Mi racconta don Cesare Beccarla di un antico sacerdote fossanese, in grado di scrivere una corposa biografia di santi e beati pur con pochissimi dati a sua disposizione, come nel caso del beato Bartolomeo da Cervere. Ben lontano dall’imitarlo, mi sentirei comunque di sfidare costui, e anche tanti altri agiografi di fama, a scrivere una “vita” del beato Natale Pinot, di cui praticamente tutto si ignora eccetto i dati biografici fondamentali, perché nulla ha scritto, parlato ancor meno, limitandosi a versare il suo sangue per Cristo. Ma è stato proprio questo suo santo silenzio ad attirare l’attenzione ed a farlo inserire in questa nostra “vetrina”, che negli ultimi sedici anni ha incluso tanti e tali colossi di santità, la cui vita è risultata praticamente non condensabile nelle canoniche 28 righe richieste dalla redazione. Problema che non esiste per Natale Pinot, la cui vita si può riassumere nell’essere stato un buon prete, un uomo umile e dalla carità grande, che a 47 anni preferisce morire piuttosto che rinunciare a Gesù: tutto qui, e scusate se è poco! Nasce ad Angers nel 1747, uno dei 16 figli di un umile tessitore, ma si ignora la data della sua ordinazione, che qualcuno colloca nel 1771, quando cioè ha compiuto 24 anni. Classico “curato di campagna”, viene assegnato come viceparroco nelle varie parrocchie dei villaggi vicini, ma non è uno sprovveduto nè un sempliciotto. Anzi, a diversità di tanti suoi confratelli contemporanei, che a malapena conoscono le principali preghiere del buon cristiano, don Natale è preoccupato di perfezionare la sua cultura e le sue conoscenze. Si iscrive all’università di Angers, dove si laurea (diciamo così) in lettere e scienze a 41 anni, e già questo è una felice eccezione; ma don Natale si distingue anche per via del suo cuore tenero e dei sentimenti paterni, che egli dimostra in pieno quando viene nominato cappellano dell’ospedale di Angers, meglio conosciuto come l’ospedale “degli incurabili”. Uno dei pochi testimoni che si ebbe cura di sentire dopo la morte, ricorda che don Natale “rispettava i malati come un santo e li accarezzava come un padre” e possiamo immaginare di quante carezze avessero bisogno quei malati, ammassati nelle corsie fetide, praticamente abbandonati a se stessi, senza medicine e con pochi alimenti. E il cappellano, per non limitarsi a parole di consolazione, li soccorre per quello che può, raccattando aiuti dai benefattori, ma soprattutto destinando loro, quasi per intero, il compenso che gli spetta. E’ forse per questo suo amore preferenziale per i poveri che il vescovo lo destina parroco di Louroux-Beconnais, conosciuta come la parrocchia dei miserabili e nella quale i confratelli non vogliono andare. Lui, invece, si trova perfettamente a suo agio: si sente, ed è realmente, il “primo povero della parrocchia” e nel suo servizio pastorale si ispira a San Martino di Tours, spogliandosi di tutto per aiutare gli altri. Quando arriva la rivoluzione francese e gli chiedono di giurare sulla Costituzione civile del clero, rifiuta decisamente, ma senza clamore, com’è nel suo stile. Si sente appena in dovere di spiegare le sue ragioni ai parrocchiani il 27 febbraio 1791, dopo la messa. Prima che però apra bocca viene contestato duramente dal sindaco, presente in chiesa, mentre i parrocchiani si schierano dalla sua parte. Ne nasce un parapiglia che si conclude con l’arresto di don Natale, ma il tribunale di Angers lo assolve, semplicemente perché “non ha parlato” e preso posizione contro la Rivoluzione. Gli tolgono però la parrocchia e lo sostituiscono con un prete “gradito” alle autorità. Per don Natale inizia così il periodo della clandestinità in cui il lavoro non manca, dato che sono tanti i preti che giurando sulla Costituzione si sono staccati dal Papa e sono diventati scismatici.
Autore: Gianpiero Pettiti
Domenica 23 gennaio 1791, padre Noël Pinot, parroco di Le Louroux-Béconnais nella diocesi di Angers, celebra la Messa nella sua chiesa. Il vicario, padre Mathurin Garanger, è presente nel coro e, nelle prime file, hanno preso posto il sindaco e i funzionari comunali. Alla fine della Messa, questi ultimi devono ricevere dai due sacerdoti il giuramento di fedeltà alla Costituzione civile del clero. Il parroco si reca in sacrestia per deporre i paramenti liturgici. Lo vengono a cercare, ma egli dichiara di non poter in coscienza prestare il giuramento. All’ingiunzione del sindaco che gli vieta di esercitare qualsiasi funzione ecclesiastica, afferma che, avendo ricevuto i suoi poteri da Dio e dalla sua Chiesa, rimane il parroco legittimo della parrocchia e non si sottometterà mai a leggi ingiuste.
Questo prete andrà fino al martirio per rimanere fedele a Dio e alla sua coscienza. Nel 1926, sarà proclamato beato da papa Pio XI.
Noël Pinot nasce ad Angers, il 19 Dicembre 1747 ; la sua famiglia conta già quindici figli. Alle gioie si mescolano le lacrime?: quello stesso giorno, il più giovane dei suoi fratelli, un bambino di venti mesi, muore nella sua culla. Già l’indomani, il neonato viene battezzato. Durante la sua prima infanzia, Noël ha sotto gli occhi l’esempio del coraggio e della vita austera del padre, maestro tessitore. Questo valoroso cristiano sarà strappato all’affetto dei suoi cari nel 1756, esaurito dal suo duro lavoro. Mentre suo padre instilla in lui il gusto del lavoro ben fatto, il ragazzo impara dalla madre a pregare. Nel 1753, il maggiore della famiglia, René, viene ordinato prete. Questo fratello più grande nutre una predilezione per il più piccolo della famiglia. Noël gli confida il suo desiderio di studiare per diventare anche lui sacerdote. Nel 1765, a diciotto anni, entra in seminario. Il 22 dicembre 1770, viene ordinato prete. Il giorno dopo, celebra la sua prima Messa, assistito dal fratello. Che gioia ed che emozione per la loro madre contemplare, allo stesso altare, il più giovane e il maggiore dei suoi sedici figli !
Gli Incurabili
Durante i dieci anni seguenti, padre Pinot esercita il ministero di vicario in diverse parrocchie. Ovunque vada, dimostra una carità attenta ai poveri e ai malati, per cui, nel 1781, il suo vescovo lo nomina cappellano degli Incurables di Angers. Questa casa accoglie dei disgraziati che, molto spesso, vi sono portati solo per attendere la morte. Il giovane cappellano prova una vera consolazione nel celebrare la Messa e nel predicare alla presenza dei malati. Sollevato da ogni preoccupazione materiale da cristiane caritatevoli, egli si dona corpo e anima al suo nuovo ministero?: la sua grande preoccupazione è la santificazione e la salvezza dei suoi malati. Il regolamento degli Incurables precisa che il cappellano « condurrà con prudenza i poveri, nel primo anno del loro soggiorno nella casa, a fare una confessione generale, soprattutto quelli che non ne abbiano mai fatta una, e adopererà il suo zelo e la sua carità per facilitarne loro la pratica ». La tenerezza di padre Pinot nei confronti di questa povera gente è per loro una consolazione insolita ; nonostante la sua giovane età, gli sono affezionati come a un padre.
Essendo vacante la parrocchia di Le Louroux-Béconnais, il vescovo di Angers nomina Noël Pinot, che ne assume l’incarico il 14 settembre 1788, festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Questa parrocchia, la più estesa di tutte quelle della diocesi di Angers, è costituita da piccole frazioni piuttosto distanti le une dalle altre e collegate da cattive strade. La sua popolazione ammonta a più di tremila anime. Pur essendo assistito da un vicario, il parroco deve compiere un lavoro notevole, ma la sua dedizione fa fronte a tutto?: di giorno come di notte, egli è al servizio dei suoi parrocchiani per fornire loro l’aiuto del suo ministero o assisterli materialmente, perché, nel suo amore per i poveri, si spoglia di tutto a loro favore. Il ricordo dei suoi benefici e del suo zelo resterà così vivo a Le Louroux che, molto tempo dopo la sua morte, alcuni vecchi testimonieranno?: «Che bravo pastore era !»
Trascorrono così due anni, ma, dopo lo scoppio della Rivoluzione, c’è aria di bufera nel cielo della Chiesa di Francia?: l’Assemblea costituente pretende di dettar legge negli affari della Chiesa. Il Comitato ecclesiastico da essa costituito deve mettere la vita ecclesiale al servizio del nuovo Stato. Dopo la nazionalizzazione dei beni del clero (2 novembre 1789) e l’abolizione dei voti solenni dei religiosi (15 febbraio 1790), sopraggiunge il voto della Costituzione civile del clero, sancita da Luigi XVI, mal consigliato, il 24 agosto 1790. Con questa legge, il potere civile pretende di imporre alla Chiesa di Francia una modifica delle circoscrizioni delle diocesi e della giurisdizione dei vescovi, senza tener conto dell’autorità del Papa. Vengono così soppressi cinquantadue vescovadi dei centotrentacinque esistenti ; vescovadi e parrocchie saranno d’ora in poi assegnati tramite elezione popolare (ogni dipartimento sceglierà il suo vescovo, ogni distretto eleggerà i parroci) ; tutti potranno votare (questo provvedimento, che vuole essere un ritorno alle prassi della Chiesa primitiva, è assurdo – dà il diritto di voto ai protestanti, agli ebrei, agli atei – ma non ai poveri). Il vescovo notificherà la propria elezione al Papa « come al capo della Chiesa universale, a testimonianza dell’unità della fede e della comunione che deve mantenere con lui » ; nell’esercizio del suo incarico, non potrà prendere decisioni se non previo voto favorevole di un « consiglio abituale e permanente » composto da diversi membri del clero della sua diocesi. Il vizio più grave della Costituzione civile è l’assenza di sottomissione alla Santa Sede, perché, da un lato, solo il Vicario di Cristo è abilitato a riformare la mappa delle diocesi, e, dall’altro, nessuno può accedere a una sede episcopale senza essere stato preventivamente costituito dal Papa.
Una chiesa nazionale
Nelle settimane che seguono, si fanno sentire le proteste dei vescovi, che non possono in coscienza accettare questa Costituzione civile?: essi sospendono tuttavia la loro risposta definitiva fino alla pronuncia del giudizio del Papa. In questo spirito, il 30 ottobre 1790, viene pubblicata una Esposizione dei principi sulla Costituzione civile del clero, analisi a cui aderiscono quasi tutti i vescovi di Francia. La resistenza passiva raccomandata in questo testo esaspera i deputati dell’Assemblea Costituente?: una legge del 27 novembre decide che saranno obbligati a prestare giuramento di fedeltà alla Costituzione civile del clero i vescovi, i parroci, i vicari, i superiori di seminari e tutti gli altri ecclesiastici funzionari pubblici. Il 26 dicembre, sotto costrizione, Luigi XVI controfirma questa legge che istituisce una chiesa nazionale scismatica. I sacerdoti che rifiuteranno di prestare il giuramento saranno dichiarati decaduti e, se continueranno a esercitare il loro ministero, verranno perseguiti come « disturbatori della quiete pubblica ». Nonostante il Papa non si sia ancora pronunciato, il parroco di Le Louroux ha preso la sua decisione?: non presterà il giuramento. Si reca a trovare i suoi confratelli vicini?: là dove ha la dolorosa sorpresa di incontrare solo irresolutezza, cerca di convincere?: « Siatene sicuri, dice loro, il Papa condannerà questo giuramento. Sa già fin troppo bene, penso, che questa Costituzione non mira in realtà ad altro che a separarci dalla Chiesa cattolica creando da noi una cosiddetta chiesa nazionale. » Ma il suo stesso vicario non si lascia convincere.
Domenica 23 gennaio 1791, dopo aver ricevuto un rifiuto dal parroco, il sindaco di Le Louroux invita il vicario a prestare il giuramento richiesto dalla legge. Tutto tremante, padre Garanger ubbidisce, in mezzo al gelido silenzio degli uni e ai mormorii di disapprovazione degli altri. Convinto che le istruzioni attese da Roma gli apriranno gli occhi, Noël Pinot lascia che il suo vicario prosegua come prima le sue attività in parrocchia. Ben presto, con due brevi successivi, del 10 marzo e del 13 aprile 1791, Pio VI condanna la Costituzione civile del clero, dichiarandola eretica in diversi punti e affermando che attenta ai diritti della Santa Sede. Padre Garanger si ritratterà in effetti il 22 maggio seguente. Senza indugio, il parroco sale sul pulpito la domenica 27 febbraio, al termine della Messa ; ha scelto volutamente questo giorno in cui si tiene a Le Louroux un incontro delle parrocchie vicine. Senza una parola di offesa per nessuno, inizia a spiegare, in un discorso a lungo meditato davanti al tabernacolo, perché, come prete cattolico legato attraverso il suo vescovo al successore di Pietro, unico capo di tutta la Chiesa di Gesù Cristo, si è rifiutato, il 23 gennaio, di prestare il giuramento costituzionale, che attenta ai diritti di Dio e della Chiesa. L’Assemblea nazionale non ha il diritto di esigere dal clero un atto che ha l’effetto di staccarlo dal centro della Chiesa.
«Parroco incendiario»
Il sindaco, presente nella prima fila dell’uditorio, interrompe il prete con voce irritata?: « Scendi da quel pulpito ! Tu ci dici che è un pulpito di verità, e non fai che pronunciare menzogne ! » I fedeli insorgono, allibiti per una tale insolenza. Una voce forte domina le altre?: « Restate sul pulpito, signor Parroco ! Voi parlate bene, vi sosterremo ! » A partire dalla sera stessa, gli abitanti delle parrocchie testimoniano attorno a sé ciò che è successo. L’esempio coraggioso di Noël Pinot fa di lui un resistente che trascina?: la sua veemente protesta risuonerà attraverso l’Anjou, la Vandea e anche la Bretagna. Il comune ha redatto, seduta stante, una relazione al Tribunale rivoluzionario di Angers, in cui richiede l’arresto di questo « parroco incendiario » e « disturbatore della quiete pubblica ». Il venerdì seguente, un distaccamento della guardia nazionale arriva al borgo, durante la notte, per paura della popolazione, per arrestare il parroco. Viene portato via, legato sul proprio cavallo ; verso mezzogiorno, il corteo entra in Angers, dove la popolazione gli dimostra compassione e rispetto. I giudici lo condannano a rimanere, per due anni, lontano dalla sua parrocchia almeno otto leghe (trenta chilometri). Questa condanna è troppo mite agli occhi del pubblico commissario, che si appella contro di essa, senza successo. Noël Pinot si ritira all’ospizio degli Incurables, dove viene accolto con gioia. Ben presto, però, i rivoluzionari si dimostrano irritati dalla sua presenza ; il sacerdote si ritira quindi, nel luglio 1791, nella zona dei Mauges, vicino a Beaupréau, e lì vive da proscritto, dedicandosi con zelo alle anime. Supplisce del suo meglio all’assenza dei pastori che hanno dovuto esiliarsi. Nel 1793, le vicende della guerra di Vandea gli danno l’opportunità di rientrare nella sua parrocchia.
Il motivo dell’insurrezione della Vandea è religioso più ancora che politico. « Non ci siamo mossi nonostante la nostra indignazione, racconterà in seguito un anziano della Vandea, finché ci hanno lasciato i nostri preti e le nostre chiese ; ma, quando abbiamo visto che si facevano dispetti al Buon Dio, ci siamo sollevati per difenderLo. » Nel marzo 1793, l’esercito della Vandea ha conquistato Saumur e Angers ; padrone delle due rive della Loira, esso tiene per un momento in scacco l’esercito rivoluzionario. Il ritorno di Noël Pinot a Le Louroux è un trionfo. Diversi preti giurati sono passati di lì senza potervi rimanere. La fede del gregge non ha vacillato. Quale gioia per il cuore del pastore, dopo tante prove ! Ma non è che una schiarita tra due tempeste. Il disastro dell’esercito della Vandea sotto le mura di Nantes, nel giugno 1793, riapre l’era della persecuzione. La Convenzione nazionale spedisce all’ovest dei « rappresentanti del popolo in missione » i cui poteri sono illimitati?: incarnano il Terrore provinciale, spesso di gran lunga più terribile del Terrore parigino. Così avviene nel Maine-et-Loire con Francastel, un emulo di Carrier, il “boia di Nantes”. Ricomincia la caccia ai preti refrattari. Noël Pinot deve riprendere i travestimenti e la vita da proscritto. Potrebbe fuggire all’estero come molti membri del clero, ma preferisce rimanere tra coloro che Dio gli ha affidati, pensando di poter ancora essere loro utile. La grande maggioranza dei suoi parrocchiani gli è devota ; tuttavia, il paese, lui lo sa, ha i suoi demagoghi e un tradimento è sempre possibile. Considerando che sia giunto il momento per il buon pastore di esporre la vita per le sue pecore, egli rimane.
La Chiesa delle catacombe
Il territorio esteso della sua parrocchia, intervallato da brughiere e boschi, permette a padre Noël Pinot di nascondersi in fattorie isolate. L’affetto vigile e l’assoluta discrezione dei fedeli fanno buona guardia attorno ai suoi nascondigli ; deve tuttavia cambiarli spesso perché la guardia nazionale sospetta la sua presenza e le perquisizioni sono frequenti. Durante il giorno, rimane chiuso in fienili o stalle, dove dorme alla bell’e meglio, prega, legge o scrive. Al calar della notte, esce per andare ad amministrare i sacramenti ai malati fin nelle parrocchie vicine i cui parroci sono quasi tutti i prigionieri, esiliati, o già messi a morte. Battezza i neonati, istruisce i bambini, riceve i fedeli, li confessa, li conforta. A mezzanotte, viene preparato il necessario per la celebrazione della Messa, e i fedeli – che in tal modo si espongono alla morte insieme con il loro pastore – possono partecipare al Santo Sacrificio e fare la Comunione. La vita religiosa prosegue, degna di quella delle catacombe.
Padre Noël Pinot manteneva la vita cristiana attraverso la catechesi, la preghiera e i sacramenti ; insisteva sulla preghiera in famiglia. Questi consigli sono tuttora attuali?: « La famiglia cristiana costituisce il primo focolare dell’educazione alla preghiera. La preghiera familiare quotidiana è particolarmente raccomandata, perché è la prima testimonianza della vita di preghiera della Chiesa. La catechesi, i gruppi di preghiera, la “direzione spirituale” costituiscono una scuola e un aiuto alla preghiera » (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 565). Il Catechismo stesso dice?: « La memorizzazione delle preghiere fondamentali offre un supporto indispensabile alla vita della preghiera, però è di somma importanza che se ne faccia gustare il senso » (CCC, 2688).
L’anno 1794 inizia nel sangue e nelle lacrime. Robespierre è al culmine della sua dittatura. Qualsiasi culto pubblico cristiano è eliminato, anche quello reso dalla Chiesa scismatica, detta costituzionale. Le chiese sconsacrate vengono trasformate in depositi di armi o in club rivoluzionari. Il Comitato della salute pubblica estende la sua opera di rovina della Chiesa. Applica spietatamente il decreto del 21 ottobre 1793, che punisce con la morte ogni prete refrattario non espatriato entro dieci giorni. Al cittadino che denuncia un prete, viene offerta una ricompensa di cento lire [moneta francese dell’epoca (N.d.T.)]. Noël Pinot non ha più una pietra dove posare il capo, e tutti suoi beni stanno nella sua borsa di proscritto?: un po’ di biancheria e il necessario per celebrare la Messa. Le sofferenze, le prove fisiche e morali della vita che conduce a partire dall’estate del 1793 finiscono con l’infrangere i legami che possono tenerlo attaccato alla terra ; l’amore di Cristo, lo zelo del servizio alle anime e la carità per i suoi parrocchiani sono le uniche cose a dargli il coraggio di proseguire la lotta.
Niquet, il traditore
Le maglie della rete si stringono ulteriormente attorno al proscritto. Gli viene proposto di ritirarsi in un luogo remoto più tranquillo, ma egli rifiuta. Ogni giorno, si prepara alla morte ; se verrà denunciato, avrà la consolazione di dirsi che non è stato tradito dai suoi devoti parrocchiani delle campagne. Del resto, egli li ammira?: sacrificherebbero tutto, anche la loro vita, per salvare il loro parroco ; per scoprire il suo luogo di rifugio, le guardie nazionali li molestano, saccheggiano e devastano invano le loro abitazioni. Ma “il potere delle tenebre” ha la sua ora. L’8 febbraio, padre Pinot si trova nel villaggio di La Milanderie, a pochi chilometri dal borgo, presso una pia vedova, la signora Peltier-Tallandier. Al calar della notte, prende l’aria in giardino, quando un operaio, soprannominato Niquet, che il parroco ha un tempo ampiamente soccorso con le sue elemosine, lo riconosce nonostante l’oscurità. La speranza del premio di cento lire gli fa dimenticare tutti i benefici ricevuti. Niquet corre a denunciare Noël Pinot. Immediatamente, la guardia nazionale si mette in cammino. Verso le undici, la casa della vedova è circondata. Dentro, non si sospetta nulla, tutto è pronto per la Messa, quando si sentono risuonare dei colpi alla porta. Si ha appena il tempo di nascondere il prete in un grosso cassone, di far scomparire gli oggetti liturgici e la signora Peltier apre. Dal momento che la coraggiosa vedova rifiuta di parlare, la casa viene perquisita senza trovare nulla. Una delle guardie, arruolata di forza, passando vicino al cassone, ne solleva distrattamente il coperchio poi lo lascia ricadere impallidendo. Ma Niquet ha notato tutto?: « Hai trovato il parroco, gli grida, furioso, e vuoi nasconderlo ? » Solleva il coperchio e il prete esce, con il volto grave e tranquillo. Fissa il traditore negli occhi. Un’unica protesta gli esce dalle labbra, rivolta all’ingrato, ed è come un’eco del Getsemani?: « Come ? sei tu ? » (cfr. Lc 22,48). Insultato, percosso, Noël Pinot si lascia legare senza opporre resistenza. I suoi paramenti liturgici vengono sequestrati insieme con lui. Viene condotto a Le Louroux, poi ad Angers, dove compare davanti al Comitato rivoluzionario. Accusato di essere “molto contro-rivoluzionario”, il parroco viene gettato in una cella e condannato a pane e acqua.
Dopo dieci giorni di detenzione, il refrattario viene condotto davanti al tribunale rivoluzionario, che tiene le sue sedute in una cappella sconsacrata. Quel 21 febbraio, la commissione è presieduta dal cittadino Roussel. Per una spaventosa coincidenza, questo ufficiale rivoluzionario è un prete apostata, dapprima giurato, poi “spretato” ! Ma nell’Anjou, il suo passato non è noto a nessuno. Pronunciata la sentenza, Roussel, guardando i paramenti della Messa esposti davanti al tribunale, propone al condannato, per derisione?: « Non saresti ben contento di andare alla ghigliottina con i tuoi abiti sacerdotali ? – Sì, acconsente senza esitazione il confessore della fede, sarà per me una grande soddisfazione. – Bene, replica l’altro, ne sarai rivestito e subirai la morte così acconciato. »
Un venerdì alle tre
L’esecuzione avviene il giorno stesso. Il corteo, tamburi in testa, si mette in marcia, e i giudici accompagnano la vittima rivestita dei paramenti. Il patibolo è eretto sulla nuova piazza, detta del Ralliement, nel luogo su cui sorgeva la collegiata Saint-Pierre, distrutta dal comune rivoluzionario. « Il martire, testimonierà padre Gruget. sacerdote fedele al Papa e testimone oculare, pregava in profondo raccoglimento. Il suo aspetto era calmo e il suo volto era raggiante della gioia degli eletti ; si potevano, per così dire, seguire sulle sue labbra i cantici di ringraziamento che sgorgavano dal suo cuore. » Quel venerdì, alle tre del pomeriggio (ora della morte del Signore sulla croce), Noël Pinot si ritrova ai piedi del patibolo. La piattaforma sinistra si trasfigura ai suoi occhi?: egli si vede ai piedi dell’altare del vero sacrificio, l’altare ancora una volta insanguinato, dove, come il Dio del Calvario, sta per essere immolata una vera vittima. In modo molto naturale gli vengono alle labbra le prime parole della Messa?: Introibo ad altare Dei (Salirò all’altare di Dio). Gli viene tolta la pianeta ; con la stola incrociata sul petto, si presenta al carnefice. Da lontano, padre Gruget gli dà l’assoluzione. Un rullo di tamburo… La mannaia cade… Il sacrificio è consumato?: l’anima del buon pastore ha raggiunto l’altare di Dio ! Così muore, il 21 febbraio 1794, all’età di 48 anni, padre Noël Pinot, parroco di Le Louroux-Béconnais.
Dopo aver dichiarato, il 3 giugno 1926, che Noël Pinot è morto martire, in odio alla fede, papa Pio XI l’ha beatificato il 31 ottobre seguente, nella solennità di Cristo Re. L’esempio del beato ricorda questa osservazione di san Gregorio Magno?: « Noi che celebriamo i misteri della Passione del Signore, dobbiamo imitare quello che facciamo. Veramente, per noi, verrà presentata un’ostia a Dio quando ci faremo noi stessi ostia » (citato da Paolo VI, 18 novembre 1966). Che Gesù Cristo, Sommo Sacerdote, ci conceda, per intercessione del beato Noël Pinot, la grazia di essergli fedeli anche nelle circostanze più difficili!
Autore: Dom Antoine Marie osb
Fonte:
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