Madrid, Spagna, 11 marzo 1914 - Roma, Italia, 23 marzo 1994
Don Álvaro, come è chiamato da milioni di persone che in tutto il mondo ricorrono alla sua intercessione, era un brillante studente di Ingegneria quando conobbe San Josemaría Escrivá. Resosi conto che Dio lo chiamava a quel cammino, entrò a far parte dell’Opus Dei nel 1935. Ordinato sacerdote nel 1944, una volta terminati gli studi civili ed ecclesiastici, fu il principale collaboratore di San Josemaría e ne divenne il successore alla guida dell’Opus Dei nel 1975. A Roma, dove ha vissuto dal 1946, era molto apprezzato, tra l’altro, per il lavoro che aveva svolto durante il Concilio Vaticano II (1962-1965), contribuendo a potenziare il ruolo dei laici nella Chiesa. Per la sua bontà e umiltà, moltissime persone di tutte le classi e condizioni sociali avevano verso di lui un grandissimo affetto. Álvaro del Portillo è morto a Roma il giorno dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, il 23 marzo 1994. Lo stesso giorno Giovanni Paolo II si è recato a pregare dinanzi ai suoi resti mortali. È stato beatificato il 27 settembre 2014 a Valdebebas. La sua memoria liturgica è fissata al 12 maggio, giorno della sua prima Comunione.
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Figlio di Clementina Diez de Sollano (messicana) e di Ramón del Portillo y Pardo (spagnolo), Álvaro del Portillo nacque a Madrid l’11 marzo 1914. Era il terzo di otto fratelli.
Dopo il diploma nella scuola Nuestra Señora del Pilar di Madrid, si iscrisse alla Scuola di Ingegneria civile, che terminò nel 1941. Successivamente lavorò in vari enti pubblici occupandosi di questioni idrografiche. Studiò inoltre Lettere e Filosofia (indirizzo storico), laureandosi nel 1944 con la tesi "Scoperte ed esplorazioni sulle coste della California".
Nel 1935 entrò nell’Opus Dei, istituzione della Chiesa Cattolica che era stata fondata sette anni prima da san Josemaría Escrivá. Ricevette direttamente dal fondatore la formazione e lo spirito propri di questo nuovo cammino di fede. Sviluppò un ampio lavoro di evangelizzazione tra i suoi compagni di studio e colleghi di lavoro e, dal 1939, fece numerosi viaggi per motivi apostolici in diverse città spagnole.
Il 25 giugno 1944 fu ordinato sacerdote dal vescovo di Madrid, Leopoldo Eijo y Garay, insieme a José María Hernández Garnica y José Luis Múzquiz: furono i primi tre sacerdoti dell’Opus Dei, dopo il fondatore.
Nel 1946 si trasferì a Roma, pochi mesi prima che san Josemaría vi fissasse la sua residenza. Fu un periodo cruciale per l’Opus Dei, che ricevette allora le prime approvazioni giuridiche della Santa Sede. Anche per lui iniziò un’epoca decisiva, in cui, tra l'altro, sviluppò, con la sua attività intellettuale accanto a san Josemaría e con il suo lavoro presso la Santa Sede, una profonda riflessione sul ruolo e la responsabilità dei fedeli laici nella missione della Chiesa, attraverso il lavoro professionale e le relazioni sociali e familiari. “In un ospedale – scriverà anni dopo, per spiegare tale realtà – la Chiesa non è presente soltanto con il cappellano, ma agisce anche attraverso quei fedeli che, in qualità di medici o infermieri, si adoperano a fornire un buon servizio professionale e una delicata attenzione umana ai pazienti; in un quartiere, la chiesa sarà sempre un punto di riferimento indispensabile, ma l’unico modo per arrivare a coloro che non la frequentano sarà attraverso le altre famiglie”.
Tra il 1947 e il 1950 contribuì all’espansione apostolica dell’Opus Dei a Roma, Milano, Napoli, Palermo e in altre città italiane. Promosse attività di formazione cristiana, offrendo i suoi servizi sacerdotali a numerose persone. Della scia che il suo lavoro ha lasciato in Italia parlano oggi le varie strade e piazze che gli sono state dedicate in varie città e paesi.
Il 29 giugno 1948 il fondatore dell’Opus Dei eresse a Roma il Collegio Romano della Santa Croce, centro internazionale di formazione. Don Álvaro ne fu il primo rettore e vi insegnò Teologia morale dal 1948 al 1953. Nello stesso anno (1948) ottenne il dottorato in Diritto canonico presso la Pontificia Università di San Tommaso.
Durante i suoi anni romani, i diversi Papi succedutisi al soglio pontificio (da Pio XII a Giovanni Paolo II) lo chiamarono a svolgere numerosi incarichi, come membro o consultore di 13 organismi della Santa Sede.
Partecipò attivamente al Concilio Vaticano II. Giovanni XXIII lo nominò consultore della Sacra Congregazione del Concilio (1959-1966). Nelle fasi preparatorie del Concilio fu presidente della Commissione per il Laicato. Durante il Concilio (1962-1965) fu segretario della Commissione sulla Disciplina del clero e del popolo cristiano. Terminato il Concilio, Paolo VI lo nominò consultore della Commissione postconciliare sui Vescovi e il governo delle diocesi (1966). Fu anche, per molti anni, consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede.
La vita di Álvaro del Portillo è strettamente unita a quella del fondatore. Rimase sempre al suo fianco fino al momento della morte, che avvenne il 26 giugno 1975, collaborando con san Josemaría nelle iniziative di evangelizzazione e nel governo pastorale. Con lui fece viaggi in numerosi Paesi per preparare e orientare i diversi apostolati dell’Opus Dei. “Nell’osservare la sua presenza amabile e discreta a fianco della dinamica figura di Mons. Escrivá, mi veniva in mente l’umiltà di san Giuseppe” scriverà alla sua morte un agostiniano irlandese, Padre John O’Connor.
Il 15 settembre 1975, nel congresso generale convocato dopo la morte del fondatore, don Álvaro del Portillo fu eletto a succedergli a capo dell’Opus Dei. Il 28 novembre 1982, quando il beato Giovanni Paolo II eresse l’Opus Dei in Prelatura personale, lo nominò Prelato della nuova prelatura. Otto anni dopo, il 7 dicembre 1990, lo nominò vescovo, e il 6 gennaio 1991 gli conferì l’ordinazione episcopale nella basilica di San Pietro.
Nel corso degli anni in cui fu a capo dell’Opus Dei, Álvaro del Portillo promosse l’inizio dell'attività della Prelatura in 20 nuovi paesi. Nei suoi viaggi pastorali, che lo portarono in tutti e cinque i continenti, parlò a migliaia di persone di amore alla Chiesa e al Papa e predicò con convinzione il messaggio cristiano di san Josemaría sulla santità nella vita ordinaria.
Come Prelato dell'Opus Dei, Álvaro del Portillo diede impulso alla nascita di numerose iniziative sociali ed educative. Il Centre Hospitalier Monkole (Kinshasa, Congo), il Center for Industrial Technology and Enterprise (CITE, a Cebú, Filippine) o la Niger Foundation (Enugu, Nigeria) sono alcuni esempi di istituzioni di promozione sociale portate avanti da fedeli dell’Opus Dei, insieme ad altre persone, grazie all'incoraggiamento diretto di mons. del Portillo.
Allo stesso modo, la Pontificia Università della Santa Croce (dal 1985) e il seminario internazionale Sedes Sapientiae (dal 1990), entrambi a Roma, così come il Collegio ecclesiastico internazionale Bidasoa (Pamplona, Spagna), hanno formato per le diocesi migliaia di candidati al sacerdozio, inviati dai vescovi di tutto il mondo. Queste realtà evidenziano la preoccupazione di mons. del Portillo per il ruolo del sacerdote nel mondo, tema al quale ha dedicato buona parte delle sue energie, come fu evidente negli anni del Concilio Vaticano II. “Il sacerdozio non è una carriera – scrisse nel 1986 – ma una dedizione generosa, piena, senza calcoli né limiti, per essere seminatori di pace e di allegria nel mondo, e per aprire le porte del Cielo a chi beneficia di questo servizio e ministero”.
Mons. Álvaro del Portillo morì a Roma la mattina del 23 marzo 1994, poche ore dopo essere rientrato da un pellegrinaggio in Terra Santa. Il giorno prima, il 22 marzo, aveva celebrato la sua ultima Messa nella chiesa del Cenacolo a Gerusalemme.
Álvaro del Portillo è autore di pubblicazioni su temi teologici, di diritto canonico e pastorali: Fedeli e laici nella Chiesa (1969), Scritti sul sacerdozio (1970) e numerosi altri testi, poi raccolti postumi nel volume Rendere amabile la verità. Raccolta di scritti di Mons. Álvaro del Portillo, pubblicato nel 1995 dalla Libreria Editrice Vaticana. Nel 1992 fu pubblicato il volume Intervista sul Fondatore dell’Opus Dei, frutto di un’intervista con il giornalista italiano Cesare Cavalleri sulla figura di san Josemaría Escrivá, che è stato tradotto in varie lingue.
Dopo la sua morte nel 1994, migliaia di persone hanno testimoniato per iscritto il loro ricordo di Mons. Álvaro del Portillo: la sua bontà, il calore del suo sorriso, la sua umiltà, la sua audacia soprannaturale, la pace interiore comunicata dalle sue parole.
Fonte:
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www.it.josemariaescriva.info
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Note:
Per maggiori informazioni: www.opusdei.org
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