Manresa,Spagna, 30 maggio 1905 - Barcellona, Spagna, 31 agosto 1950
Nasce in Spagna a Manresa (Barcellona) il 30 maggio del 1905 da genitori credenti. Allievo dei padri Scolopi e dei Gesuiti, studia anche medicina; fonderà la clinica di Nostra Signora della Mercede a Barcellona. Sono gli anni della Guerra Civile Spagnola: nel luglio del 1938 Pere Tarrés i Claret è arruolato nell'esercito repubblicano come medico militare, attività in cui si impegna con esemplare carità. Nel frattempo il beato riesce a dedicarsi agli studi di latino e filosofia, maturando il desiderio di diventare prete; nel '39 entra in seminario, quattro anni dopo è ordinato sacerdote. Si laurea in teologia all'Università Pontificia di Salamanca. Rientra a Barcellona, dove ricopre incarichi nell'Azione Cattolica in particolare per la formazione dei giovani, nella pastorale parrocchiale e come cappellano di istituti religiosi femminili. Nel maggio del 1950, sottoposto a biopsia, gli è diagnosticato un linfosarcoma linfoblastico; muore pochi mesi dopo, il 31 agosto, a soli 45 anni, nella clinica da lui fondata. È beatificato da papa Giovanni Paolo II a Loreto il 5 settembre del 2004 durante il raduno dell'Azione Cattolica. (Avvenire)
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È stato beatificato il 5 settembre 2004 a Loreto da papa Giovanni Paolo II, durante il grande raduno dell’Azione Cattolica che si è tenuto nella città mariana, insieme ai due giovani associati dell’Azione Cattolica Italiana Alberto Marvelli di Rimini e Pina Suriano di Partinico (Palermo).
Padre Pere (Pietro) Tarrés i Claret nacque il 30 maggio 1905 a Manresa in provincia di Barcellona (Spagna), la sua famiglia era composta dai genitori credenti ed esemplari Francesco Tarrés e Carmen Claret e da altre due sorelle Francesca e Maria.
A causa del lavoro di meccanico del padre, la famiglia dovette spostarsi frequentemente di residenza e in uno di questi spostamenti ricevette la Cresima il 31 maggio 1910, allievo dei padri Scolopi fece la prima Comunione il 1° maggio 1913.
A nove anni rientrò con la famiglia a Manresa dove prese a studiare con i Padri Gesuiti. Di carattere allegro e aperto, amante della natura, amorevole con i familiari, aveva un animo da poeta, trascorreva il tempo libero aiutando nella farmacia del dr. Balaguer, il quale lo orientò nel prosieguo degli studi.
Con alcune borse di studio, conseguì il baccalaureato presso il Collegio di Sant’Ignazio e poté iscriversi al corso di laurea in medicina presso l’Università di Barcellona.
Dal 1921 andò ad abitare nel quartiere popolare di Gracia, dive frequentò l’Oratorio di S. Filippo Neri; fece parte della Federazione Giovani Cristiani e dell’Azione Cattolica, ricoprendo vari incarichi; ribadiva spesso che per lui il segreto della vita spirituale dei militanti era la devozione Eucaristica e l’amore filiale a Maria.
Intanto in famiglia le cose non andavano bene, nel luglio 1925 morì suo padre e poco dopo la madre ebbe un incidente che la rese menomata per sempre.
Nel Natale del 1927, con l’approvazione del suo direttore spirituale, fece il voto di castità; nel 1928 si laureò in Medicina con un premio straordinario, stabilendosi definitivamente a Barcellona.
Le sorelle intanto entrarono nel convento delle Concezioniste, mentre Pere Tarrés i Claret d’accordo con il suo amico dr. Gerardo Manresa, fondò il Sanatorio-clinica di Nostra Signora della Mercede a Barcellona.
Svolse la sua attività di medico con esemplare carità e una vita religiosa, senza perdere l’allegria contagiosa, che gli permetteva di trattare con familiarità gli ammalati.
Nel 1936 fu coinvolto nei ben noti sanguinosi sovvertimenti della Guerra Civile Spagnola; il 18 aprile il dottore Pere Tarrés si recò al monastero di Monserrat per gli esercizi spirituali che furono interrotti il 21 luglio per lo scoppio della rivolta; ritenne opportuno rivolgersi al Comando Generale riuscendo ad ottenere la tutela della polizia per proteggere il celebre monastero dalla violenza dei miliziani anarchici.
Riuscì a portare la Santa Comunione ai perseguitati nascosti ed egli stesso sfuggì alle perquisizioni fatte a casa sua dai rossi.
Nel luglio 1938 fu arruolato nell’esercito repubblicano come medico militare ottenendo anche la promozione a capitano, fra un intervento e l’altro continuò nello studio del latino e della filosofia, con l’intenzione di prepararsi ai futuri studi sacerdotali; fra i soldati manifestò la sua genuina fede in ogni occasione.
Rientrato a casa a fine Guerra Civile nel 1939, continuò la sua professione a Barcellona ricoprendo anche alcuni incarichi nell’A.C.; il 29 settembre del 1939 entrò nel Seminario locale.
La madre morì nel 1941, l’anno in cui ricevé gli Ordini Minori, il diaconato l’ebbe il 22 marzo 1942 e fu ordinato sacerdote il 30 maggio 1942 a 37 anni, dopo pochi giorni venne nominato vicario della parrocchia di S. Stefano Sesrovile.
Il vescovo di Barcellona nel 1943, lo inviò a studiare all’Università Pontificia di Salamanca, dove il 13 novembre 1944 si laureò in teologia; rientrato a Barcellona gli furono affidati vari incarichi sia nell’A.C. che nella pastorale parrocchiale, sia come cappellano di Istituti religiosi femminili; non mancarono difficoltà e sofferenze, che padre Pere Tarrés seppe offrire a Dio rispondendo con atteggiamenti evangelici di carità, prudenza e fortezza, scriveva nel suo Diario riguardo l’apostolato nell’A.C. Femminile di Sarrià: “Io sono figlio di operai. Nel cielo lavorerò molto per tutte quante”.
Negli anni 1946-49 ricoprì tante cariche spirituali ed organizzative in varie Istituzioni assistenziali, ospedaliere, scolastiche, ecclesiali, lasciando in quanti lo contattarono una traccia salutare e perenne.
Il 17 maggio 1950 fu sottoposto ad una biopsia, il cui risultato mise in luce un linfosarcoma linfoblastico, l’evoluzione della malattia venne vissuta con un atteggiamento di totale abbandono in Dio, al quale offrì la sua vita per la santificazione dei sacerdoti.
Morì a soli 45 anni il 31 agosto 1950 nella clinica da lui fondata a Barcellona; fu sepolto nel cimitero di Montjuic; il 6 novembre 1975 i suoi resti mortali furono traslati nella chiesa parrocchiale di San Vicente di Sarrià, dove riposano tuttora.
Autore: Antonio Borrelli
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