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San Sinforiano di Autun Giovane martire
Festa:
22 agosto
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† Autun, Francia, 257 circa
Martirologio Romano: A Autun nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Sinforiano, martire, che, mentre era condotto al supplizio, dal muro della città fu ammonito dalla madre con queste parole: «Figlio, figlio, Sinforiano, tieni a mente il Dio vivo. Oggi a te la vita non è tolta, ma trasformata in meglio».
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S. Gregorio di Tours (538-594) vescovo e storico francese, nel suo “De gloria confessorum” narra la vicenda del giovane Sinforiano, martire di Autun (Francia gallica), il quale era figlio del nobile Fausto. Istruito ed educato accuratamente, era anche profondamente cristiano e pieno di virtù. In quel tempo la città di Autun era quasi del tutto pagana e vi fioriva il culto di Cibele detta la “Gran Madre”, antica dea della Terra e della fecondità. E un giorno Sinforiano incontrando una processione pagana in onore della dea, proferì frasi di scherno; i pagani non lo tollerarono e presolo lo condussero davanti al tribunale cittadino, dal console Eraclio rappresentante di Roma. Per due volte confessò la sua fede cristiana e fu condannato a morte, mentre veniva condotto al supplizio, l’eroica madre dall’alto dei bastioni della città lo incoraggiava in lingua gallica ad avere in mente solo la vita eterna in Dio. Il santo martire fu ucciso a nord della città, fuori la porta S. Andrea, la sua morte secondo la sua ‘Passio’ del V secolo e che s. Gregorio di Tours garantisce autentica, viene fatta risalire verso il 257 quando Aureliano era comandante in Gallia e al tempo della persecuzione indetta dall’imperatore Valeriano (253-260), ad ogni modo la comunità cristiana di Autun in quel tempo non era numerosa, come del resto in tutta la Gallia. Verso il 454 fu costruita una basilica sul luogo del martirio ad opera di s. Eufronio vescovo di Autun dal 452 al 475, affidandola a chierici regolari ospitati in un annesso monastero. Questo convento ebbe nel VI secolo il suo massimo splendore contribuendo così alla diffusione del culto di s. Sinforiano; l’antico convento passato poi ai Benedettini e poi ai Canonici Regolari di S. Genoveffa, durò fino al periodo della Rivoluzione Francese; anche la chiesa fu distrutta nel 1806. Tra tutti i martiri del III secolo, s. Sinforiano (in francese Symphorien) fu il più venerato, la sua tomba era protetta da una ‘cella’ come per i santi più importanti dei primi tempi; a Tours se ne celebrava la festa fin dal V secolo e a Bourges nel VI secolo esisteva una basilica a lui dedicata. È celebrato anche in Belgio, nel Lussemburgo e in Germania, le sue reliquie sono conservate oltre che ad Autun anche in parte a Nuits-Saint-Georges; è invocato nelle malattie degli occhi e in Provenza perché guarisca gli storpi e contro la siccità; una volta era protettore dei cacciatori col falcone. Ben 27 Comuni francesi prendono il nome da lui. Tutti i Martirologi storici e quello Romano riportano la sua celebrazione al 22 agosto. Ad Autun nella Cattedrale di San Lazzaro, c’è un bellissimo quadro su tela, opera di Jan Ingres (1780-1867), raffigurante il diciottenne s. Sinforiano condotto al martirio, in cui è visibile anche la madre che dalle mura gli infonde coraggio indicando il cielo. L’opera fu commissionata al grande pittore francese, dal vescovo di Autun mons. de Vichy per la cattedrale della città; iniziata nel 1826 fu terminata nel 1834.
Autore: Antonio Borrelli
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