In un primo approccio, la realtà di tre sorelle avviate sulla via della beatificazione ufficiale della Chiesa, può generare una ammirata meraviglia e senz’altro è così per le tre sorelle Faioli; ma poi ci si convince, man mano che i ricordi affiorano, che la Grazia di Dio, già altre volte nella storia, ha gratificato dei nuclei familiari in questo modo singolare. Escludendo l’era delle persecuzioni contro i cristiani, dove intere famiglie vennero martirizzate come nel caso di s. Felicita e i sette figli o i celebri fratelli Cosma e Damiano; nel Medioevo abbiamo molti casi come s. Benedetto e la sorella s. Scolastica o i tre santi fratelli Wunibald, Willibald, Valburga in Germania o in epoca più recente i fratelli, beato Annibale Maria di Francia e il servo di Dio Francesco Maria Di Francia, fondatori in Sicilia; i fratelli veggenti di Fatima, i beati Francesco e Giacinta Marto, ecc. E la mano benedicente di Dio si poggiò nel XVIII secolo su Anticoli di Campagna (odierna Fiuggi), che allora era un paesino ciociaro (provincia di Frosinone) arroccato sulla cima di un colle quasi conico, circondato da pendii montani, confluenti in una valle ai suoi piedi. In questa valle vi era una sorgente, che l’avrebbe reso famoso nel mondo, di un’acqua efficacissima per le malattie renali e le calcolosi; oggi la città di Fiuggi, come poi verrà chiamata a partire dal 1911, è divisa in due centri, Fiuggi Fonte a m. 621 e Fiuggi Città a m. 747, con un nucleo medioevale. E in questa Anticoli, dove si viveva la vita modesta e povera dei paesini di allora, vi era la famiglia Faioli un poco benestante, il padre Francesco proveniente da altra località, si era stabilito ad Anticoli nel 1709 e lì aveva sposato Marta Terrinoni, da loro nacquero sei figli, due maschi e quattro femmine, ma dopo poco tempo dalla nascita il primogenito e l’ultima femmina morirono; il secondogenito Arcangelo morirà non ancora quarantenne. Quindi rimasero per una vita più lunga le tre femmine, protagoniste del disegno di Dio: Teresa nata l’11 dicembre 1715, Cecilia nata il 28 febbraio 1719 e Antonia nata il 10 giugno 1723. Purtroppo quando ancora erano fanciulle di 12, 8 e 4 anni e il fratello Arcangelo di 16, la madre morì il 22 ottobre 1727; il padre pur addolorato per la perdita della ancora giovane moglie, con l’animo semplice e sincero dei cristiani di allora, accettò la volontà di Dio e confidando in Lui, riuscì a conservare alla famiglia un adeguato tenore di vita, dando ai figli una educazione cristiana e nello stesso tempo un’istruzione elementare, e per le figlie questo era una eccezione per quei tempi, affinché sapessero leggere e scrivere. In occasione della missione popolare predicata ad Anticoli nel giugno 1741 da don Tommaso Struzzieri, in seguito passionista e vescovo, le tre sorelle ormai giovani adulte, sentirono una speciale chiamata del Signore. Esse si ritirarono nella casa paterna, il padre era già morto qualche anno prima, e presero a vivere separate dal mondo e dedite ad opere di pietà. Come il male, anche il bene è contagioso, dopo un po’ casa Faioli cominciò ad essere frequentata da alcune ragazze e anche da donne desiderose di pregare insieme alle sorelle; poi seguì la loro dedizione a istruire nella dottrina cristiana, le fanciulle del luogo. Fu tale l’affluenza di donne e ragazze che la casa si rivelò insufficiente e quindi traslocarono in quella più grande di un defunto parente; la loro attività a favore dell’elevazione spirituale e materiale delle donne del luogo, ebbe il consenso e l’appoggio dell’arciprete di Anticoli e poi la benevolenza e protezione del vescovo di Anagni, Bacchettoni, alla cui diocesi apparteneva la cittadina. Il movimento veniva ormai denominato “gineceo” ossia “Conservatorio” femminile ed ebbe l’approvazione canonica il 17 agosto 1747; erano trascorsi solo sei anni dall’inizio del loro ritiro nella casa paterna e adesso le tre sorelle Faioli, vedevano la loro opera inserita nel campo ufficiale della Chiesa. Essendo nel 1746 morto il fratello Arcangelo, divennero proprietarie di un patrimonio, che a quei tempi doveva considerarsi vistoso, esse lo devolvettero tutto alla loro Opera; nella sera del Natale 1747 le tre sorelle Faioli, con la giovane Domenica Tardioli che era entrata nella Comunità e con la piccola Rosa Girolami, di 7 anni, nipote dell’arciprete che viveva con loro, più come in famiglia che come educanda, si trasferirono in un edificio più grande, da loro acquistato ed in parte donato, esposto al sole e affacciato su un magnifico panorama, il quale diventerà la Sede propria del ‘Conservatorio’. L’Istituzione posta all’ingresso del paese e sulla Via Maggiore, contribuì a rompere una radicata tradizione di trascuratezza nei riguardi delle donne e ad avviare nella zona un decisivo cambio di mentalità circa l’educazione e l’istruzione delle ragazze, che in precedenza erano volutamente lasciate nell’ignoranza e con ciò alla fragilità anche morale nella fanciullezza e a una vita quasi di schiavitù nell’età matura. In seguito ad impulso interiore delle tre sorelle fondatrici, l’Istituzione si trasformò in Comunità, con un abito comune che le faceva riconoscere in pubblico come ‘Maestre Pie’, cioè dedite all’educazione gratuita delle fanciulle; adeguarono così la vita interna della Comunità e i programmi scolastici alle doppie esigenze di una vita ritirata dal mondo e di una vera scuola sufficiente per le richieste elementari di quei tempi, quindi adattarono l’edificio alle due fondamentali esigenze. Teresa, Cecilia, Antonia, furono le anticipatrici di quel vasto movimento pedagogico, sociale e caritatevole, che vide sorgere specie nell’Ottocento tante Congregazioni sia maschili che femminili, ad opera di anime elette che anche patendo sofferenze e contrarietà anche pubbliche, tesero a sollevare il livello culturale e cristiano delle popolazioni meno abbienti, specie in Italia e in Francia. Nel 1753, dai documenti di una rivista pastorale del vescovo, alla “Casa Madre delle Maestre Pie” si nota che la Superiora della Congregazione era Domenica Tardioli, la prima delle discepole, perché le tre sorelle fondatrici, contrariamente alla storia delle fondatrici di Congregazioni, che di solito sono in carica quasi fino alla morte, vollero rimanere nel nascondimento e nell’ubbidienza all’interno dell’Opera e quindi prescelsero per tale carica la loro prima e amata discepola. Intanto l’Istituzione del ‘Conservatorio’ condotto dalle ‘Maestre Pie’ cresceva di numero, sia come educande sia come maestre e man mano si maturava l’idea di trasformare le “Maestre Pie”, che lo ricordiamo, erano presenti anche in altre regioni, a seguito del movimento più vasto delle “Scuole Pie” sorte in quei tempi un po’ dovunque, in una Congregazione Religiosa; la più giovane delle sorelle Antonia rivestì per questo la carica di Superiora il 6 marzo 1779, curando le necessarie adempienze per la trasformazione. Ma la più grande Teresa, non riuscì a vederne l’approvazione, perché morì il 14 luglio 1779; il 23 agosto del 1781 le Maestre ricevettero dalle mani del nuovo vescovo di Anagni, Antonini, l’abito di “Religiose di Santa Chiara. Cecilia prese il nome della sorella defunta e si chiamò suor Maria Teresa e Antonia, suor Maria Geltrude, perseverando fino alla fine nell’attuazione del loro carisma. Nel 1786 esse emisero la professione solenne nelle mani del vescovo, nella festa di Pentecoste,e ritornando a vivere tra le consorelle, umili e silenziose come sempre, a condividere con loro senza pretese di distinzione, la stessa vita quotidiana; Antonia smise anche di essere superiora. Cecilia (suor Maria Teresa) morì il 13 dicembre 1789, a quasi 71 anni e dopo tre anni il 21 gennaio 1793 anche Antonia (suor Maria Geltrude) lasciò questa terra per ricongiungersi in cielo alle sorelle, per ricevere il premio per la loro vita dedicata tutta all’amore di Dio e al prossimo. I resti mortali delle tre sorelle Faioli, insieme a quelli delle loro prime compagne, riposano a Fiuggi nella cripta della chiesa di S. Domenico, annessa alla Casa Madre dell’Istituto da loro fondato. Le loro suore oggi sotto il nome di “Congregazione delle Suore dell’Immacolata di S. Chiara”, sono presenti numerose in Italia ed all’Estero, per continuare l’opera meritoria scaturita dal carisma di queste tre umili sorelle. Nonostante la fama di santità, l’introduzione della causa per la loro canonizzazione, ha avuto luogo solo recentemente, il 24 gennaio 1988; la S. Sede ha riconosciuto validi gli atti diocesani il 24 aprile 1992. La Comunità le ricorda attualmente tutte e tre insieme nel giorno di Pentecoste, ricorrenza della loro professione solenne.
Autore: Antonio Borrelli
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