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San Fortunato di Spoleto Sacerdote
Festa:
1 giugno
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Umbria, IV-V sec.
Originario di Montefalco e presbitero a Torrita, non si hanno molte notizie certe sulla sua vita, se non la sua dedizione al lavoro come contadino per sostentarsi. La tradizione tramanda un episodio emblematico: mentre dissodava il terreno, Fortunato trovò due monete d'oro che, donandole a un mendicante, si trasformarono miracolosamente in oro puro. Questo evento lo spinse a riflettere sulla vanità delle ricchezze e lo indusse a donare il denaro ai bisognosi. Alla sua morte, la verga da lui usata per guidare i buoi si trasformò miracolosamente in un albero frondoso, divenendo luogo di culto sotto la cui ombra i fedeli si riunivano per commemorare il santo pastore. In suo onore fu eretta una chiesa a Turri, frazione di Montefalco, dove ancora oggi sorge il Convento di San Fortunato.
Martirologio Romano: Presso Montefalco in Umbria, san Fortunato, sacerdote, che, come si tramanda, povero egli stesso, provvide con assiduo lavoro ai bisogni dei poveri, mettendo la sua vita a servizio dei fratelli.
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Sono parecchi i personaggi di nome Fortunato che la Chiesa venera come santi, anche se nessuno di essi ha mai goduto purtroppo di una particolare popolarità.
Il santo commemorato in data odierna visse tra il IV ed il V secolo. Originario presumibilmente della città umbra di Montefalco, esercitò il suo ministero presbiterale nel vicino paese di Torrita. Purtroppo non ci sono state trasmessi ulteriori dati storici sul suo conto. La tradizione ha però tramandato un significativo dettaglio del suo pellegrinaggio terreno: la sua attività di contadino per guadagnarsi il necessario per la sussistenza. Per i suoi concittadini costituì sempre un grande esempio di laboriosità, sempre contrario all’avarizia che egli considerava addirittura uno dei vizi più temibili e dannosi, in quanto atto a spegnere la carità.
Un dì, mentre era intento a zappare la terra, Fortunato rinvenne dal sottosuolo due monete apparentemente senza valore. Interrate ed opache, pensò comunque di metterle in tasca. Verso sera, rincasando al termine del suo lavoro, incontrò per strada un povero e decise di donargliele. Miracolosamente la fiacca luce del sole ormai tramontante le fece brillare come oro puro. Temendo allora di restare vittima dell’avarizia, il santo sacerdote contadino nascose prontamente il piccolo tesoro fra le mani del povero e si allontanò. Con un così semplice gesto San Fortunato insegnò come sia possibile vincere la tentazione dell’avarizia non disprezzando la ricchezza, bensì non tenendola in considerazione più del dovuto e trasformandola così in carità.
Alla sua morte, i parrocchiani recuperarono la verga con cui era solito guidare i buoi al pascolo. L’oggetto come per incanto si animò, mise radici, rami e foglie, crebbe sino a divenire un grande albero ombroso. In particolare intorno ad esso iniziò a svilupparsi un primitivo culto verso San Fortunato, poiché sotto la sua ombra i fedeli poterono incontrarsi per ricordare la meravigliosa fiaba del loro santo buon pastore.
In seguito una chiesa in suo onore fu edificata presso l’aerea terrazza umbra di Turri, frazione di Montefalco, in provincia di Perugina, ove ancora oggi sorge il Convento San Fortunato.
Autore: Fabio Arduino
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