Fu uno dei primi Passionisti, l’Ordine religioso fondato da s. Paolo della Croce (1694-1775). Il suo nome di nascita era Giacomo Gianiel ed era nato a Tinizog (Coira in Svizzera) il 3 marzo 1714 da Giovanni Gianiel e da Anna Maria Durbant; a sedici anni si trasferì a Roma in cerca di lavoro che trovò presso il principe Bartolomeo Corsini, come scudiero. Di indole buona, si sentiva portato alle pratiche religiose; si iscrisse all’Oratorio Caravita, frequentava i Sacramenti ogni settimana e prese a visitare gli ammalati negli ospedali della città pontificia. Il principe Corsini, che aveva notato la sua religiosità, gli suggerì di entrare nell’Ordine Francescano, cosa che Giacomo Gianiel fece, ma un male ad un ginocchio gl’impedì di fare la Professione e dovette lasciare i francescani. Il Signore gli fece incontrare s. Paolo della Croce (Paolo Francesco Danei) il quale lo accettò comunque nel suo noviziato posto sul Monte Argentario (Grosseto), dove a 28 anni il 18 dicembre 1742, vestì l’abito dei Passionisti, facendo la professione il 12 gennaio 1743. Come Fratello Coadiutore restò nel convento della ‘Presentazione’ sull’Argentario, per cinque anni, espletando con sollecitudine i compiti assegnatogli. Nel 1748 fu trasferito al nuovo ritiro della Madonna del Cerro presso Tuscania (Viterbo) e anche qui si fece apprezzare per la sua modestia, spirito religioso, esattezza nelle faccende da sbrigare in Casa e fuori. Fu colpito da febbri malariche perniciose, così diffuse nel Lazio di allora e fu accolto, per curarlo come un figlio, dalla famiglia benefattrice Falandi, che abitava a Cellere, piccolo paese in collina in provincia di Viterbo, ma purtroppo a nulla valsero le cure e qui morì santamente il 14 agosto 1750 a 36 anni; dopo la morte quando ancora non era sepolto, cominciarono a verificarsi prodigi che continuarono anche in seguito. L’Ordine dei Passionisti era agli inizi della sua esistenza, pertanto non ci fu un approfondimento, né i processi necessari. La causa per la sua beatificazione fu aperta solo nel 1880 e in varie tappe si è arrivati al riconoscimento delle sue virtù e il titolo di venerabile, il 21 dicembre 1989.
Autore: Antonio Borrelli
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