Torinese ‘doc’, si aggiunge alla numerosa schiera di Santi, Beati, Venerabili, Servi di Dio, che onorarono Torino e il Piemonte con la loro santità espressa nel sociale, nel periodo aureo della Chiesa torinese, a cavallo fra il XIX e XX secolo.
Don Eugenio Reffo nacque a Torino il 2 gennaio 1843; da ragazzo e adolescente, studiò nella sua città presso i Fratelli delle Scuole Cristiane, continuando poi nel Collegio dei Gesuiti di Massa Carrara in Toscana, rimanendovi fino al 1859, quando a causa della chiusura del Collegio, dovette ritornare a Torino.
Avvertita chiaramente la vocazione sacerdotale, entrò nel Seminario arcivescovile per lo studio della filosofia e teologia; nel contempo dal 1861 fu maestro educatore nel Collegio degli Artigianelli, chiamato a collaborare dal rettore Pier Giuseppe Berizzi.
Il collegio degli ‘Artigianelli’ fu fondato dall’esemplare sacerdote torinese don Giovanni Cocchi; la cui direzione in ogni senso (economica, organizzativa, spirituale), era stata assunta dopo poco tempo, da s. Leonardo Murialdo (Torino, 26 ottobre 1828 - 30 marzo 1900), direzione che da provvisoria, alla fine durò ben 37 anni.
Per sostenere, educare ed assistere i giovani apprendisti artigiani, che si affacciavano nel dilagante mondo del lavoro di allora, che proprio a Torino ebbe uno dei maggiori centri propulsori, con adolescenti e giovani che affluivano dalla provincia e dalle campagne, senza alcuna assistenza e preparazione al lavoro, don Leonardo Murialdo volle fondare nel 1873, quasi in silenzio, la Congregazione della “Pia Società Torinese di San Giuseppe”.
Don Eugenio Reffo, divenuto fedele collaboratore del Murialdo, in effetti divenne il cofondatore della nuova Congregazione, che sarà poi denominata popolarmente “i Giuseppini del Murialdo”.
Nella Congregazione svolse un’energica azione amministrativa, si prese cura delle vocazioni, delle Case di formazione, provvedendo ad elaborare insieme al Murialdo, il ‘Regolamento’ della nuova Congregazione, approvato poi nel 1904.
Nel 1900 morì il fondatore don Leonardo Murialdo e i ‘Giuseppini’ volevano eleggere don Eugenio Reffo come Superiore Generale, ma egli rifiutò e al suo posto venne eletto don Giulio Costantino ritenuto anch’egli cofondatore.
Ma nel 1912, quando don Costantino ormai anziano, si avviava al declino, non poté rifiutare la carica; con la sua guida si provvide a consolidare sempre più l’ordinamento interno della Congregazione, che si diffuse in terra di missione con nuove Case, nel 1915 in Brasile e nel 1922 nell’Ecuador.
Fu Superiore Generale fino al 1919, ma a causa della cecità che lo aveva colpito, venne riconfermato “ad honorem”, rimanendo tale fino alla morte.
Ma la grandezza di don Eugenio Reffo si manifestò nell’altra sua grande attività, il giornalismo, che cominciò a praticare giovanissimo, curando nel Collegio dei Gesuiti di Massa Carrara, il giornalino scolastico politico-letterario “L’Ape del Frigido”; ma la sua prima palestra di giornalismo, fu dal 1859 il quotidiano “L’Armonia della religione con la civiltà”, collaborando poi con il quotidiano “L’Unità cattolica” fondato nel 1869 da don Giacomo Margotti e del quale divenne direttore fino al 1887, quando la testata fu trasferita a Firenze.
Inoltre collaborò al settimanale “Museo delle Missioni cattoliche”, per il quale organizzò un’intensa campagna di propaganda, in numerose città dell’Italia centro-settentrionale.
Nel 1893 e 1894, fu redattore capo dell’”Italia reale”, poi nel 1895 lasciò il giornalismo dei quotidiani, per dedicarsi soprattutto al settimanale “Voce dell’operaio” (oggi ‘Voce del popolo’), il periodico fondato dallo stesso Murialdo nel 1876 sotto altro nome, don Reffo ne migliorò la veste tipografica ed i contenuti, che procurò un rinnovato successo e una tiratura che nel 1915 era di 35.000 copie; affermandosi oltre i confini nazionali, tra gli emigranti italiani.
Nonostante fosse ormai cieco, continuò a dettare i suoi articoli fino alla morte, avvenuta a Torino il 9 maggio 1925; riposa nella chiesa torinese di Nostra Signora della Salute.
Don Eugenio Reffo fu autore di numerosi scritti biografici, storici e teatrali; vanno segnalati, la fondamentale “Vita” del Murialdo; la raccolta dei suoi più significativi articoli apparsi man mano nella “Voce dell’operaio”, edita nel 1917-1920, con il titolo di “Luci e tenebre, verità ed errori”; la sua autobiografia pubblicata nel 1963 col titolo “Quello che ricordo”; inoltre una trentina di opere teatrali.
Al di là di quanto detto, bisogna ricordare che don Eugenio Reffo, ebbe una vita veramente sacrificata, umile e povera, nell’ombra sostenne e spinse don Leonardo Murialdo a fondare la Congregazione di S. Giuseppe, associandovi lo storico Collegio degli Artigianelli.
Il 24 febbraio 1979 è stata introdotta la Causa per la sua beatificazione ed il 12 giugno 2014 è stato dichiarato Venerabile.
Autore: Antonio Borrelli
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