Figlio della nobilissima famiglia napoletana Carafa, Luigi nacque a Napoli dal duca di Andria nel 1589. Cresciuto nei sani principi cristiani, già a 15 anni si votò alla vita monastica nel monastero benedettino di S. Severino di Napoli, conservando il nome di Luigi. In età ancora molto giovane fu superiore al monastero di S. Renato di Sorrento; poi nominato maestro dei novizi a Napoli, educò i giovani aspiranti monaci all’osservanza della Regola benedettina che faceva imparare a memoria, affinché fosse guida nella vita quotidiana. Per le sue doti morali ed intellettuali fu scelto per partecipare al ‘cursus’ di preparazione per le cariche monastiche in alcuni monasteri della Congregazione Benedettina Cassinese, situati nell’Italia Meridionale. Ricoprì le cariche di priore e poi di abate nei monasteri di S. Flaviano a Caltanissetta e S. Maria delle Grazie di Andria; in questo monastero durante il suo abbaziato si verificò un’apparizione della Vergine; Luigi Carafa pur essendo l’abate era solito servire nei compiti più umili; come abate di Andria partecipò al Capitolo Generale della Congregazione Cassinese, dal quale ottenne di essere esonerato dalla carica, come pure rifiutò una dignitosa carriera ecclesiastica proposta dallo zio cardinale Decio Carafa. Umilmente si ritirò in una dipendenza del monastero di S. Severino posto nella zona di Ottaviano, paese alle falde del Vesuvio; qui rimase una quindicina d’anni conducendo una vita ascetica molto dura, associata ad assidua preghiera. Verso il 1651, dopo la soppressione dei piccoli conventi decretata da papa Innocenzo X, padre Luigi Carafa lasciò Ottaviano e ritornò a S. Severino in Napoli. Qui visse gli ultimi anni della sua vita ritirato nella sua cella che lasciava solo per la Messa e per i Vespri; morì il 18 novembre 1664. Dal 1692 al 1698 si tenne a Napoli il processo ordinario per la sua beatificazione, ma d’allora la causa è ferma.
Autore: Antonio Borrelli
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