† Costantinopoli, 901 circa
Nato nei pressi di Costantinopoli nel IX secolo, entrò in monastero a dodici anni e divenne abate. Nel 893 fu eletto patriarca di Costantinopoli in un periodo di grande confusione, dopo che l'imperatore aveva estromesso i legittimi patriarchi Ignazio e Fozio. Antonio riuscì a persuadere i seguaci di Ignazio a riconoscere la sua legittimità, ottenendo così la riconciliazione delle due fazioni e la pacificazione della Chiesa. Morì poco dopo, nel 901.
Martirologio Romano: A Costantinopoli, sant’Antonio, detto Cauléas, vescovo, che al tempo dell’imperatore Leone VI fortemente si adoperò per rafforzare la pace e l’unità nella Chiesa.
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Sant’Antonio Cauleas nacque nei pressi di Costantinopoli in una località ove i suoi genitori si erano ritirati per timore della persecuzione iconoclasta. Alla morte della madre Antonio, allora appena dodicenne, entrò in un monastero nella capitale imperiale bizantina, del quale divenne ben presto abate con il nome di “Antonio II Cauleas” (essendo stato preceduto da Antonio I Cassimatas, 821-837). Il padre di Antonio entrò più tardi anch’egli in monastero e ricevete l’abito religioso direttamente dalle mani del figlio. La Chiesa orientale viveva a quel tempo in uno stato di grande confusione, dopo che l’imperatore aveva espulso il legittimo patriarca costantinopolitano Sant’Ignazio (23 ottobre) e nell’867 aveva imposto sul soglio vescovile il celebre Fozio.
Anche questi fu però costretto a lasciare la cattedra patriarcale nell’886, probabilmente spinto dal nuovo imperatore Leone VI che voleva insediare il proprio fratello minore Stefano. Fozio non oppose resistenza e si ritirò in un monastero, mentre invece i seguaci di Ignazio non vollero riconoscere la legittimità dell’elezione di Stefano, in quanto ordinato diacono proprio da Fozio.
In questo contesto, alla morte di Stefano nell’893 Antonio fu eletto patriarca di Costantinopoli. Il suo operato fu subito caratterizzato da molteplici sforzi volti a riappacificare le due fazioni, riuscendo infine a persuadere il metropolita Stiliano Mapas, capo degli ignaziani, a porre fine allo scisma. Un punto di forza per Antonio derivò dall’aver ricevuto l’ordinazione in tempi non sospetti e dunque dall’indiscutibilità della validità del suo ministero, come era avvenuto invece per il suo immediato predecessore Stefano.
Non è storicamente chiaro se per risolvere la disputa sia stato necessario l’intervento del vescovo di Roma oppure questi abbia semplicemente sanzionato in un secondo tempo la soluzione già raggiunta da Antonio. Il dato di fatto è che entrambe le Chiese, sia Roma che Costantinopoli, riconobbero “Ignazio, Fozio, Stefano ed Antonio” quale autentica e valida successione di patriarchi sulla sede bizantina. La pace fu stipulata ufficialmente nell’899 ed Antonio morì poco dopo, forse verso il 901.
A parte il suo particolare ruolo nella storia universale della Chiesa, come descritto sinora, non si hanno molte altre notizie sulla vita di Antonio, se non ciò che i suoi contemporanei abbiano tramandato circa il suo spirito di mortificazione, di preghiera e di penitenza. Fondò uno splendido monastero in cui volle essere sepolto, che successivamente in suo onore fu ridenoominato “tou koulea, o tou kyr antoniou”.
Il Martyrologium Romanum commemora al 12 febbraio Sant’Antonio Cauleas, quale consolidatore della pace e dell’unità della Chiesa.
Autore: Fabio Arduino
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