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Beato Gerlando d’Alemagna Cavaliere di Malta
Festa:
19 giugno
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XIII sec.
Presumibilmente di origini polacche, fosse un cavaliere dell’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, più tardi detti poi Cavalieri di Malta. Giunto in Sicilia al tempo dell’imperatore Federico II Barbarossa, prese dimora presso la chiesetta della Madonna del Tempio a pochi chilometri da Caltagirone, della quale divenne custode, attività consona al suo Ordine di appartenenza. Con amore si fece protettore delle vedove e dei bambini orfani, ed allo stesso tempo si cimentava in aspre pratiche di penitenza. Morì verso l’anno 1279 e ricevette sepoltura nella sua chiesetta. Immediatamente nacque un culto popolare nei confronti del santo cavaliere, per cui una cinquantina di anni dopo, il 19 giugno 1327, i suoi resti furono trasferiti nella basilica di San Giacomo Maggiore in Caltagirone.
Martirologio Romano: A Caltagirone in Sicilia, traslazione del beato Gerlando, che, cavaliere dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, si dedicò con amore alle vedove e agli orfani.
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La figura del Beato Gerlando d'Alemagna si pone nella storia di Caltagirone e dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. Cavaliere devoto e custode solerte, Gerlando dedicò la sua vita al servizio dei più bisognosi, guadagnandosi l'ammirazione e la venerazione del popolo.
Le informazioni sulle origini del Beato Gerlando sono frammentarie. Si presume che fosse di nobile stirpe tedesca, forse proveniente dalla Polonia. Attratto dagli ideali di fede e servizio che animavano l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Gerlando abbracciò la vita cavalleresca, dedicandosi alla cura dei pellegrini e alla difesa dei luoghi santi in Terra Santa.
Il suo cammino lo portò in Sicilia durante il regno di Federico II di Svevia, dove si stabilì nei pressi di Caltagirone. Qui, presso la chiesetta della Madonna del Tempio, assunse il ruolo di custode, incarico perfettamente in linea con la missione del suo Ordine.
La vita del Beato Gerlando non si limitava ai doveri cavallereschi. Egli si distinse per la sua profonda compassione e dedizione verso i più fragili della società. Con amore e premura si prese cura delle vedove e degli orfani, offrendo loro non solo sostegno materiale ma anche conforto spirituale.
La sua fama di santità si diffuse rapidamente, attirando a lui la stima e la devozione della popolazione locale. Gerlando divenne un punto di riferimento spirituale, un esempio di come la fede e la carità possano trovare espressione concreta nelle azioni quotidiane.
Gerlando condusse una vita austera, caratterizzata da preghiera, penitenza e opere di bene. La sua morte, avvenuta intorno al 1279, fu accolta come la scomparsa di un santo. I suoi resti furono sepolti nella chiesetta della Madonna del Tempio, divenendo meta di pellegrinaggi e oggetto di venerazione popolare.
Nel 1327, a testimonianza della crescente devozione verso il Beato Gerlando, il suo corpo fu traslato nella basilica di San Giacomo Maggiore a Caltagirone. Ancora oggi, il suo teschio è conservato in una teca d'argento, esposto alla pubblica venerazione in occasione di ricorrenze speciali. Il resto del corpo riposa nel reliquiario della basilica, meta costante di pellegrini e devoti.
Autore: Franco Dieghi
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