Una leggenda riportata in un manoscritto del priorato di S. Eligio di Parigi, datato del secolo XIV, narra la vita di s. Baldo penitente, che presenta tutti i tratti delle tragedie medioevali, degne di rappresentazioni teatrali di successo. Nativo della Spagna o del Portogallo, Baldo sin dall’adolescenza aveva avuto il presagio che avrebbe ucciso il padre e la madre, sconvolto, per non macchiarsi di così grave delitto, abbandonò il paese natio ed andò ad abitare in un villaggio di altra regione, dove poi si sposò. Dopo vari anni, i genitori presi dal desiderio di rivedere il figlio, si misero alla sua ricerca, trovandolo dopo molti tentativi. Giunti alla sua casa, furono accolti dalla nuora, perché il marito era assente momentaneamente; pur non conoscendoli li trattò con affabilità, li rifocillò e visto la loro spossatezza per il lungo viaggio, li fece coricare insieme nel suo letto matrimoniale; poi uscì alla ricerca del marito. Baldo tornò invece per altra strada non incontrandola, entrato in casa vide nel suo letto due corpi nella penombra e supponendo che fosse la moglie che lo tradiva con qualche uomo, accecato dalla gelosia e dall’ira, con una scure affilata tagliò loro la testa. Pochi istanti dopo la moglie tornò e lui si accorse del terribile sbaglio; in espiazione della sua colpa, decise di abbandonare il tetto coniugale e di condurre vita nomade. Fu pellegrino al Santo Sepolcro in Palestina, alle tombe degli Apostoli a Roma e ad altri celebri santuari; poi attraversò le Alpi e giunse a Sens in Francia (Gallia) di cui era vescovo Artemio, al quale si confidò chiedendo una penitenza. Il vescovo gli porse il bastone che teneva in mano, ordinandogli di piantarlo sulla cima di un monte vicino alla città, innaffiandolo con l’acqua del fiume Icauna, finché non mettesse radici, rami, fiori e frutti. Baldo accettò con gratitudine la penitenza, aumentando lo sforzo del trasporto dell’acqua, scegliendo una strada più lunga e aspra, invece di una breve. Alla sua morte fu sepolto nella cella che si era costruita sulla cima del monte, si ritiene che morì verso il 620; dopo qualche tempo sul tempo fu edificata una chiesa che prese il suo nome. Nell’ottobre 1081, la chiesa e i terreni circostanti, furono donati dall’arcivescovo di Sens, Richerio, a Guglielmo abate di S. Remigio sempre a Sens, che vi eresse un priorato detto di San Bond a Paron, meta di pellegrinaggi a Pentecoste. Nel 1674 passò ai Padri Lazzaristi e nel 1854 divenne parrocchia, dove dopo alterne vicende riposano le sue reliquie. Il culto fiorì in varie zone della Francia, a Parigi e a Soissons, dove è patrono della parrocchia di Pavant con festa al 15 settembre. A Sens invece è festeggiato il 29 ottobre.
Autore: Antonio Borrelli
|