È ancora controversa la definizione di questa beata francese del Medioevo, considerata da alcuni studiosi come una ‘solitaria’ e da altri una suora conversa dell’Ordine Cistercense; probabilmente fu entrambe le cose. Nacque verso il 1115 nella diocesi di Troyes e visse come ‘solitaria’ (eremita) in una grancia (nel Medioevo edificio e terreno appartenente ad una vicina abbazia cistercense) dell’abbazia di Boulancourt, situata nel Comune di Longeville (Alta Marna) in Francia. L’abbazia aveva una sua storia, fondata nel 1095 nella diocesi di Troyes, oggi Langres, per i Canonici Regolari di Saint-Pierre-Mont, era caduta in grande rilassamento; allora per riformarla, il vescovo cistercense di Troyes, Enrico di Corinzia, la diede a s. Bernardo, fondatore dell’Ordine, il quale vi mandò un gruppo di monaci da Clairvaux. Quando arrivarono i monaci a Boulancourt, Emelina già stava come suora conversa nella grancia di Perte-Sèche situata ad alcuni km dall’abbazia; del suo modo di vivere, il monaco beato Goslino riferì in una breve biografia; digiunava tre giorni a settimana, senza bere, ne mangiare, portava un cilicio e una catena di ferro con punte, camminava a piedi nudi sia d’inverno che in estate. L’eremita pregava senza sosta e si dedicava al cucito; la sua vita di grande penitenza, fece diffondere la fama della sua santità e giacché era dotata del dono della profezia, la gente veniva da ogni parte a consultarla. Morì nel 1178 e fu sepolta nella chiesa dell’abbazia di Boulancourt, sulla sua tomba fu messa una piccola lampada sempre accesa; fu iscritta come Beata nel “Menologio Cistercense” al 27 ottobre. Come detto all’inizio, alcuni studiosi ritennero che non fosse una cistercense ma solo una ‘solitaria’, in quanto non poteva risiedere in un monastero o grancia di monaci cistercensi; ma è da considerare che Emelina stava già là, quando questi arrivarono a Boulancourt e poi può darsi che la grancia di Perte-Sèche fosse abitata da suore converse e non da frati conversi. Ad ogni modo Emelina deve essere stata una delle ultime suore converse, aggregate ad un monastero di monaci, perché il 12 febbraio 1234 papa Gregorio IX in una lettera all’abate di Boulancourt, invitava i monaci a non ricevere più nelle loro grance le suore converse; questo conferma che circa 50 anni dopo la morte di Emelina, nella suddetta grancia vi era ancora qualche suora conversa.
Autore: Antonio Borrelli
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