Scozia, 720 ca. – Mechelen (Malines) Belgio, 755
Di sicuro su san Rumoldo di Mechelen (Malines), in Belgio, si sa che era anglosassone come altri missionari dell'VIII secolo, si pensi a san Bonifacio. Inoltre è certo che nacque intorno al 720, forse in Scozia, che fu evangelizzatore della zona del fiume Dyle, nell'attuale Belgio, e che vi morì di morte violenta (l'esame del cranio nel 1775, millenario della morte, rilevò un colpo di corpo contundente). Su di lui restano due «Vite» - risalenti a XII e XIII-XV secolo - che aggiungono alla sostanza molti elementi leggendari. Fu accolto molto bene dalla nobiltà locale, e già comunque in zona vi erano dei cristiani. Resta misterioso il motivo della sua uccisione, dopo la quale fu gettato nel Dyle. Una delle due «Vite» lo attribuisce al rimprovero del santo a due adulteri, che si vendicarono. Il suo corpo miracolosamente ritrovato nel letto del fiume riposa nella cattedrale di Mechelen (Malines). È patrono della diocesi di Malines-Bruxelles.
Martirologio Romano: A Malines nel Brabante, nell’odierno Belgio, san Rumoldo, venerato come eremita e martire.
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Il ‘Martirologio Romano’ riporta al 24 giugno la celebrazione di s. Rumoldo martire ed abate; anche se in altri testi è ricordato il 1° luglio.
Di lui si trovano notizie in vari testi che man mano che passava il tempo, aggiungevano particolari sui precedenti; anzi creando più versioni sulla vita dello stesso santo. Verso il 1100 la ‘Passio S. Rumoldi’, scritta dal monaco Teodorico dell’abbazia di St. Trond, raccontava che Rumoldo era nato in Scozia e dopo un viaggio a Roma, si era stabilito a Mechelen, nome fiammingo della città di Malines in Belgio, ospite del conte Adone e di sua moglie Elisa.
Il santo ricambiò la loro generosità, con le sue preghiere ottenendo per loro la nascita di un figlio, che poi più tardi, risuscitò essendo morto annegato. Sempre aiutato dalla generosità del conte, Rumoldo poté fondare un’abbazia; morì assassinato nel 775 da due compagni, che volevano impadronirsi del suo denaro.
Una successiva narrazione del XIII-XV secolo, elaborò ancor di più la leggenda, scritta da un anonimo, che presenta Rumoldo come figlio del re di Scozia David e di Cecilia figlia del re di Sicilia; entrato nello stato religioso divenne vescovo di Dublino, carica che rinunciò quando andò a Roma dal papa Stefano II (752), per partire poi come missionario per predicare il Vangelo, stabilendosi nella zona di Mechelen.
Questa versione concorda con la precedente per l’opera del santo e per la morte violenta, solo dice che non furono due compagni ad ucciderlo, ma bensì due operai di cui uno era stato rimproverato da s. Rumoldo per il suo adulterio.
Eliminando le parti leggendarie delle varie versioni, si può dire senza dubbio che Rumoldo, dal tedesco Romwald, è senz’altro anglosassone, come altri celebri missionari della bassa Germania, tutti dell’VIII secolo e che nacque intorno al 720.
Animato dal fervore apostolico partì per il Continente e giunse ad evangelizzare la regione di Mechelen, non fu certamente il primo, perché nella zona della Dyle (fiume del Belgio), nel 754 già vi erano dei cristiani.
Anche veritiera è la sua accoglienza da parte dei nobili cristiani del luogo, che seguivano la regola di condotta prescritta dai re merovingi, come pure che gli venne donata una proprietà per innalzarvi una cappella e un monastero (molto probabilmente benedettino e doppio, cioè maschile e femminile).
Per quanto riguarda la sua morte fu senz’altro violenta, perché nel 1775, l’esame del cranio, nel millenario della morte, rilevò una frattura dovuta ad un colpo mortale, forse di vanga; resta misterioso il motivo dell’uccisione; fu vendetta, avidità, odio religioso, non si sa, il suo corpo fu gettato nella Dyle e fu ritrovato grazie ad una luce soprannaturale.
Rumoldo fu sepolto nella cappella di S. Stefano da lui stesso costruita; ebbe quasi subito un culto come santo, documentato già dal secolo IX, accompagnato da numerosi miracoli.
Nei secoli successivi le reliquie furono trasportate nella chiesa collegiata di Mechelen a lui intitolata e che dal 1559 divenne cattedrale della città.
San Rumoldo è patrono della città e dell’archidiocesi di Malines.
Autore: Antonio Borrelli
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