† Russia, 1337
I santi coniugi Cirillo e Maria, residenti presso Rostov, furono i genitori del più amato santo russo, San Sergio di Radonezh. Cacciati dalla loro casa dalla guerra civile, dovettero guadagnarsi da vivere facendo i contadini presso Radonez, a nord-est di Mosca, ed infine si fecero monaci. La Chiesa Ortodossa Russa li ha canonizzati nel 1992 e li ricorda al 18 gennaio, al 28 settembre, nonché al 6 luglio nella Sinassi dei Santi di Radonez.
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Duemila anni di cristianesimo hanno suscitato tanto in Occidente quanto in Oriente casi tutt’altro che sporadici di santità coniugale, sovente sfociati nella nascita di figli che non potevano non ereditare le virtù evangeliche vissute dai loro genitori. E’ questo il caso dei coniugi Cirillo e Maria, genitori di uno dei santi più amati in tutta la Russia, Sergio di Radonez. Vissero nel villaggio di Varnicy, nei pressi di Rostov, antichissima città della regione di Suzdal’. Cirillo, nobile “boiaro famoso e fortunato, che aveva accumulato molta ricchezza”, possedeva una vasta proprietà familiare ed era al servizio dei principi di Suzdal’. Inclini al raccoglimento spirituale, Cirillo e Maria rifuggivano volentieri dalla mondanità tipica della vita di corte e seguivano fedelmente le regole ecclesiastiche, visitando con assiduità il tempio del Signore, pregando e compiendo opere di beneficenza. Secondo la testimonianza di Sant’Epifanio il Saggio, essi erano “persone gradite a Dio, giusti dinnanzi a Lui ed agli uomini, adorni di tutte le virtù”. Era già nato un figlio di nome Stefano, quando Maria rimase nuovamente incinta: questo secondo figlio fu prescelto da Dio sin dal seno materno, sussultando per tre volte nel grambo durante una Divina Liturgia, prima della lettura del Vangelo, durante il canto dei cherubini e mentre il sacerdote proclamava il Santo. I due sposi fecero allora voto che nel caso fosse nato un maschio lo avrebbero consacrato a Dio, dopodichè Maria condusse tutto il resto della gravidanza pregando e digiunando. Nacque così il 3 maggio 1314 il piccolo Bartolomeo, che avrebbe poi assunto il nome monastico di Sergio. Ben presto si iniziò a notare in lui qualcosa di straordinario: nei giorni in cui la madre mangiava carne e nei giorni di mercoledì e venerdì prescritti nelle Chiese ortodosse per il digiuni, egli non le si accostava al seno per allattarsi ed allora Maria, notando questa particolare benevolenza divina nei suoi confronti, cessò da allora assolutamente di mangiare carne. Ai santi coniugi nacque ancora un figlio, che chiamarono Pietro. Educarono cristianamente tutti i loro figli, mostrandosi a loro quali esempi concreti di laboriosità, obbedienza, umiltà, concordia ed amore. Stefano e Pietro appresero senza difficoltà a leggere e scrivere, proseguendo così gli studi con successo, mentre invece Bartolomeo sembrava proprio negato, nonostante gli sforzi dell’insegnante e la sua personale applicazione. Cirillo e Maria, rattristati, non riuscivano a nascondere la loro amarezza per gli insuccessi del figlio. Un giorno, dopo aver versato parecchie lacrime raccolti in preghiera, Bartolomeo vide dinnanzi a sé un anziano monaco apparire come un angelo e gli domandò che pregasse affinché Dio lo aiutasse nell’apprendere la scrittura ed ancor più la saggezza contenuta nei libri. Il monaco somministrò al ragazzo un frammento di pane eucaristico e questi lo invitò a casa sua. I genitori accolsero cordialmente il monaco, ricevettero la sua benedizione e lo invitarono a pranzare con loro. Questi rammentò che occorresse però nutrirsi prima del cibo spirituale. Recatisi dunque nella cappella, Bartolomeo riuscì miracolosamente, su invito del monaco, a leggere il salterio ed i suoi genitori rimasero sbalorditi e ringraziarono il Signore per la grazia concessa. Il vecchio monaco profetizzò che il loro figlio “avrebbe condotto molti con sé nella comprensione dei comandamenti di Dio”. Accompagnatolo poi fuori della porta, scomparve misteriosamente, ma essi conservarono nei loro cuori le sue parole per tutta la vita. Nel frattempo, con il passare degli anni, la proprietà di Cirillo si impoveriva sempre più: le razzie operate dai tartari, i viaggi al seguito del principe di Sudzal’ sino alla corte del khan, i tributi imposti dai suoi esattori ed un anno di carestia nel 1332 contribuirono alla sua rovina economica. Ormai invecchiati, Cirillo e Maria decisero in tale periodo di trasferire la loro famiglia nella cittadina di Radonez, a nord-est di Mosca. Stefano e Pietro si sposarono, mentre Bartolomeo proseguì la sua vita intessuta di preghiera e digiuni, sino a desiderare di ricevere la tonsura monastica e chiedere la benedizione dei genitori. Questi lo pregarono di attendere ancora qualche tempo ed egli obbedì serenamente. Seguendo l’allora diffusa abitudine di divenire monaci in età avanzata, Cirillo e Maria decisero di entrare nel monastero della Protezione della Madre di Dio, suddiviso in comunità maschile e femminile. Pare che i nomi con cui sono conosciuti siano proprio quelli adottati in occasione della tonsura. Vissero così in santità i restanti anni della loro vita, spirando infine serenamente verso l’anno 1337. Ricevettero sepoltura nella chiesa del monastero. Secondo la tradizione il culto nei loro confronti nacque grazie al loro figlio, San Sergio di Radonez, che prima di fondare il celebre monastero della Trinità chiese ai suoi monaci di pregare sulla tomba dei suoi genitori. Molte guarigioni miracolose si verificarono per la loro intercessione. Salvatesi da ogni sconvolgimento politico, le loro reliquie furono trovate intatte quando nel 1989 la chiesa del monastero della Protezione della Madre di Dio fu riaperta al culto. Riprese così la devozione popolare nei loro confronti ed il 31 marzo 1992 la Chiesa Ortodossa Russa ufficializzo il loro culto. In tale occasione stabilì di fare loro memoria al 18 gennaio, al 28 settembre, nonché al 6 luglio nella Sinassi dei Santi di Radonez.
Autore: Fabio Arduino
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