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Ubierna, 1 dicembre 1889 – Carabachel Alto (Madrid), 2 ottobre 1936
Nacque a Ubierna (Burgos) il 1° dicembre 1889 e fu battezzato il giorno seguente. A 16 anni sentendo l'inclinazione allo stato religioso e sacerdotale, fu ammesso al Noviziato di Sarrià (Barcellona) e vi professò il 5 settembre 1909. Venne ordinato sacerdote a Salamanca il 28 luglio 1918.Furono suo campo di apostolato i collegi di Campello, Barcellona, Madrid e Salamanca; fu Direttore a Salamanca, a Madrid, e quindi nello Studentato Teologico di Carabanchel Alto (Madrid), dove lo sorprese la rivoluzione. Si distinse per pietà, zelo e dedizione sacerdotale. Fu superiore prudente, paterno e comprensivo, pur esigendo il compimento del dovere, di cui dava l'esempio. Con sforzo prolungato e continuo ottenne grande affabilità, costanza di carattere e spirito di mortificazione.Già nel 1934, sentendo sempre più vicina la rivoluzione, andava preparando al martirio l'animo dei suoi. Il 20 luglio 1936 la Casa di Carabanchel Alto fu assalita dai miliziani. Don Enrique si offrì a morire per tutti, ma la sua offerta per allora, non venne accettata. Furono tutti imprigionati e destinati alla morte. Rimessi poi in libertà, il Servo di Dio cercò un rifugio a ciascuno e continuò a interessarsi della sorte di tutti. Il 2 ottobre 1936 i miliziani, sapendolo sacerdote, lo imprigionarono, e verso le 10 di sera lo fucilarono. Beatificato il 28 ottobre 2007.
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Nella grande disumana strage che fu la Guerra Civile Spagnola(1936-1939), il numero delle vittime superò il milione,colpendo persone di ogni classe e di ogni fede. Ormai gli storicihanno riconosciuto che all’interno di questo terribile massacro,nei territori allora chiamati “zona rossa”, in mano aglianarchici ed ai social comunisti, ci fu una vera e propriapersecuzione contro i cristiani. I fedeli laici solo perchécristiani, furono ammazzati a decine di migliaia e con loromassacrati 4148 sacerdoti diocesani, 12 vescovi, 283 suore, 2365religiosi (sacerdoti e fratelli) per un totale finora riconosciuto di6808 martiri, con distruzione di numerose chiese. Ogni FamigliaReligiosa diede il suo tributo di sangue con un numero più omeno alto di vittime; la Famiglia dei Salesiani di Don Bosco, inquesto elenco è presente con 97 suoi membri, appartenenti atre fiorenti ‘Ispettorie’ di Salesiani e una‘Ispettoria’ delle Figlie di Maria Ausiliatrice ecosì suddivisi: 39 sacerdoti, 26 coadiutori, 22 chierici, 5salesiani cooperatori, 3 aspiranti salesiani e 2 Figlie di MariaAusiliatrice. I martiri Salesiani sono raggruppati in tre Famiglielocali, di Valencia, di Siviglia, di Madrid; quelli di Valencia sonostati dichiarati beati nel 2001.
Il gruppo di 42 martiri di Madrid, il più numeroso ècapeggiato dal sacerdote salesiano don Enrique Saiz Aparicio, ilquale nacque a Ubierna il 1° dicembre 1889 nella provincia diBurgos. Trascorse l’infanzia in mezzo a notevolidifficoltà familiari, che condizionarono la formazione del suocarattere; dopo aver frequentato studiando alcune Case salesiane,fece la prima professione nel 1909 a Barcellona - Sarriá. Dopogli studi in Filosofia, alternò il suo compito di educatoretra Salamanca e Madrid, eccellendo nelle qualità letterarie enon mancandogli prove e inquietudini a causa del suo duro carattere,anche se andò dominandosi man mano che si avvicinavaall’ordinazione sacerdotale, che ricevette nel 1918. Seguironosei anni d’intensa attività salesiana sempre traSalamanca e Madrid, diventando poi direttore prima del Collegio diSalamanca e poi di quelli di Atocha e di Carabauchel a Madrid. Il suoduro carattere mutò totalmente diventando sereno, comprensivoe caritatevole; intensificò la sua preparazione ascetica, lasua direzione spirituale, la sua vita interiore, la sua predicazionein particolare quella eucaristico-mariana. E nell’impegno dianimatore della Comunità e dell’Aspirantato salesiano diCarabachel Alto nella periferia di Madrid, fu sorpreso dallo scoppiodella Guerra Civile. Padre Enrico Saiz Aparicio da un certo temposembrava presentire il martirio, infatti disse a suo fratello:“Se Dio mi volesse martire, non retrocederei un solo passo difronte alla volontà divina; accoglierei il martirio conserenità”. Nel pomeriggio del 20 luglio 1936,l’Aspirantato fu preso d’assalto dai miliziani rossi; padreSaiz radunò nel salone i ragazzi e diede loro la benedizionedi Maria Ausiliatrice, poi agitando un fazzoletto bianco si diresseverso gli assalitori dicendo: “Se volete sangue, eccomi qui.Però non fate del male ai ragazzi”. Gli aspiranti furonorimandati alle loro famiglie e padre Saiz e otto salesiani, con lasolita tattica dei miliziani, furono lasciati liberi per essere dinuovo arrestati fuori dalla Casa e ad uno ad uno poi eliminati. DonEnrico Saiz fu fucilato il 2 ottobre 1936, aveva 47 anni; gli altrisalesiani martiri, in buona parte novizi e giovani studenti aMohernando, furono arrestati in quei sei mesi di fine 1936 e uccisiin giorni e luoghi diversi, un folto gruppo morì il 6 dicembre1936. Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani e neisuccessivi 40 anni, la Famiglia salesiana, conobbe una numerosissimafioritura di vocazioni salesiane in Spagna. I processi per labeatificazione dei 42 martiri salesiani di Madrid, sono iniziati il 7dicembre 1957. Recentemente questa causa è stata accorpata conquella del gruppo dei martiri salesiani di Siviglia, giàdenominata “Servo di Dio Antonio Torrero Luque e 20compagni”. Il nuovo processo congiunto, comprendente dunquetutti i 63 martiri salesiani di Madrid e Siviglia.
La cerimonia di beatificazione ha avuto luogo a Roma il 28 ottobre 2007, sotto il pontificato di Papa Benedetto XVI.
Autore: Antonio Borrelli
Note:
Per segnalare grazie o favori ricevuti per sua intercessione, oppure per informazioni, rivolgersi al Postulatore Generale della Famiglia Salesiana: postulatore@sdb.org
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