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San Boris Michele I Re dei Bulgari

Festa: 2 maggio (Chiese Orientali)

m. Bulgaria, 2 maggio 907

Boris I, khan dei Bulgari dall’852 all’889, si fece battezzare nell’864 con il nome di Michele, dando così inizio alla conversione al cristianesimo del suo popolo. Sostenne l’indipendenza della Chiesa Bulgara da Roma e da Costantinopoli. Nell’893 si ritirò in un monastero e gli successe il principe Vladimiro, appoggiato dai nobili, che ripristinò il paganesimo. Dopo la sua morte, avvenuta il 2 maggio 907, Boris divenne il primo santo della chiesa bulgara, alla quale lui stesso aveva dato origine, che lo venera come “Isapostolo”.

Patronato: Bulgaria

Emblema: Croce, Corona, Scettro


Nato ed allevato nel paganesimo, il glorioso principe Boris fu istruito nella fede grazie all’influenza di sua sorella e di uno dei suoi zii, Enrabot (Boïan), che soffrì il martirio durante le persecuzioni indette dal suo predecessore Malomir. Il principe aveva in un primo tempo preso contatti con i missionari latini, in occasione di un alleanza militare con i franchi contro il re di Moravia. Prendendo però coscienza della preminenza religiosa e culturale di Bisanzio, chiese all’imperatore Michele III di ricevere il battesimo nella Chiesa Bizantina, unitamente al suo popolo. Egli fu battezzato solennemente nell’864 da un vescovo, giunto appositamente per l’occasione da Bisanzio, e ricevette il nome del suo padrino, lo stesso imperatore Michele. In seguito a ciò una grande parte del popolo, composta da boiari e gente di ogni classe sociale, si convertì in massa.
Il patriarca di Costantinopoli Fozio inviò presto dei preti missionari, in particolare i cinquei discepoli prediletti dei Santi Cirillo e Metodio: Clemente, Nahum, Angelario, Goradz e Sabba, chiamati i “Cinque di Ochrida”, che predicarono la fede in lingua slava e progressivamente battezzarono il resto del popolo. In tal mondo, grazie al prezioso sostegno della tsar, la terra di Bulgaria fu costellata di chiese e vi si cantò in lingua slava la lode di Dio. Boris si sforzò di organizzare questa giovane Chiesa seguendo il modello della Chiesa Bizantina, pur nutrendo sempre la speranza di ottenere la sua autonomia. Dopo alcune peripezie nelle sue relazioni con Roma da una parte e con Bisanzio dall’altra, nell’870 fece insediare a Preslava un arcivescovo venuto da Costantinopoli, assistito da dieci vescovi, al fine di dirigere la giovane Chiesa.
Nell’888 Boris I rinunciò al trono e si ritirò in un monastero. Ma quando suo figlio Vladimiro (888-893), succedutogli al trono con l’appoggio di alcuni nobili, cercò di intraprendere la distruzione dell’opera di suo padre incoraggiando la restaurazione del paganesimo, Boris non poté non lasciare il saio per rivestire l’abito militare. Cacciò così Vladimiro dal trono e vi pose il suo figlio cadetto Simeone. Dopo aver dunque ristabilito l’ordine nel regno, riprese l’abito monastico e trascorse il resto dei suoi giorni nell’ascesi, nel silenzio e nella preghiera. Si addormentò in pace il 2 maggio 907.
Boris I divenne dunque il primo santo della neonata Chiesa Bulgara, alla quale lui stesso aveva dato origine, che lo venera come “Isapostolo” (cioè “Uguale agli Apostoli”), titolo solitamente riservato dalla tradizione orientale a quei santi ai quali si deve la conversione al cristianesimo di una nazione.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2005-02-21

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