Le notizie sono chiare, quello che complica le cose, facendole travisare, è il fatto che santa Nino è il nome russo di una schiava cristiana di cui diremo; mentre molti credono che sia un nome maschile e riguarda un martire della Cappadocia, che si celebra il 15 dicembre.
Confesso che sono rimasto interdetto, consultando vari testi, perché alcuni menzionano questo martire maschile senza aggiungere altro, alcuni testi invece, citano sia san Nino che santa Nino, ambedue al 15 dicembre e altri invece la sola Nino sia al 15 dicembre che al 14 gennaio.
Cominciamo con il dire che per il Nino maschile, non essendoci notizie in merito, è da ipotizzare, che faccia parte di un numeroso gruppo di martiri della Cappadocia (regione dell’Asia Minore Centrale, provincia romana dal I secolo), i cui nomi nei secoli siano stati dimenticati e ricordati invece solo con la dicitura di “Martiri in Cappadocia”, periti sotto la persecuzione dell’imperatore Massimiano nel 303, e celebrati dal “Martyrologium Romanum” ultima edizione aggiornata, al 23 maggio (senza riportare i nomi).
Altra ipotesi plausibile, che si tratta del diminutivo di altri nomi, come Antonino, Giovannino, Saturnino, ecc., anzi un martire Saturnino si celebra proprio il 15 dicembre.
Per quanto riguarda la Nino al femminile, che qualche elenco sbrigativo ha tradotto anche in Nina, il “Martyrologium Romanum”, già sopra citato, la celebra il 14 gennaio e per noi fa testo; anche se in precedenza, ella era ricordata anche il 15 dicembre.
Santa Nino è nominata in una pagina, che lo storico Rufino aggiunse alla “Storia Ecclesiastica”, scritta dal grande vescovo e storico Eusebio di Cesarea e che così si può riassumere; nel IV secolo gli Iberi, (popolo dell’Iberia Caucasica, attuale Georgia), in occasione di un’incursione da loro effettuata nelle varie Province orientali dell’impero romano, portarono con loro dalla Cappadocia, una prigioniera cristiana, che secondo altri documenti storici, bizantini, armeni, georgiani, aveva il nome di Nouné e che ancora successivamente nella letteratura georgiana e russa, si modificò in Nino.
Viveva da cristiana in castità, umiltà e preghiera e quanti la frequentavano, pagani ed idolatri, l’ammiravano senza comprendere; per spiegarsi le sue doti e virtù dicevano di lei: “È una cristiana” e il nome le rimase, perciò è chiamata anche Santa Cristiana.
Suo malgrado operò alcuni prodigi, come il risuscitare un bambino morto, per cui la sua fama arrivò alla corte della regina degli Iberi, la quale essendo malata, la chiamò e con la sua intercessione riacquistò la salute; si convertì al Cristianesimo e vincendo le resistenze del re suo sposo, lo convinse ad abbracciare la nuova fede.
Il re convertito, ricevé a sua volta dei favori celesti e affidò alla schiava cristiana il progetto della costruzione di una chiesa, utilizzando gli operai più abili; durante la costruzione ancora una volta “l’apostola” operò dei prodigi, che la fecero salire ancora di più nella stima del popolo, al quale predicava incessantemente il cristianesimo.
Il re Bacour o Miriam, non è chiaro, ormai avviata l’evangelizzazione della Georgia, inviò all’imperatore Costantino il Grande (280-337) una delegazione per chiedergli di mandare un vescovo e dei preti. Quando il vescovo giunse in Georgia, trovò tutto un popolo già convertito, grazie alla ‘cristiana’ Nino, e poté passare subito ad amministrare loro il Battesimo.
Uno dei tanti testi, la considera martirizzata in Georgia nel IV secolo, ma questo non è accertato, per quanto possibile. Il culto per la santa ‘apostola’ della Georgia, si diffuse in tutto l’Oriente e le varie Chiese, Copta, Armena, Greca, Alessandrina, Georgiana, la ricordavano nei loro menologi e sinassari, in date diverse; la Georgiana al 14 gennaio.
In Occidente la santa è rimasta sconosciuta nei martirologi medioevali. Il cardinale Cesare Baronio, (1538-1607) compilatore nel XVI sec. del ‘Martirologio Romano’, introdusse la sua memoria arbitrariamente al 15 dicembre, con la dizione di “S. Cristiana ancella”.
Come detto all’inizio, la nuova edizione riveduta del 2003, ha riportato la celebrazione all’antica data orientale del 14 gennaio, con il nome giusto di santa Nino.
Autore: Antonio Borrelli
Intorno al IV secolo dopo la nascita di Gesù, in Cappadocia d’Anatolia, nell’attuale Turchia, vive una bambina cristiana, amata da tutti per il suo dolce carattere, di nome Nino (viene chiamata anche Cristiana il cui significato è proprio “seguace di Cristoˮ). Purtroppo a quell’epoca c’erano tante guerre ed esisteva la schiavitù. Durante un’invasione degli Iberici, la bambina viene fatta prigioniera e trasferita in Georgia (sulle rive del Mar Nero), anticamente regno caucasico d’Iberia. La bella e buona bambina diventa una povera schiava. Nino conserva dentro di sé un cuore buono e umile. Ha tante virtù. È mite, paziente, gentile, ubbidisce sempre, ha una buona parola per tutti. Crede in Gesù e nel suo messaggio. Prega tanto e crescendo compie pure dei miracoli: guarisce dalle malattie in nome di Gesù. Una volta riporta in vita un bambino morto.
La regina della Georgia è malata e viene a sapere di una schiava che ha il potere di guarire dalle malattie. La chiama a corte e le chiede aiuto. Sembra strano, ma accade che una regina chieda aiuto a una schiava. Nino guarisce la regina che decide di abbracciare la religione cristiana. Convince, poi, suo marito, il re della Georgia, a convertirsi alla nuova religione e a diventare seguace di Gesù. Il re, dopo aver assistito a vari prodigi (un giorno, invocando il Gesù di Nino, il re ritrova la strada del ritorno completamente al buio, dopo essersi perso in un fitto bosco andando a caccia), fa subito costruire per la santa una chiesa. Nino conquista così i cuori del sovrano e del popolo che l’hanno resa schiava. Parla sempre a tutti di Gesù e dei suoi insegnamenti e riesce a convertire al Cristianesimo buona parte della popolazione della Georgia. Il re chiede allora all’imperatore Costantino il Grande di inviare un vescovo e dei preti. Quando questi arrivano trovano la Georgia quasi tutta evangelizzata, grazie alla schiava Nino, e la gente si mette in fila per poter ricevere il Battesimo.
Santa Nino muore nel IV secolo in Georgia. Le sue spoglie sono custodite presso il Monastero di Bodbe a Kakheti, nella Georgia orientale, dove ancora oggi è molto venerata.
Autore: Mariella Lentini
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