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Venerabile Rosa Staltari Religiosa
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Antonimina, Reggio Calabria, 3 maggio 1951 - Palermo, 4 gennaio 1974
Rosella Stàltari nacque ad Antonimina, in provincia di Reggio Calabria. Rimase orfana a due anni, così suo padre, che voleva comunque assicurarle una crescita serena, decise di affidarla alle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, che a Locri avevano un istituto per l’infanzia abbandonata. Rosella rimase lì fino ai quattordici anni, dopo aver ottenuto la licenza media di avviamento professionale. Nel 1965 venne quindi accolta nell’istituto «Maria Mater Gratiae», dove si diplomò tre anni dopo come segretaria d’azienda, ottenendo anche l’abilitazione all’insegnamento nella scuola materna. L’istituto era gestito dalle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, di recentissima fondazione. La ragazza conobbe il fondatore, don Vittorio Dante Forno, e lo scelse come direttore spirituale, nonché la cofondatrice e direttrice, suor Maria Salemi. Di fatto, Rosella chiese di essere ammessa in quella congregazione: dopo due anni da postulante, il 2 luglio 1972 cominciò il noviziato, e un anno dopo, emise i voti religiosi. Nel 1973 fu trasferita a Palermo come maestra presso l’Istituto «Pietro Ardizzone». Fu particolarmente attenta agli orfani, ma anche ai bisogni delle consorelle. Anche se aveva sofferto molto nell’infanzia, cercava di non lasciarsi prendere dal pessimismo. Approfondì il carisma della congregazione, che consisteva nell’affiancare il sacerdozio cattolico prendendo a modello la Vergine Maria ai piedi della Croce. Neanche un anno dopo il suo arrivo, fu trovata morta nel suo letto, con una statuetta della Madonna in mano e il crocifisso della professione religiosa al collo. In effetti, Rosella era spesso soggetta a crisi convulsive e a svenimenti. Al momento della morte, aveva ventidue anni. La diocesi di Locri-Gerace ha seguito l’inchiesta sulle sue virtù dal 24 settembre 2002 al 14 ottobre 2006. Il 21 dicembre 2020 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Rosella veniva dichiarata Venerabile.
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Nacque il 3 maggio 1951 ad Antonimina (Reggio Calabria, Italia), in una famiglia povera e profondamente cristiana. Rimasta orfana di madre a soli due anni, su espressa richiesta del padre, che voleva assicurare alla figlia una crescita serena, fu accolta in un Istituto di Locri per l’infanzia abbandonata, gestito dalle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, dove rimase fino all’età di quattordici anni. Nel 1965, ottenuta la licenza media di avviamento professionale, fu accolta a Reggio Calabria nell’Istituto “Maria Mater Gratiae”, gestito dalla Congregazione delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, fondato nel 1957 da don Vittorio Dante Forno e da suor Maria Salemi, per le attività educativo-assistenziali. Nel 1968, conseguì il diploma di segretaria d’azienda e l’abilitazione all’insegnamento nella scuola materna.
Attratta dalla spiritualità e dal metodo pedagogico delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, entrò nella loro Congregazione. Conclusi i due anni di postulantato, il 2 luglio 1972 cominciò il noviziato, e un anno dopo, emise i voti religiosi. Nel 1973, fu trasferita a Palermo come maestra di bambini, in particolare orfani, presso l’Istituto “Pietro Ardizzone”.
La Serva di Dio, che subiva frequenti crisi convulsive e svenimenti, morì improvvisamente a Palermo il 4 gennaio 1974, all’età di 22 anni.
La Serva di Dio esercitò eroicamente la virtù della fede soprattutto nell’intensità con cui si dedicò alla vita di preghiera, alla quale ricorreva costantemente per comprendere gli avvenimenti e riconoscere in essi la volontà di Dio. La devozione a Maria la sostenne nel suo vissuto di fede. Nonostante le sofferenze che caratterizzarono la sua infanzia, la speranza eroica la rese capace di rifuggire da atteggiamenti pessimistici e di mantenersi attiva, intraprendente e serena. La Serva di Dio manifestò la sua carità verso Dio in particolare nel desiderio di conformarsi a Cristo, soprattutto nella sua dedizione agli altri. Tradusse l’amore per Dio nella carità verso gli ammalati e gli orfani. Aveva una spiccata capacità di intuire le esigenze e i bisogni degli altri e di soddisfarli con gesti semplici ma carichi di attenzione. Era molto generosa e disponibile: si caricava dei servizi più umili, anche al posto delle altre consorelle.
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