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Beato Alessandro Rusu Vescovo e martire
Festa:
9 maggio
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Săulia de Câmpie, Romania, 22 novembre 1884 – Gerla, Romania, 9 maggio 1963
Alexandru Rusu nacque il 22 novembre 1884 a Săulia de Câmpie, in Romania. Dopo gli studi teologici compiuti a Budapest, fu ordinato sacerdote il 20 luglio 1910. Il 30 gennaio 1931 fu consacrato vescovo. Nel marzo del 1946 il Sinodo Metropolitano elesse il vescovo Alexandru Rusu come Metropolita della Chiesa Greco-Cattolica Rumena unita con Roma. L’elezione fu riconosciuta valida dalla Santa Sede, ma non dal governo comunista. Arrestato il 28 ottobre 1948, sopravvisse alla detenzione in vari monasteri trasformati in carceri. Nel 1957 fu condannato a venticinque anni di carcere per istigazione e alto tradimento. Morì di malattia il 9 maggio 1957 e venne sepolto nel cimitero dei carcerati di Gerla. È stato inserito nella causa di beatificazione che comprendeva in tutto sette vescovi morti dal 1950 al 1970, durante la persecuzione religiosa portata avanti in Romania dal regime comunista. La beatificazione dei sette vescovi è stata fissata a domenica 2 giugno 2019, durante il Viaggio Apostolico in Romania di papa Francesco. La loro comune memoria liturgica è stata fissata al 2 giugno.
Etimologia: Alexandru = Alessandro, protettore degli uomini, dal greco
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Alexandru Rusu nacque il 22 novembre 1884 a Săulia de Câmpie, dai genitori Vasile, sacerdote, e Rozalia. Nel 1903 si trasferì a Budapest per intraprendere gli studi teologici. Sette anni dopo conseguì il dottorato in teologia e finalmente il 20 luglio 1910 poté ricevere l’ordinazione presbiterale. Fu nominato professore e poi titolare alla cattedra di Teologia Dogmatica all’Accademia Teologica di Blaj.
Nel 1920 fu nominato segretario metropolitano e nel 1923 canonico del Capitolo metropolitano. Il 30 gennaio 1931 presso Blaj fu consacrato vescovo di Maramureş da parte del Metropolita Vasile Suciu e il 2 febbraio fece il suo ingresso a Baia Mare. Nel marzo del 1946 il Sinodo Metropolitano elesse il vescovo Alexandru Rusu come Metropolita, elezione riconosciuta dalla Santa Sede ma non dall’allora governo dittatoriale.
Arrestato il 28 ottobre 1948, fu portato a Dragoslavele, quindi nel monastero di Căldăruşani, e poi nel carcere di Sighetul Marmaţiei. Sopravvisse anche in quest’ultimo penitenziario e quindi fu nuovamente trasferito a Curtea de Arges e poi isolato nel Monastero Cocos. Nel 1957 fu condannato a 25 anni di carcere per istigazione ed alto tradimento. Nel 1963 si ammalò; il 9 maggio dello stesso anno morì presso Gerla. Venne sepolto nel cimitero dei carcerati senza alcun rito religioso.
Il 28 gennaio 1997 la Santa Sede ha concesso il nulla osta per l’avvio della comune causa di beatificazione e canonizzazione di monsignor Rusu e degli altri sei vescovi greco-cattolici morti negli anni del regime comunista in Romania.
Il processo eparchiale (ossia diocesano) per il riconoscimento del loro martirio è iniziato il 16 gennaio 1999 a Blaj e si è concluso il 10 marzo 2009. Il 7 novembre dello stesso anno sono stati aperti i plichi della relativa documentazione, convalidata col decreto del 18 febbraio 2011. Dopo sette anni di lavori, nei quali sono emerse altre testimonianze d’archivio, è stato possibile ultimare la “Positio super martyrio”, consegnata nel 2018.
Il 19 marzo 2019, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui i sette vescovi venivano ufficialmente dichiarati martiri. La loro beatificazione è stata fissata a domenica 2 giugno 2019, nel corso del viaggio apostolico in Romania dello stesso Pontefice. La comune memoria liturgica dei sette Beati è stata fissata al 2 giugno, anniversario della beatificazione.
Autore: Don Fabio Arduino ed Emilia Flocchini
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