XI sec.
Nato in Baviera in una povera famiglia di contadini, Engelmaro, eremita di grande pietà e austerità, visse nell'XI secolo nei pressi di Passavia, in Germania. Dopo la morte del suo maestro, Gregorio, ex-vescovo armeno, fu ucciso barbaramente da un uomo invidioso della sua fama e delle sue virtù. Il suo corpo, nascosto sotto la neve, fu ritrovato alcuni mesi dopo e sepolto con solennità. Nel 1331 i suoi resti furono traslati nella chiesa dei Premonstratensi di Windberg, dove sono ancora oggi meta di pellegrinaggio.
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Era un eremita, molto popolare e molto stimato, che visse nell’XI secolo in un bosco nei pressi di Passau, Passavia in italiano, l’incantevole città bavarese protesa come la prua di una nave sulla confluenza a «V» dell’Inn nel Danubio; proprio nel punto in cui si uniscono i due grandi e solenni fiumi che bagnano sui due fianchi il centro abitato, un terzo fiume, l’Ilz, si getta in quelle acque, contribuendo a rendere il luogo veramente suggestivo. Passau - nella cui cattedrale gotica si trova uno dei più grandi organi del mondo, ricco di ben 17.000 canne che ogni domenica mattina fanno sentire in un pubblico concerto la maestosità e l’incanto del loro suono - era sede vescovile fin dal 739, e alla sinistra del Danubio, su uno sperone dominante la città, sorge ancora la fortezza d’Oberhaus (XVIII secolo), residenza dei vescovi. Engelmaro nacque in Baviera in una povera famiglia di contadini. Incline alla pietà e alla vita solitaria, poté avere come maestro dello spirito un pio eremita armeno, di nome Gregorio, ex-vescovo desideroso di solitudine e di perfezione, il quale si era ritirato nella foresta bavarese per prepararsi alla morte. Morto Gregorio nel 1093, Engelmaro rimase solo in quell’eremo, nei pressi del piccolo centro di Windberg, conducendo vita di lavoro, austerità e preghiera. Gli abitanti della regione continuarono ad andare a fargli visita, per chiederne consigli e conforto, come facevano quando il vescovo era ancora vivo. Presto il santo eremita fu circondato dalla stima e dall’affetto di tutti; ma la grande venerazione di cui divenne oggetto e le sue stesse virtù suscitarono l’invidia di un tale che da qualche tempo si era subdolamente associato a lui, facendo credere di voler condurre sotto la sua guida quella dura esistenza, e che nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 1100 lo uccise barbaramente, nascondendone il corpo sotto la neve e abbandonando subito il paese. Secondo un’altra tradizione quel miserabile uccise Engelmaro per impadronirsi dei tesori che supponeva egli avesse: ma non trovò nulla, poiché il buon eremita distribuiva ai poveri tutte le offerte che riceveva. Sta di fatto che quell’azione orribile fu scoperta soltanto alcuni mesi dopo, quando si sciolsero le nevi e le spoglie dell’eremita riaffiorarono e furono notate da un sacerdote, che provvide a seppellirle. La leggenda racconta che dal corpo del morto si irradiò un fascio di luce. Nel 1331 i Premonstratensi di Windberg trasportarono i resti di Engelmaro nella loro chiesa, dove la tomba del santo è ancora oggi meta di pellegrinaggio. Ogni anno gli abitanti del villaggio di Saint-Englmar praticano tuttora un’antica usanza, detta «In cerca di Engelmaro», fingendo appunto di andare alla ricerca del corpo del santo nascosto dall’omicida: si nasconde nel bosco un’immagine del santo che, una volta trovata, è riportata in paese con una solenne processione.
Fonte:
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Giornale di Brescia
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