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San Fursa (Furseo) Abate
Festa:
16 gennaio
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m. Mezerolles, Francia, 648/650 circa
Nacque forse sulla costa occidentale irlandese, nei pressi di Lough Corrib, nella contea di Galway, o forse sull'isoletta di Inchiquin. Rispetto ai numerosi altri primi santi irlandesi dei quali ben poco è stato tramandato, possediamo invece parecchi elementi della vita di Fursa, soprattutto grazie alla «Storia Ecclesiastica» scritta da San Beda il Venerabile entro un secolo dalla sua morte, basandosi su racconti di testimoni oculari. Secondo Beda, Fursa fondò un monastero a Rathmat, nome fittizio forse inventato da una leggenda successiva. Trascorso un periodo come predicatore itinerante, con i confratelli san Foillan e sant'Ultan si trasferì in Inghilterra. Qui il re dell'Est Anglia Sigeberto II, venerato come martire, lo ricevette cortesemente e gli affidò l'antica fortezza di Cnobheresburg perché la trasformasse in un monastero. Il santo sovrano morì poi in battaglia il 27 settembre 637 e negli anni successivi Fursa si recò in Gallia, ove fu ricevuto con tutti gli onori dal re Clodoveo II. Fondò poi un monastero a Lagny-sur-Marne, su un terreno donatogli dal governatore della Nesturia Ercinoaldo. Il santo abate morì tra il 648 ed il 650 presso Mezerolles, nella regione della Somme, durante un viaggio. (Avv.)
Martirologio Romano: A Mézières presso il fiume Authie in Francia, san Fúrseo, abate dapprima in Irlanda, poi in Inghilterra, quindi in Francia, dove fondò il monastero di Lagny.
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San Fursa nacque con ogni probabilità sulla costa occidentale irlandese, nei pressi di Lough Corrib, nella contea di Galway, o forse sull’isoletta di Inchiquin. Rispetto ai numerosi altri primi santi irlandesi dei quali ben poco è stato tramandato, possediamo invece parecchi elementi della vita di Fursa, il cui nome si presenta talvolta nelle varianti di Fursay, Fursae o Fursu, al quale viene dato un grande risalto nella celebre Storia Ecclesiastica scritta da San Beda il Venerabile entro un secolo dalla sua morte, basandosi perciò in gran parte su racconti di testimoni oculari. Non riuscendo però forse a trovare grandi informazioni sulla prima parte della sua vita, lo storico seguì il classico schema del pellegrinaggio, a cui si avviò abbandonando la sua vita agiata. Il viaggio intrapreso, che lo portò in un primo momento a lasciare la patria per ricevere una migliore formazione, lo ricondusse poi in patria, ove fondò un monastero a Rathmat, nome fittizio forse inventato da una leggenda successiva. Trascorso un periodo come predicatore itinerante, con i confratelli San Foillan (31 ottobre) e Sant’Ultan (2 maggio) si trasferì in Inghilterra e più precisamente nell’Anglia orientale. San Beda narrò nelle sue cronache: “Vive ancora un fratello molto anziano nel nostro monastero, il quale è solito raccontare che un uomo pio e veritiero gli aveva detto di aver visto Fursa in persona nella terra degli angli orientali e di aver udito quelle visioni proprio dalla sua bocca. Le visioni riguardavano la lotta tra bene e male ed includevano una delle prime testimonianze raccolte su visioni della vita dell’aldilà, in cui Fursa vide il paradiso e l’inferno, angeli e demoni, e quattro grandi fuochi pronti a bruciare chi si era macchiato di diversi tipi di peccato, tutti riuniti insieme per mettere alla prova ogni uomo secondo i meriti delle sue opere”. Il re dell’Est Anglia San Sigeberto II (27 settembre), venerato come martire, lo ricevette cortesemente ed affidò a lui ed ai suoi compagni l’antica fortezza di Cnobheresburg perché la trasformassero in un monastero. Il santo sovrano morì poi in battaglia il 27 settembre 637 e negli anni successivi Fursa si recò in Gallia, ove fu ricevuto con tutti gli onori dal re Clodoveo II. Fondò poi un monastero a Lagny-sur-Marne, su un terreno donatogli dal governatore della Nesturia Ercinoaldo. Il santo abate morì tra il 648 ed il 650 presso Mezerolles, nella regione della Somme, durante un viaggio. In seguito le sue reliquie vennero traslate in Piccardia nel monastero irlandese di Péronne, per poi essere riposte nel 654 in un “sacrario a forma di cassetta”, ritenuto opera del fabbro Sant’Eligio. Nel 1056 i suoi poveri resti furono nuovamente spostati e gran parte di essi furono preservati sino alla Rivoluzione francese. Il reliquiario contenebte la sua testa sopravvisse addirittura ai bombardamenti della guerra franco-prussiana del 1870. Il Martyrologium Romanum ricorda San Fursa al 16 gennaio, quale abate prima in Irlanda, poi in Inghilterra ed infine in Francia.
Autore: Fabio Arduino
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