Visse solo 32 anni, ma furono anni intensi di doni mistici, di sopportazione del male crudele, di donazione a Dio nella vita consacrata, dedicati inoltre all’arte della musica.
Maria Dina Adelaide Bélanger, nacque il 30 aprile 1897 a Quebec, Canada; figlia dei coniugi Ottavio Bélanger e Serafina Marte, fu praticamente figlia unica, perché un fratellino nato 17 mesi dopo di lei, morì verso i tre mesi di vita.
In famiglia e fra le coetanee, fu sempre chiamata Dina; di natura piuttosto sensibile e violenta, fu educata dai genitori con una pedagogia efficace e saggia; le condizioni della famiglia erano agiate, per cui essendo figlia unica e senza problemi economici, avrebbe potuto crescere anche egoista e capricciosa.
Ma l’esempio edificante dei suoi pii genitori, l’educò ad un comportamento diverso; come Dina raccontò nella sua Autobiografia, essi erano dotati di grande generosità, soccorrevano i poveri con discrezione e in segreto distribuivano molte elemosine, consolavano i derelitti, con parole d’incoraggiamento e di religiosità, con visite frequenti e non affrettate; e Dina già da bambina, accompagnava la mamma nelle sue visite di carità.
A sei anni, cominciò a frequentare la scuola delle “Suore di Notre-Dame” e poi per le classi secondarie, la scuola “Jacques Cartier”; a 10 anni il 2 maggio 1907, fece la Prima Comunione e ricevé la Cresima; scrisse di quel giorno: “Gesù era in me e io in Lui”.
Successivamente, quando scriverà l’Autobiografia, Dina Bélanger, descriverà le varie tappe del suo percorso spirituale, che la porterà ad un’unione mistica con Cristo e noi qui citeremo di volta in volta, qualche sua nota.
Il 20 marzo 1908, quindi ad 11 anni, un Giovedì Santo, ebbe un primo colloquio con Gesù, “Era la prima volta che capivo così bene la sua voce, interiormente, si capisce, voce dolce e melodiosa che m’inondò di felicità”.
Nel 1911 e per due anni, perfezionò la sua formazione culturale, presso il Convento Pensionato Bellevue delle “Suore di Notre-Dame”; agli esami si classificò prima; il 1° Venerdì di ottobre del 1911 volle consacrare la sua verginità al Signore, perché già da allora aveva nel cuore, il forte desiderio di donarsi a Lui.
Aveva una spiccata attitudine per la musica e fin dagli otto anni, aveva iniziato lo studio del pianoforte; a gennaio 1914 conseguì il diploma di “classe superiore” e a giugno dello stesso anno, quello di professoressa di pianoforte e subito dopo ebbe l’abilitazione all’insegnamento.
Per il suo particolare talento musicale, Dina Bélanger, a 19 anni, nell’ottobre 1916 si trasferì per due anni a New York, presso le Suore di Notre-Dame, per perfezionarsi al Conservatorio nello studio del pianoforte e in armonia e composizione; le note del Conservatorio, che la riguardano, portano la menzione “Eccellente”.
Come per tante anime elette, che nei primi tempi della loro vocazione religiosa, hanno conosciuto il tormento del dubbio e la “notte passiva dei sensi”, anche per Dina si presentò tale fase, che durò sei lunghi anni, a partire dal marzo 1917; le lotte intime erano terribili, il maligno tentatore scatenava la sua violenza, instillava dubbi e sconforto in continuazione, ma Dina, aggrappata al Cuore di Gesù, confidava in Lui per superare quel periodo.
Nel 1918 tornò in famiglia e si iscrisse ad un corso di piano e di armonia per corrispondenza, seguendolo per tre anni; alternando lo studio con concerti in favore delle opere di beneficenza; il suo nome nei programmi era quello di un’artista e gli applausi alle sue esibizioni erano calorosi.
In quegli anni dedicati allo studio di perfezionamento e ai concerti pubblici e privati, Dina non smise mai di concentrarsi nella sua vita ascetica, intessuta di note mistiche, senza lasciarsi distrarre dal suo originario ardente desiderio di donarsi a Cristo.
E l’11 agosto 1921, decise di entrare nella “Congregazione delle Suore di Gesù e Maria” a Quebec; una Istituzione fondata nel 1818 a Lione in Francia, da santa Claudine Thévenet (30-3-1774 – 3-2-1837).
Dopo il postulandato, il 15 febbraio 1922, ne vestì l’abito religioso, prese il nome di ‘Suor Maria di Santa Cecilia Romana’ e iniziò il noviziato a Sillery.
Già un mese dopo, il 25 marzo 1922 le fu concesso di fare i voti privati di povertà, castità e obbedienza; la gioia provata da suor Maria di S. Cecilia, fu grande, perché finalmente si era potuta consacrare al Signore, senza la minima riserva, totalmente e senza ripensamenti; la professione pubblica dei voti, fatta il 15 agosto 1923, non fu altro che una conferma della sua gioia, provata già intensamente con la professione privata.
Per il suo titolo di studio, ricevette poi l’incarico d’insegnare musica nel convento di St. Michel e in quello di Sillery; ma la sua debole costituzione fisica e il male in incubazione, la costrinsero a lunghi periodi di cura in infermeria.
Fu in questo periodo, che la superiora locale, colpita dalla sua spiritualità, le chiese di scrivere la sua Autobiografia; suor Maria accettò per obbedienza e a partire dal marzo 1924, cominciò a scrivere quelle note, che ci hanno permesso di penetrare in una vita interiore di grande ricchezza.
Il 15 agosto del 1924, sentì il Signore dirle: “Farai la professione e poi, dopo un anno, proprio il 15 agosto, nella festa dell’Assunzione di Mia Madre, verrò a prenderti con la morte”.
Suor Maria pensava alla morte fisica, invece era la morte mistica; difatti da quel 15 agosto si sentì assorbita in Dio; “Dio ha assorbito il mio essere tutto intero; annientata in Cristo Gesù, vivo per Lui nell’Adorabile Trinità la vita dell’eternità; Lui, Cristo Gesù vive al mio posto sulla terra”.
Dal 1923 al 1927, scrisse dieci composizioni musicali, che esprimono le sue esperienze di unione mistica: Il 9 aprile 1926 riprese l’insegnamento della musica, e il 10 luglio andò a St. Michel, per un periodo di ritiro e di riposo, ma la tubercolosi che la minava, nel gennaio 1927 prese il sopravvento, costringendola a tornare in infermeria.
Ciò nonostante, fu ammessa ai voti perpetui, che poté pronunciare il 15 agosto 1928; la spiritualità della giovane suor Maria di S. Cecilia Romana, s’inseriva perfettamente in quella della Congregazione di Gesù e Maria, spiritualità cristocentrica e mariana, che ha la sua fonte nell’amore del Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria e che è centrata nell’Eucaristia.
Fra alti e bassi, caratteristici della malattia, e con brevi periodi trascorsi in comunità, alla fine il 30 aprile 1929, suor Maria entrò definitivamente in infermeria, rimanendovi fino alla morte; vivendo una vita di unione perfetta con Dio, sopportando ogni sofferenza, rassegnata nel Signore; finché poté, continuò dal suo letto a dare consigli alle maestre di musica, componendo e trascrivendo spartiti musicali.
Morì il 4 settembre 1929, nel convento Jésus-Marie a Sillery, Quebec, a soli 32 anni, dei quali otto di vita religiosa, circondata dalla fama di santità e di virtù non comuni. La salma fu tumulata nella chiesa del convento suddetto.
Dina Bélanger (Suor Maria di S. Cecilia Romana), è stata proclamata Beata il 20 marzo 1993 da papa Giovanni Paolo II; il giorno dopo fu proclamata santa la fondatrice della sua Congregazione, Claudine Thévenet.
Aveva promesso alle consorelle: “In cielo sarò una piccola mendicante d’amore; ecco la mia missione e la comincio immediatamente, donerò la gioia”.
Autore: Antonio Borrelli
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