IV secolo
Di origini africane, Marcellino sbarcò in Provenza con i santi Domino e Vincenzo per darsi anima e corpo all’evangelizzazione delle Alpi Marittime, riuscendo a convertire ben presto alla fede cristiana gran parte della popolazione locale. Fece dunque edificare una chiesa presso Embrun ed invitò a consacrarla il primo vescovo piemontese, Sant’Eusebio di Vercelli. Da questi ricevette anche l’ordinazione episcopale. Si narra di molti miracoli da lui operati quando era ancora in vita. Combattè fieramente a lungo contrò l’arianesimo e dovette sovente fuggire per scappare ai funzionari imperiali incaricati di arrestarlo.
Etimologia: Marcellino, diminutivo di Marco = nato in marzo, sacro a Marte, dal latino
Emblema: Bastone pastorale, Mitra
Martirologio Romano: A Embrun nella Francia meridionale, san Marcellino, primo vescovo di questa città, che, giunto dall’Africa, convertì alla fede di Cristo molti abitanti della regione delle Alpi Marittime e fu ordinato da sant’Eusebio da Vercelli vescovo di questa sede.
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Nacque nell’Africa da genitori cattolici ricchi di beni e di virtù. Fin da bambino fu istruito nella religione cristiana, e vi dimostrò molto amore. Amava la vita ritirata, cercando più la conversazione con il suo Gesù, del quale aveva conosciuto la predilezione verso i fanciulli, che non le parole vane degli uomini. Era forse ventenne quando, in comune accordo con due suoi compagni, Vincenzo e Donnino, si ritirò in una grotta, lontano dai rumori e dalle distrazioni mondane e, nella meditazione delle divine verità e nell’esercizio della penitenza, trascorsero vario tempo consolati dalle interiori dolcezze che Gesù dona a coloro che lo amano. Desiderando far conoscere Gesù e il suo Vangelo alle genti che ancora erano nelle tenebre, Marcellino passò nelle Gallie e i suoi due compagni lo seguirono. Predicarono il Vangelo nei Paesi presso le Alpi e ottennero abbondanti conversioni. Più tardi Marcellino venne a Embrum, dove si costruì un oratorio per recarvisi la notte a fare orazione, mentre durante il giorno si dedicava alla predicazione del Vangelo. I suoi esempi e i suoi discorsi avvalorati dalla grazia condussero a Dio un gran numero di idolatri. Tutta Embrum in breve fu da Marcellino conquistata alla religione cristiana, per la qual cosa egli pregò S. Eusebio di Vercelli di consacrare il suo Oratorio, perchè servisse da chiesa; cosa che gli fu ben volentieri accordata. Era tanto il bene che il Santo aveva operato, che fu necessario eleggere un vescovo che governasse quel popolo. La scelta non poteva essere migliore: fu infatti Marcellino stesso a esser consacrato vescovo di Embrum e primo pastore di quella Chiesa. Ardendo di nuovo zelo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime si adoperava in tutto per far fiorire la pietà e con essa alimentare in ognuno la virtù. Non potendo portarsi in tutti i luoghi della sua diocesi come avrebbe desiderato, vi mandava i suoi coadiutori Vincenzo e Donnino. Frequenti, se non continue, erano le sue missioni che riuscivano efficaci specialmente per i numerosi e strepitosi miracoli che vi operava. Nel tempo stesso che Marcellino si dedicava alla salvezza delle altre anime, non trascurava la sua, ma sempre più la rendeva bella e grata a Dio con la meditazione, con la preghiera e con la penitenza. Dio lo chiamò a sé l’anno 374. La sua tomba, per i miracoli, divenne celebre nei Paesi del Delfinato, della Provenza e della Savoia. Poi il suo corpo fu trasportato nella città di Digne dove riposano pure i corpi dei suoi santi compagni Vincenzo e Donnino. Quel sepolcro, ancor oggi, è una fonte inesauribile di grazie e favori.
Autore: Antonio Galuzzi
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