Un maestro di santi. E quali santi. Uno è Ambrogio, designato vescovo di Milano mentre sta ancora preparandosi al battesimo; si incarica il prete Simpliciano di completare la sua istruzione religiosa, e Ambrogio viene battezzato a fine novembre del 374, ricevendo poi la consacrazione episcopale il 7 dicembre. L’altro santo è Agostino di Ippona, l’intellettuale africano estraneo al cristianesimo, amico dei manichei, venuti a cercare prestigio in Italia. Si è già fatto un nome in Milano come professore, quando lo raggiunge la “chiamata”, la spinta a seguire Cristo. Nelle sue Confessioni egli dirà che il Signore stesso lo ha indirizzato al prete di Milano: "Ed ecco, Tu suggeristi alla mia mente l’idea di rivolgermi a Simpliciano, che si presentava come un fedele in cui risplendeva la Tua grazia". Preparato da Simpliciano, Agostino riceve il battesimo dal vescovo Ambrogio nel 387.
Questo eccezionale catechista, forse romano di origine, è cristiano fin dalla giovinezza. Dopo anni di studi classici e di viaggi viene ordinato sacerdote, e diventa famoso quando converte al cristianesimo uno degli intellettuali più illustri del tempo: Caio Mario Vittorino. A Milano lo troviamo nel tempo in cui Ambrogio vi risiede ancora come governatore civile di quasi tutta l’alta Italia. E qui rimane per sempre, aiutando il vescovo Ambrogio con la sua preparazione teologica ed esegetica, e influendo col suo prestigio sull’ambiente culturale della città. Mantiene contatti epistolari con Agostino, poi vescovo di Ippona, che dall’Africa gli manda i suoi scritti, chiedendo giudizi e consigli.
Il vescovo Ambrogio muore il 4 aprile 397, dopo aver indicato come successore proprio Simpliciano, ormai vicino agli ottant’anni. "È vecchio, ma buono", avrebbe detto Ambrogio morente, e così Simpliciano gli succede, per un episcopato di circa quattro anni, sul quale abbiamo poche notizie. Sappiamo che era in corrispondenza col pontefice Anastasio I, con vescovi d’Africa e della Gallia; ma non ci sono scritti suoi in argomento.
Milano, all’epoca, è capitale dell’Impero d’Occidente. Vi risiede spesso la famiglia imperiale, vi si svolgono feste, giochi, spettacoli di gladiatori e di belve. Tuttavia l’uomo forte dell’Impero, il vandalo romanizzato Stilicone, capo dell’esercito, vorrebbe riportare il centro del potere a Roma. Ma su questo punto il vescovo Simpliciano non è d’accordo: Milano deve restare capitale. Si mette d’impegno in questo sforzo: "Nel 400 e nel 401 continua la sua campagna contro il trasporto eventuale della capitale a Roma. Essa continua fino alla morte del presule, avvenuta nel 401" (A. Calderini, Storia di Milano, Treccani).
La data esatta della sua morte ci è sconosciuta. Simpliciano viene subito venerato come santo, e il suo corpo trova sepoltura nell’atrio della basilica virginum, che sarà poi per sempre intitolata al suo nome.
Nella diocesi di Milano la sua memoria si celebra il 14 agosto.
Autore: Domenico Agasso
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