I primi anni
Giovanna Profilio nacque a Pirrera, frazione di Lipari, in provincia di Messina, il 30 dicembre 1873. Era la quarta figlia dei coniugi Giuseppe Profilio e Nunziata Marchese. Al Battesimo ebbe il nome di Giovanna.
Crebbe ricevendo dalla famiglia una solida educazione cristiana, e frequentando le attività parrocchiali presso la Chiesetta dedicata al SS. Nome di Maria. La vocazione religiosa maturò in un insieme di prove dolorose, che resero sempre più consapevole e generosa la sua vita di relazione con Dio e la fecero progredire nella pratica della virtù. Tuttavia, la madre sembrava non capire il suo desiderio.
Emigrante negli Stati Uniti
Sopravvenne un lungo periodo di difficoltà familiari, che bloccarono il suo desiderio e fecero intravedere l’impossibilità ad attuarlo, soprattutto con la morte del padre, nel 1895. La situazione economica seguita al lutto determinò l’emigrazione dei Profilio negli Stati Uniti d’America, nel marzo 1896. La famiglia si stabilì a New York, prendendo residenza in Sullivan Street. In Italia rimase Antonio, fratello di Giovanna, studente nel Seminario di Roma.
Giovanna prese a lavorare in fabbrica per aiutare la famiglia. Intanto, frequentava il vicino convento di Sant’Antonio dei Frati Minori. Sotto la guida di un frate, padre Daniele, coltivò la propria vocazione alla vita religiosa.
Tra le Suore Terziarie Francescane di Allegany
A 25 anni, il 22 gennaio 1898, ottenne di poter far parte della congregazione delle Suore Terziarie Francescane di Allegany, nello Stato di New York. Il 14 luglio 1899 ricevette l’abito francescano e il nome di suor Florenzia. Il 22 luglio dell’anno successivo emise i voti semplici.
Dopo quattro anni di permanenza a New York, la madre, a causa della propria salute cagionevole, su consiglio dei medici decise di rientrare in Italia. Nel 1904, quindi, Nunziata e i figli tornarono a Lipari, dove nel frattempo anche il figlio Antonio, diventato sacerdote, si era trasferito da Roma. Mancava solo suor Florenzia, rimasta ad Allegany.
Ritorno a Lipari
La madre, però, desiderava averla accanto a sé, o perlomeno non saperla così lontana. Perciò, con l’appoggio del figlio sacerdote, parlò al vescovo di Lipari, monsignor Francesco Maria Raiti: gli suggerì di coinvolgere la figlia nella formazione di una nuova comunità religiosa locale, a servizio delle necessità dell’isola.
L’idea, condivisa anche da altri prelati diocesani, piacque al vescovo, che invitò suor Florenzia a tornare a Lipari. Dopo aver chiesto consiglio al francescano monsignor Diomede Falconio, delegato apostolico negli Stati Uniti, suor Florenzia aderì all’invito: tornò in Italia il 7 febbraio 1905, mettendosi al servizio della Chiesa liparese.
L’inizio della nuova opera
L’opera cominciò in un locale preso in affitto, di proprietà del canonico Costa. Suor Florenzia trasformò la stanza migliore in cappella, destinando i restanti spazi alle future attività. Inizialmente ebbe come solo aiuto e compagnia la sorella Maria, che si era offerta finché non si fossero aggregate delle aspiranti alla vita religiosa.
Suor Florenzia si mise al lavoro per sollevare le sorti degli orfani, degli anziani, delle famiglie, che vivevano una vita disagiata per le particolari circostanze del luogo, isolato dal mondo e privo di risorse economiche (il turismo sarebbe arrivato decenni più tardi).
La nascita delle Suore Francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari
Con l’arrivo delle prime postulanti, si aprì la prima casa del nuovo Istituto il 30 ottobre 1905. Il successivo 1° novembre, monsignor Raiti emanava il decreto con cui approvava le Costituzioni delle Suore Francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari.
Il 3 dicembre 1905 suor Florenzia pronunciò i voti temporanei nelle mani del vescovo. Il 2 agosto 1906 emise la professione perpetua e fu nominata fondatrice e prima Superiora Generale, conservando tale ufficio fino al giorno della morte.
Lo sviluppo dell’Istituto
La crescita iniziale del nuovo Istituto fu frenata da alcuni fattori: anzitutto, la scarsità di vocazioni a Lipari; in seguito l’atteggiamento contrario di monsignor Salvatore Ballo Guercio, amministratore apostolico della diocesi di Lipari e poi di quella di Acireale, che impediva anche le nuove vestizioni.
Madre Florenzia, nonostante ciò e confidando unicamente in Dio che la guidava, nel giugno 1922 andò ad Acireale e lì aprì la casa di noviziato. Dal 1930 in poi, la situazione migliorò, si moltiplicarono le vocazioni e si poterono aprire altre case.
Il viaggio a Roma e l’approvazione pontificia
Preoccupata che l’approvazione diocesana non bastasse per la sopravvivenza dell’istituto, la fondatrice partì per Roma il 22 maggio 1945, a poco tempo dalla fine della seconda guerra mondiale. Il 30 giugno entrò per la prima volta nell’edificio che avrebbe poi ospitato la casa generalizia, una villa in zona Monte Mario, ancora occupata da alcuni sfollati. Il tutto senza garanzie di nessun genere, ma con l'approvazione del Vicariato di Roma.
Alla fine, il 25 aprile 1949, le Suore Francescane dell’Immacolata Concezione ottennero dalla Santa Sede il decreto di lode e, il 7 marzo 1958, l’approvazione definitiva delle Costituzioni.
Il sorriso di madre Florenzia e la santità nel quotidiano
Il sorriso di madre Florenzia attraeva, il suo sacrificio suscitava emulazione, la sua donazione stupiva. «L’Amore sia il movente di ogni vostra aspirazione e di ogni opera intrapresa, l’Amore che innalzi all’Onnipotente un cantico di gloria, di gratitudine e di riconoscenza…», ecco il motore e l’ispirazione della sua attività, che lasciò come consegna alle sue figlie, come via principale per il conseguimento della santità, da cercare e vivere nel quotidiano
Madre Florenzia, nel 1953, inviò le prime suore in terra di missione, precisamente nello Stato di San Paolo in Brasile. Tre anni dopo, morì nella casa generalizia di via delle Benedettine 34/36 a Roma, il 21 febbraio 1956, circondata da una diffusa fama di santità. I suoi resti mortali sono attualmente venerati nel locale annesso alla chiesa della casa generalizia, dedicata a Sant’Antonio.
La causa di beatificazione
Il nulla osta per l’avvio della causa è stato rilasciato il 20 dicembre 1985. L’inchiesta diocesana sull’esercizio delle virtù in grado eroico si è svolta dal 31 ottobre 1985 al 2 febbraio 1991 ed è stata convalidata il 18 novembre 1994.
La “Positio super virtutibus”, consegnata nel 1998, è stata esaminata l’11 giugno 2015 dai Consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, con esito positivo. Anche i cardinali e i vescovi della stessa Congregazione hanno emesso uguale verdetto positivo.
Il 14 aprile 2018, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui madre Florenzia Profilio veniva dichiarata Venerabile.
Le Suore Francescane dell’Immacolata Concezione oggi
Contrariamente a quanto è avvenuto per tante fondazioni religiose, sorte in grandi città e da lì diffuse poi in posti lontani e nei piccoli centri, alle Suore Francescane dell’Immacolata Concezione di madre Florenzia è invece accaduto il contrario.
Lipari, Canneto, Stromboli, Petralia, Acireale, Trapani, Catania, Noto, Adrano, Palermo, Giarratana, Rosarno, Piombino, Assisi, Giarre, Messina, Roma, hanno visto e sperimentano tuttora lo zelo e la dedizione delle suore in vari campi di assistenza e apostolato: asili, educandati femminili, refezioni scolastiche, orfanotrofi, ospedali, pensionati, assistenza ad anziani e invalidi abbandonati, colonie estive, scuole elementari, scuole artigianali con laboratori, istruzione catechistica, cooperazione alle opere parrocchiali.
Quanto alle comunità estere, la missione in Amazzonia è terminata nel 1983, ma due anni dopo è stata aperta quella in Perù, a Lima, con il “Comedor Madre Florencia”.
Autore: Antonio Borrelli ed Emilia Flochini
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