Un umile servizievole professo passionista, che dedicò gran parte della sua vita al servizio dei confratelli della grande Casa Generale romana, provenendo dalla lontana Spagna. Il suo nome di nascita era Francesco Sagarduy ed era nato a Zollo (Bilbao) in Spagna, il 15 febbraio 1881, da Antonio Sagarduy e da Gaetana Salazar. A 18 anni, dando seguito alla sua vocazione allo stato religioso, entrò nel convento dei Passionisti di S. Felicissimo a Deusto (Bilbao), vestendone l’abito il 26 giugno 1899 e dopo un anno, il 27 giugno 1900 professò i voti con il nome di Gerardo di San Francesco. Fu subito assegnato alla nuova Casa di Corella (Navarra) dove fu cuoco, ortolano, lavandaio e portinaio, compiti svolti con sollecitudine per tre anni. Il 29 agosto 1902 venne trasferito alla Comunità dei Santi Giovanni e Paolo in Roma, dove svolse il compito di portinaio per circa 60 anni; qui conobbe molti padri Passionisti di grande esperienza e santità di vita, che con i loro consigli lo spronarono sulla via della perfezione, anche se nell’umile compito di portinaio. A lui toccò nel primo e secondo dopo-guerra, preparare un piatto caldo per centinaia di poveri affamati, che affluivano ogni giorno alla porta del convento. Ormai in età avanzata, si dovette ritirare dall’ufficio, anche per le malattie dell’età e la rottura di un femore, dovuta ad una caduta sul terrazzo della Casa; gli ultimi suoi giorni li passò ricoverato al Calvary Hospital del Celio a Roma, dove si spense serenamente il 29 maggio 1962. Otto anni dopo, il 25 maggio 1970, i suoi resti furono trasferiti dal cimitero romano del Verano, al monastero passionista di Begana, (Bilbao in Spagna). Sono molti i fedeli che ogni giorno visitano la sua tomba e assicurano di aver ricevuto grazie per sua intercessione; dal 19 giugno 1980 è stata introdotta la causa per la sua beatificazione e superando le varie tappe occorrenti, il 21 dicembre 1991 si è avuto il decreto sulle sue virtù ed il titolo di venerabile.
Autore: Antonio Borrelli
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