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San Bertoldo di Garsten Abate benedettino
Festa:
27 luglio
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Austria, 1060 ca. – Garsten (Austria), 27 luglio 1142
Nacque in Austria in una nobile famiglia verso la fine del secolo XI (1060 ca.). Giovanissimo entrò nel monastero benedettino di san Biagio di Golwin nella Foresta Nera, dove in seguito fu eletto bibliotecario e priore. Nel 1111 divenne abate del monastero di Garsten. Con accorta organizzazione aumentò le proprietà del monastero, grazie a doni e lasciti sia di privati, sia dell'imperatore Corrado III (1093-1152). Dal ricavato dei benefici costruì una foresteria per gli ospiti e un ospizio per i poveri. Bertoldo morì il 27 luglio 1142; il culto verso di lui cominciò subito e venne sanzionato dal vescovo di Passau nel 1236. Nonostante il culto proseguisse soprattutto in Austria, con approvazioni diocesane, non c'era ancora nessuna dichiarazione ufficiale della Chiesa; nel 1951 i Benedettini austriaci si attivarono per riprendere i necessari processi e così l'8 gennaio 1970, con decreto di Papa Paolo VI, si ebbe la conferma del culto di san Bertoldo, abate di Garsten. (Avvenire)
Etimologia: Bertoldo = famoso, illustre, splendente, dall'antico germanico
Martirologio Romano: Nel cenobio di Garsten in Stiria, nell’odierna Austria, beato Bertoldo, abate, al quale avevano facile accesso i penitenti in cerca di consiglio o quanti fossero in cerca di aiuto.
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S. Bertoldo fu il primo abate ad ispirarsi alla riforma monastica cluniacense in Austria, nel governo del suo monastero. Grazie a lui l’abbazia di Garsten in Stiria, fu una delle poche comunità benedettine dell’Impero, che conobbe i benefici della riforma di Cluny, voluta da s. Brunone nel 910. Berthold nacque in Austria in una nobile famiglia verso la fine del secolo XI (1060 ca.), giovanissimo entrò nel monastero benedettino di S. Biagio di Golwin nella Foresta Nera (Catena montuosa della Germania), dove in seguito fu eletto bibliotecario e priore. Verso il 1105 fu chiamato dall’abate Hartmann a Göttweig nella diocesi di Passau, per sostituire il priore Wirnt, che era stato inviato con alcuni monaci nel monastero di Garsten in Stiria (regione dell’Austria fra la Carinzia e l’Ungheria) che era stato fondato da Ottocaro, marchese della regione. Nel 1111 Wirnt fu mandato a dirigere un monastero in Baviera e Berthold gli successe come abate nella guida di Garsten. Con accorta organizzazione aumentò le proprietà del monastero, grazie a doni e lasciti sia di privati, sia dell’imperatore Corrado III (1093-1152), dal ricavato dei benefici costruì una foresteria per gli ospiti e un ospizio per i poveri. Con la sua guida e con la promozione dello splendore del culto, Garsten divenne un centro di attrazione; austero nella vita, dette esempio di assiduità nella preghiera e nel ministero sacro; cosa insolita per quei tempi, insegnò ai monaci ed ai laici la pratica della confessione frequente, lui stesso passava varie ore nel confessionale, anche Corrado III fu suo penitente. Ebbe il dono della profezia e grande potere taumaturgico e a volte quello di moltiplicare le risorse dell’abbazia. Bertoldo morì il 27 luglio 1142; il culto verso di lui cominciò subito e venne sanzionato dal vescovo di Passau nel 1236. Nonostante che il culto proseguisse soprattutto in Austria, con approvazioni diocesane, non c’era ancora nessuna dichiarazione ufficiale della Chiesa; nel 1951 i Benedettini austriaci si attivarono per riprendere i necessari processi e così l’8 gennaio 1970, con decreto di papa Paolo VI, si ebbe la conferma del culto di s. Bertoldo abate di Garsten.
Autore: Antonio Borrelli
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