Conegliano, Treviso, XII sec. - † 1248
Nato a Conegliano alla fine del XII secolo da una famiglia di origine ungherese, entrò a far parte dell'ordine francescano come frate laico, dedicandosi umilmente all'arte culinaria nel convento cittadino. Nel 1227 incontrò il celebre Sant'Antonio da Padova, all'epoca Provinciale dell'Ordine, in visita al convento. La fama di santità di Marco Ongaro si diffuse già in vita, grazie a miracoli e opere di carità. Morto nel 1248, fu sepolto nella chiesa di San Francesco Vecchio e venerato come beato dalla popolazione di Conegliano, che lo considerava compatrono della città. Innumerevoli processioni con la sua arca implorarono la sua protezione durante calamità e guerre. Le sue reliquie furono traslate nel nuovo convento di San Francesco nel 1464 e, dopo la soppressione napoleonica dell'ordine, collocate nell'attuale duomo di Conegliano, dove ancora oggi sono custodite. La sua memoria è viva nella città, che celebra la sua festa il martedì dopo la Pentecoste, e lo raffigura in una pala d'altare insieme a Sant'Antonio, a ricordo del loro incontro nel 1227.
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Marco Ongaro, nacque certamente alla fine del secolo XII a Conegliano, oggi importante centro industrioso e vinicolo in provincia di Treviso; l’appellativo ‘Ongaro’ indicherebbe l’origine ungherese della sua famiglia, la quale si era stabilita nella cittadina veneta, in occasione di una delle ricorrenti invasioni da parte degli ungari.
Da giovane, Marco entrò come fratello laico, tra i frati Minori francescani, i quali si erano stabiliti nel 1225 a Conegliano, cioè un anno prima della morte di s. Francesco il fondatore, e avevano preso ad abitare in un piccolo convento al di fuori delle mura della città.
La storia della sua vita si svolse tutta in questo luogo, esercitando l’umile compito di cuoco; durante questa permanenza, nel 1227 si incontrò con s. Antonio di Padova (1195-1231) il grande mistico francescano, taumaturgo e Dottore della Chiesa, il quale eletto quell’anno Provinciale dell’Ordine, aveva iniziato la visita ai vari conventi della sua provincia e per questo si fermò anche a Conegliano.
Ancora in vita, Marco Ongaro da Conegliano, godette fama di santità, operando anche vari miracoli, ciò è testimoniato da vari documenti e dalla tradizione. Morì nel 1248 e fu sepolto nella chiesa di S. Francesco Vecchio.
I coneglianesi tributarono da subito un culto al loro frate, considerandolo come un beato; nel 1337 egli era già venerato come santo compatrono della città. Conegliano come tutta la regione in quell’epoca, era soggetta ad ogni tipo di calamità, come invasioni, guerre locali di piccoli tiranni, epidemie virulenti e mortali; allora il Magnifico Consiglio unanimemente deliberò di portare in processione, l’arca del beato Marco con l’intervento di ogni ceto sociale della città e dintorni, per impetrarne la protezione.
Diverse tradizioni del secolo XVII, affermano che in quel tempo erano ancora frequenti i pellegrinaggi di devozione alla sua tomba, essi provenivano anche dall’Ungheria.
Costruito all’interno delle mura cittadine, il nuovo convento di S. Francesco, le sue reliquie furono trasportate nel 1464, nella nuova chiesa conventuale.
Quando entrarono in vigore le leggi napoleoniche di scioglimento degli Ordini religiosi, anche la comunità di Conegliano venne soppressa, nel 1808 le reliquie furono traslate nell’attuale duomo e oggi conservate in un’urna di bronzo fatta costruire nel 1948 dai coneglianesi, per adempiere al voto fatto dalla città, che durante la Seconda Guerra Mondiale, si era posta sotto la particolare protezione del beato Marco.
Ancora nel 1965, dopo gli ultimi restauri del duomo, l’urna venne sistemata a fianco dell’altare dedicato ai due santi compatroni s. Antonio di Padova e il beato Marco da Conegliano; una pala di recente esecuzione, raffigura l’antico incontro dei due francescani nel 1227.
Esiste un’immagine ritenuta vero ritratto del beato, che fortunosamente, attraverso copie di originale andato perduto, è arrivato fino a noi.
La festa del beato Marco Ongaro, a Conegliano è celebrata il martedì dopo la Pentecoste, invece nel Martirologio Francescano è posta al 4 maggio.
Autore: Antonio Borrelli
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