Wégimont, Liegi (Belgio), 11 ottobre 1818 – Firenze, 22 febbraio 1879
La beata belga Maria di Gesù (al secolo Emilia d’ Oultremont d’Hoogvorst), madre di quattro figli, rimasta vedova, senza venir meno ai suoi doveri materni, si dedicò alla fondazione ed alla guida della Congregazione delle Suore di Maria Riparatrice e, aiutata da Dio, superò parecchie sofferenze e si guadagnò la vita eterna. Giovanni Paolo II la beatificò il 12 ottobre 1997.
Martirologio Romano: A Firenze, beata Maria di Gesù (Emilia) d’Oultremont, che in Belgio, madre di quattro figli, rimasta vedova, senza per nulla trascurare i suoi doveri materni, si dedicò a fondare e guidare la Congregazione delle Suore di Maria Riparatrice e, confidando nell’aiuto divino, superate non poche difficoltà, concluse piamente il suo pellegrinaggio terreno mentre faceva ritorno in patria.
|
Il 23 dicembre 1993, fu riconosciuta l’eroicità delle sue virtù e a seguito dell’approvazione, in data 17 dicembre 1996, di un miracolo attribuito alla sua intercessione, la Venerabile Maria di Gesù d’Oultremont, vedova d’Hooghvorst, è stata proclamata Beata a Roma il 12 ottobre 1997, da papa Giovanni Paolo II. Emilia d’Oultremont nacque a Wégimont, Liegi (Belgio) l’11 ottobre 1818, dal conte Emile d’Oultremont e dalla contessa Marie de Lierneux de Presles; ricevette una solida formazione umanistica e religiosa, che le diede un carattere energico, sia sul piano fisico (diventò un’ottima atleta) sia sul piano morale; la sua risolutezza ed energia, fu uno dei tratti fondamentali della sua personalità. La devozione al Sacro Cuore, alla Vergine Maria e soprattutto all’Eucaristia, si radicarono nel su animo di fanciulla e caratterizzarono da quel momento in poi, lo sviluppo della sua spiritualità. Rispettosa della volontà dei genitori, acconsentì di sposare un giovane dotato di qualità spirituali e religiose, Victor van der Linden, barone d’Hooghvorst; il matrimonio fu celebrato il 19 ottobre 1837 a Liegi. I comuni ideali con il marito, fin dall’inizio le permisero di dedicarsi alla preghiera e alle opere di carità, vivendo con pienezza la vita di giovane sposa. Dalla felice unione, nacquero quattro figli, due ragazze e due ragazzi; che allevò con amore facendoli crescere in un sereno e gioioso ambiente familiare. Emilia d’Oultremont trovò nei Padri della Compagnia di Gesù una serie di guide spirituali, che la compresero e la guidarono nella sua ricerca di perfezione nell’amore di Dio. Negli anni dal 1839 al 1846, in cui soggiornò lungamente a Roma, Emilia fu gratificata da particolari esperienze interiori, che la indirizzarono sempre più ad un amore totale verso Dio; a 24 anni quando aveva già due figli, mentre stava pregando nella cameretta di s. Ignazio di Loyola, presso la Chiesa del Gesù a Roma, ebbe la visione del santo fondatore dei Gesuiti, che con le Costituzioni dell’Ordine in mano, l’assicurò che un giorno avrebbe seguito le sue Regole. Il 10 agosto 1847, colpito dalle febbri malariche, contratte durante una caccia nelle Paludi Pontine, morì ancora giovane, il marito barone Victor d’Hooghvorst. Sopportò questa prova con fede e rassegnazione, dedicandosi completamente ai suoi figli, ai poveri e ammalati e a diverse opere diocesane. Nel contempo assisté i genitori sofferenti fino alla morte, sopravvenuta nel 1850 per la mamma e nel 1851 per il padre. Dopo di ciò volle consacrarsi a Dio con il voto di castità, autorizzata dal suo padre spirituale; sentendosi sempre più portata verso la vita religiosa; si trasferì a Parigi con le due figlie, per essere più vicina agli altri due figli, studenti in un collegio dei Gesuiti. Superando le obiezioni dei parenti, Emilia si orientò apertamente verso la vita religiosa e l’8 dicembre 1854, durante una lunga e intensa preghiera nella cappella del castello familiare di Bauffe, le fu rivelato dalla Madonna ciò che Dio attendeva da lei; la fondazione di una Congregazione votata alla riparazione degli oltraggi perpetrati contro il S.mo Sacramento. Nel 1855 Emilia iniziò una prima forma di vita in comune, con alcune giovani riunite intorno a lei, che volevano anch’esse consacrarsi a Dio. L’8 novembre 1855 furono poste le basi della nuova Istituzione e il 21 aveva inizio, sotto la direzione dei gesuiti padri Petit e Studer, il noviziato delle postulanti che si erano presentate; lo Studer, Padre Provinciale dei Gesuiti di Parigi, divenne poi il grande protettore della nuova fondazione. L’avvio ufficiale della nuova Famiglia religiosa, ebbe luogo il 1° maggio 1857 a Strasburgo, con il nome di “Istituto di Maria Riparatrice”. Emilia d’Oultremont, dovendosi occupare ancora dell’educazione dei figli, fu costretta a procrastinare il suo ingresso nel nuovo Istituto, anche se di fatto lo dirigeva. Man mano sorsero le nuove Case dopo la prima di Strasburgo, a Liegi e a Maduré (India) dove nel 1859, Madre Maria di Gesù, come aveva preso a chiamarsi, inviò sette suore Riparatrici; nel maggio 1860 fece un pellegrinaggio a Loyola, in devozione a s. Ignazio, “il vero Padre della sua anima”. Elaborò le Costituzioni; espresse in una celebre lettera alle suore, il 2 luglio 1862, lo spirito che doveva animare le religiose, un invito dinamico a fissare lo sguardo su Maria, per apprendere da lei il cammino tipico di una Riparatrice. Desiderava che le sue religiose esprimessero il loro impegno nella Chiesa, con una presenza di semplicità e di servizio, attraverso la preghiera, l’adorazione del S.mo Sacramento esposto ogni giorno, gli Esercizi Spirituali di S. Ignazio, l’istruzione religiosa e altre opere secondo le necessità ed i luoghi; “restaurare nelle persone, con l’aiuto di Maria, l’immagine di Dio offuscata dal peccato”. Sposatosi i due figli maschi, mentre le due figlie Olimpia e Margherita l’avevano seguita entrando nell’Istituto delle Riparatrici, madre Maria di Gesù poté entrare definitivamente nella sua Opera nel 1864; per la scelta delle sue figlie di farsi suore, fu accusata dai nobili parenti di averle influenzate; tutto ciò le procurò profonde sofferenze e incomprensioni. Ma dovette subire anche l’atroce dolore per una madre, di vederle morire giovani dopo alcuni anni; Margherita morì il 23 gennaio 1867 per la tubercolosi e Olimpia, la maggiore, si ammalò gravemente, restando per lungo tempo inferma fino alla morte, avvenuta il 14 dicembre 1872. Madre Maria di Gesù, dovette affrontare così anche un lungo periodo di stanchezza spirituale, che la portò talvolta anche alla disperazione; però ne seppe uscire rimanendo inalterata la sua fede e la devozione, senza trascurare la direzione dell’Istituzione. Intanto la Famiglia religiosa di ‘Maria Riparatrice’, si diffondeva abbondantemente con altre Case aperte a Parigi, Tolosa, Londra, Tournai, nell’Isola di Reunion, Nantes, Bruxelles, Siviglia, Wexford, Le Mans, Liesse, Pau, Cordova. Il 25 marzo 1873, ricevette una nuova temporanea approvazione dell’Istituto, la definitiva arriverà nel 1883 dopo la sua morte. Trascorse gli ultimi anni, rasserenata nello spirito, ma vittima di grandi sofferenze fisiche e morali, sia nel campo familiare sia all’interno della stessa Istituzione. Mentre si trovava di passaggio a Firenze, in casa del figlio Adrien, in attesa di proseguire per il Belgio, madre Maria di Gesù, morì il 22 febbraio 1879 a 59 anni di età; la sua tomba si trova nella Chiesa di Santa Croce e San Bartolomeo in via Lucchesi a Roma.
Autore: Antonio Borrelli
|