† Alessandria d’Egitto, 259
Lo storico Eusebio di Cesarea, citando una lettera del vescovo alessandrino San Dionigi al vescovo Fabio di Antiochia circa lo spargimento del sangue di parecchi martiri in Alessandria d'Egitto sotto l'imperatore Decio, testimoniò che Quinta, una donna cristiana, fu condotta in un tempio pagano e costretta ad adorare gli idoli. Quinta rifiutò e fu quindi legata per i piedi e trascinata attraverso la città sull'aspro selciato, fatta sbattere contro grosse pietre, flagellata e infine uccisa sotto una grandine di sassi. Secondo altre fonti, Quinta fu legata ad un cavallo e trascinata fino alla morte.
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Ad Alessandria d’Egitto, commemorazione di santa Cointa, martire, alla quale i pagani sotto l’imperatore Decio volevano imporre di adorare gli idoli; e poiché ella, detestandoli, si rifiutava di farlo, le legarono i piedi e così costretta la trascinarono per le piazze della città, straziandola in un orrendo supplizio.
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Il celebre storico ecclesiastico Eusebio di Cesarea, citando una lettera del vescovo alessandrino San Dionigi al vescovo Fabio di Antiochia circa lo spargimento del sangue di parecchi martiri in Alessandria d’Egitto sotto l’imperatore Decio, testimoniò: “Condussero in un tempio pagano una donna cristiana chiamata Quinta e la costringevano ad adorare il nume. Quella ne ebbe orrore ed oppose resistenza. Allora la legarono per i piedi, la trascinarono attraverso la città sull’aspro selciato, la fecero sbattere contro grosse pietre, la flagellarono e, ritornati infine al tempio di Metra, la finirono sotto una grandine di sassi”. Secondo altre fonti, Quinta venne legata ad un cavallo e trascinata in tal modofinchè non spirò.
Venerata dunque come santa martire, la sua commemorazione all’8 febbraio è riportata ancora oggi dal Martyrologium Romanum. La santa è qui citata con il nome di Cointa ed il suo elogio pare essere ispirato al resoconto della sua vita suddetto, redatto da Eusebio di Cesarea.
Autore: Fabio Arduino
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