Il Martyrologium Romanum commemora in data odierna San Senatore, martire vissuto in epoca incerta, venerato presso Albano Laziale. E’ incredibile come la fragilissima carta scrit¬ta si sia dimostrata, nel tramandare notizie sull’origine del culto di questo santo, più resistente e longeva della pietra, del mar¬mo o del cemento, materiali assai più robusti. L’apparente paradosso della carta che rimane e della pietra che sparisce ha un esempio elo¬quente in un preziosissimo libretto compilato circa tredici secoli fa, agli inizi del VII secolo. Esso costituisce una sorta di guida turista del tempo, destinata all’utilizzo da parte dei numerosi pellegrini, desiderosi di visitare i luoghi sacri alla me¬moria dei martiri esistenti nei pressi di Roma. Grazie a tali libretto gli studiosi hanno potuto scoprire esattamente quali chiese, santuari, memo¬rie sorgevano a quel tempo attorno all’Ur¬be, anche se poi qualora qualcuno volesse rintracciarli sul posto al giorno d’oggi, scoprirebbe che in molti casi non ne resta traccia. Anche in questo ca¬so, la parola scritta ha sconfitto la pietra. Tra le indicazioni dell’antica guida, infatti, si legge: “Percorrendo questa stessa strada (cioè la via Appia) si giunge alla città di Al¬bano, e da questa stessa città alla chiesa di San Senatore, dove si trova il corpo di Per¬petua con innumerevoli santi. Vi si compiono grandi prodigi”. Quest’ultima frase, buttata lì senza precisazioni e senza impegni, assomiglia metaforicamente alle stellette che si usano odiernamente sulle guide per segna¬lare qualcosa di rilevante, come per esempio un buon albergo, e costituiva insomma una sorta di racco¬mandazione ai pellegrini a visitare quel luogo. In questo caso il luogo era dunque la chiesa di San Senatore, presso Albano Laziale, lungo la celebre via Appia. Conseguentemente è ragionevole pensare che l’esistenza di un edificio sacro intitolato a tale santo presupponesse l’esistenza di un santo che portasse quel nome, probabilmente vissuto e morto ad Albano, cioè nel luogo dove si svi¬luppò fiorente il suo culto. Quasi con certezza si può asserire che egli morì martire, in quanto nei primi secoli le chiese erano solitamente dedicate solo a tale categoria di santi, che purtropo non mancavo a Roma e dintorni a causa delle numerosissime persecuzioni. Un santo martire, dunque, la cui esistenza terrena si collocherebbe nei primissimi secoli dell’era cristiana, sul conto del quale sa¬rebbe però azzardato dire di più, in quanto la sua me¬moria ha subito la medesima sorte della chiesa a lui dedicata presso Albano, cioè è completa¬mente scomparsa e non ne resta che una trac¬cia soltanto tra le pagine dell’antico libretto cartaceo prima citato. L’antichità di tale fonte è però stata considerata sufficiente dai compilatori del nuovo martirologio ufficiale della Chiesa Cattolica, che hanno così ritenuto opportuno continuare ad inserire la sua festa al 26 settembre. Altri tre santi, tutti vescovi, portano l’augusto nome di Senatore: essi occuparono rispettivamente le cattedre episcopali di Milano, Verona ed Avranches, in Francia.
Autore: Fabio Arduino
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