziale. Nei primi anni del secolo IX sorse vicino Barcellona in un luogo chiamato Ottaviano, la celebre abbazia benedettina di S. Cugat del Vallés. Nel 1079, sarebbero state riconosciute le reliquie di un martire sconosciuto come quelle di s. Cucufate, così si pensò che in Francia sarebbe stato portato solo il capo del martire ucciso a Barcellona. Varie chiese gli sono dedicate sia in Spagna che in Francia (St-Cucufà); i vari Martirologi compreso quello Romano lo celebrano il 25 luglio, a Barcellona data la coincidenza con la celebrazione di s. Giacomo apostolo nello stesso giorno, era spostata al 27 luglio. Nel Museo dell’Arte Catalana di Barcellona è conservato un quadro del pittore Ajna Brù che raffigura la drammaticissima e violenta scena della decapitazione di s. Cucufate, mediante un coltellaccio, dando un particolare risalto all’espressione perfida e malvagia del boia.
Autore: Antonio Borrelli
|