Il secolo XX si è chiuso con un bilancio molto pesante di martiri cattolici, composto da sacerdoti, suore, vescovi, religiosi, missionari, seminaristi e novizi e tantissimi fedeli; tanto da far pensare che sia stato il secolo più insanguinato nella storia della Chiesa.
E gli omicidi per odio alla Fede Cattolica o per odio politico verso le opere benefiche dei missionari e istituzioni cattoliche, sono proseguiti in questi primi anni del XXI secolo; tracciando una scia di sangue che partita dal primo martire a Gerusalemme, s. Stefano, continua nei secoli e nei millenni, ad irrorare le radici feconde della Chiesa di Cristo, seguendo l’esempio del suo Fondatore e Maestro Gesù di Nazareth.
E dalla lontana e immensa India, il Signore colse nel 2001 tre fiori da trapiantare nel suo celeste giardino, i salesiani indiani Raphael Paliakara, Andreas Kindo e Joseph Shinu; morti per salvare altre vite dalla ferocia e dall’odio di criminali tribali.
Da oltre dieci anni in alcuni Stati del Nord Est Indiano, vi sono frange separatiste che lottano per l’indipendenza dal governo centrale, la strategia usata è quella del terrorismo armato, il quale viene finanziato facendo estorsioni alle istituzioni, imprese, commercianti, famiglie.
I Salesiani operanti nel Manipur, di cui parliamo, hanno cercato di opporre una resistenza sensibilizzando la popolazione; d’altra parte le forze governative centrali combattono il fenomeno, ma con scarso risultato essendo le bande annidate nelle asperità naturali della zona e in foreste impenetrabili.
A Ngarian, piccolo villaggio a 25 km da Imphal, c’è il Noviziato Salesiano e il 15 maggio 2001 alle 18,30, si fermò alla porta una macchina bianca da cui discesero tre uomini armati, uno si fermò di guardia al cancello, gli altri due entrarono nella casa chiedendo del responsabile.
Il Direttore e maestro dei novizi, don Raphael Paliakara, intuendo le loro intenzioni, si presentò e cominciò a parlare con loro; dopo animata discussione i ribelli chiesero di fare uscire tutti i novizi, dividendo quelli della tribù locale dei Naga dagli altri.
Era evidente una rappresaglia verso costoro per cui don Raphael decisamente rifiutò, i ribelli chiesero soldi e il direttore diede loro ciò che aveva, ma non bastavano.
La discussione si fece più animata e don Raphael con il suo vice don Andreas Kindo di 31 anni, furono spinti nel cortile, mentre dalle finestre i giovani novizi atterriti assistevano al diverbio. Ancora una volta vennero richiesti i giovani della tribù Naga, e ancora ci fu un rifiuto.
Anche il giovane assistente di 23 anni Joseph Shinu, che assisteva dalla finestra, fu costretto a raggiungere i due sacerdoti nel cortile.
A questo punto, l’uomo al cancello forse spazientito dalla lunghezza dell’operazione, sparò un colpo in aria, fu come un segnale, i due ribelli presero a sparare contro il maestro don Raphael, che si accasciò in un lago di sangue; don Andreas Kindo si chinò su di lui per aiutarlo, ma venne inesorabilmente falciato.
Per ultimo fu crivellato di colpi il seminarista Shinu, che era rimasto impietrito vicino ai due colpiti; dopo di ciò gli assassini scapparono.
Solo dopo una mezz’ora, riavutisi dallo shock, due novizi corsero attraverso i campi a dare l’allarme alla vicina parrocchia di Yaripok.
Il 17 maggio 2001 si svolsero i funerali con la partecipazione commossa di tanti fedeli cristiani, molti di loro seguirono i carri funebri che ne trasportavano i corpi a Dimapur, distante 150 km dal villaggio.
Al rito funebre furono presenti più di tremila fedeli, duecento sacerdoti, tre vescovi. L’Ispettore Salesiano di Dimapur, don Thomas Mulayinkal nell’ultimo saluto agli uccisi disse: “Impegnati nella formazione dei giovani salesiani sono morti in loro difesa, per questo sono martiri”; “Il nostro dolore si cambierà in gioia, quando, come frutto di questo morire e risorgere, ci sarà la pace nel Manipur, quando il messaggio di Cristo illuminerà i cuori e le menti di tutti”.
Sette giorni dopo il funerale, il 24 maggio, i 12 novizi pronunciarono la loro prima professione, con il cuore colmo di dolore e ancora negli occhi le immagini della tragedia.
La strage fu condannata da tutti gli ambienti laici, politici e religiosi; papa Giovanni Paolo II inviò un telegramma di conforto e partecipazione al Superiore Generale dei salesiani.
Don Raphael Paliakara aveva 46 anni, nato nel 1955 aveva appena celebrato il suo 25° di professione religiosa il 12 maggio 2001, appena tre giorni prima della sua eroica morte.
Era stato preside del “Don Bosco School” di Dibrugarh nello Stato di Assam e professore al “Salesian College” di Dimapur; a Ngarian stava preparando 12 novizi salesiani.
Don Andreas Kindo era un giovane sacerdote salesiano, ordinato appena tredici mesi prima della morte. Nato nel 1970 nello Stato indiano di Jharkand, aveva solo 31 anni; era considerato dai superiori un gran lavoratore e ottimo salesiano.
Joseph Shinu di 23 anni, era nato nel 1978 a Calicut nel Kerala, visse dedicando la sua vita al bene del popolo del Nord Est dell’India.
Era un seminarista che si stava preparando al sacerdozio, ed era stato assegnato al Noviziato di Ngarian, come assistente ed insegnante.
Autore: Antonio Borrelli
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