† 1343/49
Francescano di nobile famiglia istriana del XIII secolo, emulò l'esempio di Francesco d'Assisi, dedicandosi alla preghiera, alla predicazione e all'aiuto dei poveri. Frate modello, alternò la contemplazione all'apostolato, operando in un contesto di lotte eretiche e fazioni. La sua fama di santità, testimoniata da prodigi, si diffuse subito dopo la sua morte nel 1343 o 1349, facendo del suo sepolcro meta di pellegrinaggi. Oggetto di venerazione ininterrotta, il Beato Giuliano fu proclamato Patrono di Valle d'Istria nel 1477 e elevato agli onori degli altari da San Pio X nel 1910, primo santo istriano ad ottenere tale riconoscimento.
Martirologio Romano: A Castello di Valle d’Istria, beato Giuliano Cesarello, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che girava per villaggi e piazze, seminando la parola di Dio e cercando di pacificare le fazioni cittadine.
|
Il B. Giuliano Cesarello nacque, da nobile famiglia, nella seconda metà del secolo XIII a Castello di Valle d'Istria (oggi Bale-Valle, in passato diocesi di Parenzo, oggi diocesi di Parenzo-Pola).
La vocazione religiosa arrivò presto: adolescente fu accolto nell'Ordine dei Frati Minori del vicino convento di S. Michele Arcangelo.
Le terre di Giuliano avevano già conosciuto la santità francescana: secondo la tradizione S. Francesco d'Assisi nel 1212, mentre viaggiava nell'Adriatico diretto in Siria, approdò fortunosamente, durante una tempesta, sulle coste dalmate. A Pola avrebbe soggiornato anche S. Antonio da Padova.
Il cenobio di Giuliano era situato su di un colle solitario ed era stato fondato dai monaci Camaldolesi, probabilmente proprio da S. Romualdo.
Il nostro beato, come Francesco d'Assisi, proveniva da una famiglia agiata e come lui lasciò tutto per mettersi, libero da ogni vincolo, al servizio del Signore. Trascorreva molte ore in preghiera: era devoto di Gesù Eucaristia, della Vergine Santissima e delle anime del Purgatorio. Si distinse per la perfetta osservanza della Regola, secondo un austero regime di vita.
Ordinato sacerdote esercitò il suo ministero con abnegazione, annunciando la Parola di Dio nei paesi vicini. Dotato di eminenti virtù, sebbene fosse fornito di grande dottrina, predicò in modo semplice per raggiungere il cuore di tutti. Alternò la vita contemplativa all'apostolato attivo. A quei tempi erano diffusi i movimenti eretici e le lotte tra fazioni anche nei piccoli paesi, agli operai del Signore il lavoro proprio non mancava. Era più che mai necessario seminare l'amore, far sbocciare la pace in nome della carità cristiana.
Con i confratelli viveva in povertà ma non mancava l'aiuto costante e generoso ai poveri. Il Signore ripagava con autentici prodigi.
Morì nel convento in cui era vissuto tutta la vita nell'anno 1343 o 1349 e lì fu sepolto. Da subito venerato come santo, il suo sepolcro divenne meta di pellegrinaggi e fonte di celesti favori.
Il convento di S. Michele fu lasciato dai Frati Minori nel 1418. Nel 1564 il suo corpo subì un tentativo di furto da parte degli abitanti di Parenzo che volevano custodirlo nella propria chiesa. Secondo la tradizione, giunta a valle, l'arca che conteneva le reliquie divenne pesantissima. Solo i Vallesi poterono portarla, tra feste e giubilo, nella propria Chiesa Collegiata. Dal 1477 Castello di Valle d'Istria aveva scelto il suo illustre concittadino come singolare Patrono, festeggiandolo sia religiosamente che civilmente. Il 26 febbraio 1793 Pio VI concesse l'indulgenza plenaria a coloro che, con le dovute disposizioni, celebravano la sua festa. A nome del Beato nacque una Confraternita e venne intitolata una delle campane del campanile della Collegiata.
Il culto, costante nei secoli, venne confermato da S. Pio X il 23 febbraio 1910. E' il primo santo istriano ad essere elevato agli onori degli altari. In tale occasione l'urna col corpo venne deposta nell'altare della Vergine di Monte Perino.
La festa liturgica è celebrata al 1° maggio; attributi iconografici solo la croce astile e il S. Vangelo.
PREGHIERA
O Dio,
che nell'amore verso di te e verso i fratelli
hai compendiato i tuoi comandamenti,
fa' che ad imitazione del Beato Giuliano di Valle d'Istria
dedichiamo la nostra vita al servizio del prossimo,
per essere da te benedetti nel regno dei cieli.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Autore: Daniele Bolognini
|