Gallia (Francia), VI secolo
Vescovo di Eauze nel VI secolo, evangelizzò la regione di Tolosa e fu presente al Concilio di Orléans del 533. Le sue reliquie si conservano a Melun, dove è celebrato l'11 gennaio, mentre a Meaux il 2 gennaio. È invocato contro gli ascessi e i mal di testa.
|
Ci risulta un solo santo con questo nome e si tratta di s. Aspasio (in francese Aspais) vescovo della Gallia, che visse probabilmente nel VI secolo.
Di lui purtroppo non ci sono sufficienti notizie, come del resto per tanti santi di quel lontano tempo, pervaso ancora dal paganesimo e con il Cristianesimo che si affermava un po’ alla volta, fra le popolazioni ancora barbare e pagane dell’Europa.
Non si sa di preciso di quale città fosse stato vescovo, forse di Eauze (l’antica ‘Elusa’ nella Francia Meridionale), come si ritiene da studi del XVII secolo; s. Aspasio comunque già dal sec. XIII gode di un culto nella città di Melun, di cui è patrono (città della Francia Centro-settentrionale, sulla Senna, capoluogo del Dipartimento della Seine-et-Marne).
Egli avrebbe evangelizzato questa regione, ma non vi sono certezze; mentre se è stato vescovo di Eauze, si sa che fu presente nel 533 al Concilio di Orléans, convocato per ordine di Chidelberto I, Clotario I e Tierrico I, figli eredi del regno merovingio di Clodoveo I.
Partecipò anche ad altri Concili tenutesi sempre ad Orléans nel 541 e 549; riunì i vescovi dipendenti dalla sua sede metropolitana, in un Sinodo Provinciale nel 551, che fu il primo dell’epoca merovingia.
Le sue reliquie si conservano a Melun, l’antica ‘Meledunum’, nella chiesa a lui intitolata; è celebrato in questa città l’11 gennaio, mentre a Meaux il 2 gennaio. È invocato contro gli ascessi ed i mal di testa.
Il nome Aspasio deriva dal greco ‘aspàzomai’ e significa ‘grazioso, amabile, attraente’.
Il nome femminile Aspasia non è portato da nessuna santa; mentre si chiamava così un’etera (cortigiana greca di condizione libera) vissuta nel V secolo a.C. e amata da Pericle, celebre per bellezza e raffinata cultura.
Nell’omonima canzone di Giacomo Leopardi è chiamata Aspasia, la sua fiamma amorosa fiorentina Fanny Targione Tozzetti.
Autore: Antonio Borrelli
|