Ecco un’altra venerabile figura di religioso, che come tanti altri confratelli o suore e oggi si sa anche di tanti laici, nel chiuso delle loro case, trasformò il suo letto di dolore, in un altare di espiazione e di immolazione. Tommaso Bustos Sanchez, questo il suo nome da laico, nacque il 12 gennaio 1587 a Villanueva de los Infantes in Spagna; entrò nell’Ordine dei Trinitari il 29 aprile 1607 e dopo aver fatto gli studi filosofici e teologici, fu ordinato sacerdote a Cuenca (Nuova Castiglia), il 21 aprile 1612. Ma già poco dopo il suo ingresso nel 1607 nell’Ordine Trinitario (fondato da s. Giovanni de Matha e s. Felice di Valois, approvato nel 1198), quando era a Cordoba (Cordova), si ammalò e le sue infermità furono così continue e persistenti che non lo abbandonarono più fino alla sua morte; non lo lasciarono nemmeno un solo giorno, costringendolo poi a rimanere sempre a letto per decine di anni. Fu dotato in tanto malessere, di vari doni carismatici, arricchito dal dono dei miracoli e del consiglio sapiente per tutti; in vita godette di un’autentica fama di santità, al punto che papa Urbano VIII (1623-1644), che ne conosceva le virtù, gli mandò in dono un prezioso crocifisso, con numerose indulgenze. Anche papa Innocenzo X (1644-1655), quando era Nunzio in Spagna, soleva recarsi nella sua stanza per consultarlo su questioni complicate e ammirarne le virtù, altrettanto fece papa Clemente IX (1667-1689) quando aveva il medesimo incarico. Morì a Madrid il 7 ottobre 1647 a 60 anni. Vista la fama di santità goduta già in vita, dopo pochi anni dalla sua morte, per disposizione dell’arcivescovo di Toledo Baltasar Moscoso y Sandoval, furono istruiti i processi per la sua beatificazione. La Causa fu introdotta il 19 marzo 1774 e successivamente papa Pio VII riconobbe l’eroicità delle sue virtù, concedendogli il titolo di venerabile il 22 settembre 1805.
Autore: Antonio Borrelli
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