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Beato Alfredo Parte Sacerdote scolopio, martire

Festa: 27 dicembre

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Cirraluelo de Bricia, Spagna, 2 giugno 1899 - Santander, Spagna, 27 dicembre 1936

Nacque in Spagna a Cirraluelo de Bricia (Burgos) il 2 giugno 1899; entrò fra gli Scolopi vestendone l'abito il 1° agosto 1915 ed emettendo i voti religiosi il 13 agosto del 1916. Diventò sacerdote a Palencia il 3 marzo 1928. Svolgeva il suo ministero calasanziano nel Collegio delle Scuole Pie di Villacarriedo, sin dal 1922. Da qui fu estromesso dai miliziani rivoluzionari nel luglio 1936; costretto a rifugiarsi in casa della zia a La Concha, venne arrestato il 17 novembre e rinchiuso nella nave-prigione, ancorata nel porto di Santander. Trascorse nella nave-fantasma «Alfonso Pérez» 40 giorni, insieme ad altri prigionieri e dal profondo della stiva, fu chiamato il 27 dicembre 1936 davanti ad un «Tribunale» allestito sulla nave. Gli fu suggerito di insudiciarsi le mani, per passare come fosse un manovale, ciò avrebbe potuto salvarlo, ma padre Alfredo Parte rispose: «Io non voglio rinnegare la mia professione di sacerdote e di scolopio» e quindi si dichiarò: «Sacerdote scolopio di Villacarriedo». Fu la sua fine, giunto al termine della scaletta che portava in coperta, lo raggiunse un colpo di pistola alla nuca. (Avvenire)

Etimologia: Alfredo = guidato dagli elfi, dall'anglosassone

Martirologio Romano: A Santander in Cantabria sulla costa della Spagna, beato Alfredo Parte, sacerdote dell’Ordine dei Chierici regolari delle Scuole Pie e martire, che, durante la persecuzione, fu condotto in quanto sacerdote a glorioso martirio.


La feroce guerra civile spagnola, che imperversò in due momenti successivi, separati fra loro dal breve spazio di due anni, nel 1934 con la Rivoluzione delle Asturie (5-14 ottobre) e dal luglio 1936 al 1939; portò in essa per una complessa combinazioni di varie ragioni, oltre che motivi politici, anche un filone di aperta lotta antireligiosa.
A causa di ciò, caddero vittime innocenti, migliaia di ecclesiastici, di tutte le condizioni, vescovi, sacerdoti, suore, seminaristi, religiosi di parecchi Ordini, laici impegnati nell’apostolato cattolico.
Nel 1934 i martiri furono pochi, grazie al duro intervento del Generale Franco, ma specie nel 1936 il numero raggiunse oltre 7000 martiri, fu una vera e propria persecuzione generalizzata, che durò più a lungo, colpendo le zone della Spagna dove si era affermata la Repubblica ad opera di gruppi e partiti estremisti, che agirono con potere autonomo ed arbitrario.
E fra i tanti martiri dei vari Ordini Religiosi, che nulla avevano a che fare con la politica, la Chiesa il 1° ottobre 1995 con papa Giovanni Paolo II, ha beatificato tredici Religiosi Scolopi, come venivano e vengono chiamati, i membri della “Congregazione delle Scuole Pie”, fondata da s. Giuseppe Calasanzio nel 1597.
Essi tutti spagnoli, morirono in giorni e luoghi diversi, in quel fatidico anno 1936; ne riportiamo i nomi e per quanto riguarda le loro note biografiche, si rimanda alla scheda propria di ognuno:
Padre Dionisio Pamplona, padre Manuel Segura, fratel David Carlos, padre Faustino Oteiza, fratel Fiorentino Felipe, padre Enrico Canadell, padre Maties Cardona, padre Francesco Carceller, padre Ignasi Casanovas, padre Carlos Navarro, padre José Ferrer, padre Juan Agramunt, padre Alfredo Parte.

Padre Alfredo Parte nacque a Cirraluelo de Bricia (Burgos) il 2 giugno 1899; entrò fra gli Scolopi vestendone l’abito il 1° agosto 1915 ed emettendo i voti religiosi il 13 agosto del 1916. I suoi studi e la sua formazione filosofica e teologica, iniziata ad Irache, fu interrotta da una lunga malattia, poté essere ordinato sacerdote a Palencia il 3 marzo 1928 a 29 anni; scriveva di lui un suo confratello: “Era una cosa che edificava vederlo con le sue stampelle così allegro, come se fosse completamente sano, sempre con il sorriso sulle labbra”.
Svolgeva il suo ministero calasanziano nel Collegio delle Scuole Pie di Villacarriedo, sin dal 1922 e da dove fu estromesso dai miliziani rivoluzionari nel luglio 1936; fu costretto a rifugiarsi in casa della zia a La Concha e qui venne arrestato il 17 novembre e qualche giorno dopo rinchiuso nella nave-prigione, ancorata per questo scopo nel porto di Santander.
Trascorse nella stiva della nave-fantasma ‘Alfonso Pérez’ 40 giorni, insieme ad altri prigionieri e dal profondo della stiva, venne chiamato il 27 dicembre 1936, per presentarsi davanti ad un cosiddetto ‘Tribunale’ allestito nella stessa nave per giudicare i prigionieri.
Gli fu suggerito di insudiciarsi le mani, per passare come fosse un manovale, ciò avrebbe potuto salvarlo, ma padre Alfredo Parte ringraziando per il consiglio, rispose: “Io non voglio rinnegare la mia professione di sacerdote e di scolopio” e quindi ai supposti giudici si dichiarò: “Sacerdote scolopio di Villacarriedo”.
Fu la sua fine, giunto al termine della scaletta che portava in coperta, lo raggiunse un colpo di pistola alla nuca; si aggiunse così alla grande schiera di martiri di quella scellerata persecuzione, per sempre impressa nella storia della cattolica Spagna.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-08-28

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