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Santo Stefano di Chatillon Certosino, vescovo
Festa:
7 settembre
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Châtillon-des-Dombes (Francia), 1149 – Die (Francia), 7 settembre 1208
Stefano nacque nel 1149 o 1150 a Châtillon-des-Dombes, da nobile famiglia. Adolescente, assiduo nella preghiera, già praticava il digiuno e l'astinenza. A 25 anni entrò nella Certosa di Portes-en-Bugey, fino a quando ne divenne priore. In seguito, riluttante, accettò la dignità di vescovo di Die, nella Francia sudorientale. Resse la diocesi per pochi mesi, perché morì a Die il 7 settembre dello stesso 1208. Ma già in vita, durante il suo priorato a Portes, gli furono attribuiti parecchi miracoli: la guarigione di una donna ammalata, avvenuta qualche giorno prima della morte, la profezia riguardante la nascita dell'Ordine dei Domenicani nel 1215; l'apparizione dei demoni ai fedeli non osservanti. I miracoli continuarono anche dopo la morte, al punto che nel 1231 l'arcivescovo di Vienne e altri vescovi francesi chiesero la canonizzazione. Nel 1557, dopo una ricognizione sui resti, il corpo fu ritrovato intatto; ma nel 1561 la tomba venne profanata dagli Ugonotti. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Die in Francia, santo Stefano di Châtillon, vescovo, che, strappato alla solitudine di Portes-en-Bugey, resse felicemente questa Chiesa, senza però nulla sottrarre all’austerità della vita certosina.
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La sua vita è stata scritta nel XIII secolo in mediocri ottanta versi latini, a cui si aggiunge i “Miracula”, cioè il racconto dei miracoli, che comunque risente della stessa vena magnificante della ‘Vita’, ma con pochi fondamenti storici. Stefano nacque nel 1149 o 1150 a Châtillon-des-Dombes (dipartimento francese dell’Ain), nella nobile famiglia degli Châtillon; crebbe come uno studente modello in parte con precettori e in parte nelle scuole diocesane dell’epoca; da adolescente e da giovane, già si dedicava al digiuno e all’astinenza, con la preghiera assidua. A 25 anni entrò nella Certosa di Portes-en-Bugey, illuminata dalle virtù dell’abate s. Antelmo († 1177) che divenne poi superiore della Grande Certosa (Chartrouse). Dopo molti anni vissuti nella spiritualità e solitudine certosina, Stefano di Châtillon, divenne priore della certosa di Portes, in seguito sia pur riluttante, accettò la dignità di vescovo di Die, (centro della Francia sudorientale, sulla Drôme; dipart. Drôme), offertagli dal Capitolo di quella diocesi; sollecitato a farlo da papa Innocenzo III (1198-1216) e da Jancelino, priore generale dei Certosini, la data è da posizionarsi nel 1208. Resse la diocesi per pochi mesi, perché morì a Die il 7 settembre dello stesso 1208; già in vita, durante il suo priorato a Portes, gli erano stati attribuiti parecchi miracoli, come la profezia riguardante la nascita dell’Ordine dei Domenicani nel 1215; la guarigione istantanea di una donna ammalata, avvenuta qualche giorno prima della morte del santo vescovo; l’apparizione dei demoni ai fedeli della sua diocesi, che erano poco osservanti del riposo domenicale. I prodigi proseguirono dopo la sua morte, al punto che nel 1231, l’arcivescovo di Vienne e altri vescovi francesi, chiesero la sua canonizzazione; non si sa se fu concessa, ma il culto di venerazione alla sua tomba, proseguì ininterrottamente, quindi deve essere stata positiva. Nel 1557 fu effettuata una ricognizione dei suoi resti e il suo corpo fu ritrovato intatto; ma nel 1561 fu profanato e bruciato dagli Ugonotti (protestanti francesi seguaci di Calvino). Il suo culto fu confermato per la diocesi di Die, da papa Pio IX nel 1852 e dallo stesso papa esteso all’intero Ordine dei Certosini nel 1857.
Autore: Antonio Borrelli
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